Raccolta della carta al "giardino verticale"
Nota di un lettore per chiarire le polemiche. «La ricerca del bello va alimentata»
domenica 13 gennaio 2013
Alcune foto, apparse su alcuni social network, hanno destato qualche commento da parte dei lettori: il "Giardino verticale" donato alla cittadinanza dall'associazione ViviBarletta, posto all'uscita del cavalcavia di via Imbriani, in via Monte Grappa, è apparso come sommerso dai rifiuti. Molti lettori hanno segnalato che non si tratta d'immondizie, ma solo di carta lì accumulata per la settimanale raccolta "porta a porta". In effetti, le buste erano lì solo per qualche ora in attesa degli operatori addetti alla raccolta.
Per spiegare ciò, pubblichiamo la nota di un lettore, Nicola Damato, arrivata in redazione:
«Si è citata la frase "dare perle ai porci", dove i porci sarebbero i cittadini che non sono in grado di conservare pulite e decorose le strade e l'arredo urbano, il giardino verticale la perla. Ritengo sia necessaria un'analisi più obiettiva del tema in questione. Nessuno si sognerebbe mai di offendere "un'oasi di verde", tra l'altro in pieno centro cittadino, abbandonando dei rifiuti come se fosse una discarica, quindi l'immagine che ne scaturisce della cittadinanza è bugiarda, oltre che pessima, come se non fosse sensibile al tema del verde pubblico, ingrata nei confronti di chi ha fatto la donazione e noncurante della pulizia; una cittadinanza sempre pronta a deturpare il paesaggio per totale mancanza di senso civico. Credo che non sia affatto così. Fermo restando che la raccolta differenziata si potrebbe effettuare in un luogo più consono, ritengo che non si possa puntare un dito ipocrita (strumentale?) nei confronti della cittadinanza che, in realtà, per colpa di tutte le amministrazioni che hanno malgovernato, ha sempre subito la mancanza di un gusto estetico nella gestione della nostra città. Guardando quella foto l'attenzione dovrebbe essere carpita da quel "mostro" di cavalcavia che ha prodotto danni economici innumerevoli e mai quantificati a tutti gli immobili e alle attività produttive e commerciali della zona, oltre che dallo schiaffo mortale inferto all'estetica del quartiere. Trovo paradossale che in una città abbandonata a se stessa, umiliata nelle sue bellezze naturali, offesa nella gestione insensata dell'urbanistica, trascurata nella manutenzione ordinaria e straordinaria, in cui il gusto estetico predominante, determinato da una gestione "sporca", tout court, della cosa pubblica, è quello dell'orrido, si punti il dito su un cumulo di carta necessario al suo stesso smaltimento […]
L'orientamento al bello, delle varie amministrazioni, risulta evidente ricordando le panchine della Litoranea di Ponente posizionate 'al contrario', di modo che chiunque volesse riposarsi avrebbe potuto godere della meravigliosa vista della strada avendo il mare alle spalle. In piazza Sant'Antonio, rinominata piazza del cemento, manca solo la pavimentazione asfaltata; Piazza Caduti è stata stravolta e imbruttita, dall'assessore di turno, in barba a tutta la storia, che quella piazza trasuda, ma che evidentemente non ha nemmeno studiato.
E allora l'inciviltà sta a monte, la ricerca del bello va alimentata e deve partire dall'alto. Sotto quello scempio di ponte farebbe pendant qualsiasi porcheria, un cumulo di carta posizionata per la raccolta differenziata non può di certo sbalordire. Lodevole la ratio che sottende la donazione del giardino verticale, che, purtroppo, in questa città, non certo per colpa dei cittadini, risulta come un fiore all'occhiello di un abito consunto, mal cucito, dal tessuto scadente e di foggia imbarazzante. Cominciamo ad eliminare le vere brutture, realizzate da brutta gente che imbruttiscono la città e i suoi abitanti».
Speriamo che l'intenzione nobile e simbolica del giardino verticale sia rispettata da tutti i cittadini e che magari il cumulo per la raccolta della carta venga spostato di qualche metro, semplicemente.
Per spiegare ciò, pubblichiamo la nota di un lettore, Nicola Damato, arrivata in redazione:
«Si è citata la frase "dare perle ai porci", dove i porci sarebbero i cittadini che non sono in grado di conservare pulite e decorose le strade e l'arredo urbano, il giardino verticale la perla. Ritengo sia necessaria un'analisi più obiettiva del tema in questione. Nessuno si sognerebbe mai di offendere "un'oasi di verde", tra l'altro in pieno centro cittadino, abbandonando dei rifiuti come se fosse una discarica, quindi l'immagine che ne scaturisce della cittadinanza è bugiarda, oltre che pessima, come se non fosse sensibile al tema del verde pubblico, ingrata nei confronti di chi ha fatto la donazione e noncurante della pulizia; una cittadinanza sempre pronta a deturpare il paesaggio per totale mancanza di senso civico. Credo che non sia affatto così. Fermo restando che la raccolta differenziata si potrebbe effettuare in un luogo più consono, ritengo che non si possa puntare un dito ipocrita (strumentale?) nei confronti della cittadinanza che, in realtà, per colpa di tutte le amministrazioni che hanno malgovernato, ha sempre subito la mancanza di un gusto estetico nella gestione della nostra città. Guardando quella foto l'attenzione dovrebbe essere carpita da quel "mostro" di cavalcavia che ha prodotto danni economici innumerevoli e mai quantificati a tutti gli immobili e alle attività produttive e commerciali della zona, oltre che dallo schiaffo mortale inferto all'estetica del quartiere. Trovo paradossale che in una città abbandonata a se stessa, umiliata nelle sue bellezze naturali, offesa nella gestione insensata dell'urbanistica, trascurata nella manutenzione ordinaria e straordinaria, in cui il gusto estetico predominante, determinato da una gestione "sporca", tout court, della cosa pubblica, è quello dell'orrido, si punti il dito su un cumulo di carta necessario al suo stesso smaltimento […]
L'orientamento al bello, delle varie amministrazioni, risulta evidente ricordando le panchine della Litoranea di Ponente posizionate 'al contrario', di modo che chiunque volesse riposarsi avrebbe potuto godere della meravigliosa vista della strada avendo il mare alle spalle. In piazza Sant'Antonio, rinominata piazza del cemento, manca solo la pavimentazione asfaltata; Piazza Caduti è stata stravolta e imbruttita, dall'assessore di turno, in barba a tutta la storia, che quella piazza trasuda, ma che evidentemente non ha nemmeno studiato.
E allora l'inciviltà sta a monte, la ricerca del bello va alimentata e deve partire dall'alto. Sotto quello scempio di ponte farebbe pendant qualsiasi porcheria, un cumulo di carta posizionata per la raccolta differenziata non può di certo sbalordire. Lodevole la ratio che sottende la donazione del giardino verticale, che, purtroppo, in questa città, non certo per colpa dei cittadini, risulta come un fiore all'occhiello di un abito consunto, mal cucito, dal tessuto scadente e di foggia imbarazzante. Cominciamo ad eliminare le vere brutture, realizzate da brutta gente che imbruttiscono la città e i suoi abitanti».
Speriamo che l'intenzione nobile e simbolica del giardino verticale sia rispettata da tutti i cittadini e che magari il cumulo per la raccolta della carta venga spostato di qualche metro, semplicemente.