Raccolta differenziata? A Barletta meglio una discarica
In zona 167 tra le nuove costruzioni spuntano rifiuti
sabato 28 giugno 2014
11.43
A Barletta sembra impossibile distinguere tra cittadini di serie A e di serie B. Facendo una passeggiata in periferia, si riconosce subito una certa disparità. La raccolta differenziata non ha fatto che acuirne le differenze, soprattutto in zona 167. La nuova periferia, già alle prese con i "soliti" problemi di urbanizzazione, ospita anche una nuova discarica a cielo aperto.
Alle spalle di via Romanelli, più precisamente tra via Vecchia Andria e via Dibari, un appezzamento di terra è stato scelto da alcuni cittadini quale deposito di rifiuti vari, alcuni di derivazione edilizia, altri di derivazione domestica. È facile trovare sacchi di immondizia, scarti vari, qualche lavandino rotto, scarti di produzione edilizia (mattoni, scarpe antinfortunistiche, assi di legno anche con chiodi arrugginiti, persino un secchio), in questa zona che è diventata un "porto sicuro" per chi ha poco tempo per impegnarsi nella raccolta differenziata, nella distinzione tra vetro, carta e plastica. Qualche cittadino ha ben pensato di aspettare le tenebre della notte per abbandonare i propri rifiuti in questo terreno, nonostante le proteste dei cittadini, che assistono inermi dai propri balconi.
Tra l'altro, in una zona scarsamente illuminata, diventa davvero complicato riconoscere i buontemponi che preferiscono evitare i cassonetti e gli orari previsti dal nuovo piano di raccolta differenziata. In questa zona, la vivibilità non è certo migliorata, visto che la seria problematica causata da questa discarica a cielo aperto si aggiunge ai già noti problemi derivanti dai ritardi per l'installazione degli arredi urbani (manca l'illuminazione pubblica, le strade non sono asfaltate, mancano ancora telefono ed elettricità) e all'alto numero di furti registrati in questa zona.
Il triste quadro descritto sembra la cartolina di qualche città del terzo mondo, ma si tratta, purtroppo, di Barletta, della nostra Città della Disfida. Perchè, sono pur sempre barlettani gli abitanti della 167, ma sono pur sempre barlettani anche tutti gli incivili che hanno adibito questa terra, a due passi dalle abitazioni, a discarica. La vergogna, a Barletta, non ha mai fine.
Alle spalle di via Romanelli, più precisamente tra via Vecchia Andria e via Dibari, un appezzamento di terra è stato scelto da alcuni cittadini quale deposito di rifiuti vari, alcuni di derivazione edilizia, altri di derivazione domestica. È facile trovare sacchi di immondizia, scarti vari, qualche lavandino rotto, scarti di produzione edilizia (mattoni, scarpe antinfortunistiche, assi di legno anche con chiodi arrugginiti, persino un secchio), in questa zona che è diventata un "porto sicuro" per chi ha poco tempo per impegnarsi nella raccolta differenziata, nella distinzione tra vetro, carta e plastica. Qualche cittadino ha ben pensato di aspettare le tenebre della notte per abbandonare i propri rifiuti in questo terreno, nonostante le proteste dei cittadini, che assistono inermi dai propri balconi.
Tra l'altro, in una zona scarsamente illuminata, diventa davvero complicato riconoscere i buontemponi che preferiscono evitare i cassonetti e gli orari previsti dal nuovo piano di raccolta differenziata. In questa zona, la vivibilità non è certo migliorata, visto che la seria problematica causata da questa discarica a cielo aperto si aggiunge ai già noti problemi derivanti dai ritardi per l'installazione degli arredi urbani (manca l'illuminazione pubblica, le strade non sono asfaltate, mancano ancora telefono ed elettricità) e all'alto numero di furti registrati in questa zona.
Il triste quadro descritto sembra la cartolina di qualche città del terzo mondo, ma si tratta, purtroppo, di Barletta, della nostra Città della Disfida. Perchè, sono pur sempre barlettani gli abitanti della 167, ma sono pur sempre barlettani anche tutti gli incivili che hanno adibito questa terra, a due passi dalle abitazioni, a discarica. La vergogna, a Barletta, non ha mai fine.