R-Evolution 2020, la ripartenza da Barletta è un successo
Il Fiof: «Abbiamo avvicinato territori e culture, la città ha risposto con entusiasmo»
giovedì 17 settembre 2020
Il Fiof ha scelto Barletta per far ripartire il R-Evolution, festival itinerante nato in Puglia nel 2011, e Barletta ha risposto con entusiasmo agli eventi che hanno coinvolto l'intero territorio cittadino, con il coinvolgimento del centro storico e delle periferie e dando attenzione e rilievo alla valorizzazione di aree, strutture, monumenti ed architetture di maggiore interesse dell'ente comunale.
Sipario sull'evento che ha messo insieme, rispettando le norme anti Covid e il necessario distanziamento sociale, sei giorni di spettacoli realizzati da fotografi con esperienza nel settore della fotografia ed il supporto di giovani artisti, quali musicisti, artisti di strada e ballerini.
«Avvicinare i territori, le varie culture regionali, che fanno della Puglia, uno dei Paesi più affascinanti dell'Italia, ci consente di indagare, di arricchirci attraverso uno dei mezzi più immediati nel panorama della comunicazione: la fotografia - spiega il presidente del Fiof Ruggiero Dibenedetto - quella vera, quella che emoziona e ti fa riflettere, ma anche divertire ed arricchire. Abbiamo dato vita a spettacoli legati alla valorizzazione del patrimonio storico-culturale e delle tradizioni del territorio».
Un diktat passato per alcuni protagonisti: tra questi il maestro del fotogiornalismo Franceso Cito, che dal 7 al 10 settembre ha dato vita a tre giornate di laboratorio di educazione all'immagine per l'infanzia dal titolo "Il mago della luce", mettendo a disposizione dei giovanissimi un curriculum fatto di mostre, premi e riconoscimenti internazionali per la sua carriera di reporter, e il fotografo ambulante Gianni De Gregorio, che tra Parco dell'Umanità, giardini del Castello Svevo e via Nazareth.
De Gregorio è l'ultimo cascettaro fotografico napoletano: ha ripresouna grande tradizione dell'inizio secolo scorso che ha resistito fino alla metà degli anni '60, quella dei fotografi che stazionavano sotto al San Carlo e in Piazza Municipio con le loro cascette, le quali con una lavorazione fotografica chiamata "a tipo e controtipo", riuscivano a fornire, ai loro occasionali clienti, fotografie per documenti e ricordi in tempo reale. «Magia, alchimia e la conoscenza di un mestiere artigianale si uniscono in questo processo unico e particolare - la sua descrizione- argento e luce, per vivere l'incanto della fotografia più pura».
Incanto, come quello portato a Barletta da Cito: «La fotografia, agli occhi dei più piccoli, trasforma il fotografo in un illusionista, capace di trasformare la luce in immagine. Immersi nell'oscurità della stanza, i bambini con l'accensione della lampadina rossa hanno visto concretizzarsi la loro piccola magia».
A completare la settimana di eventi, anche l'installazione 'FInzioni: la stanza che non c'era' a cura dell'art designer Gennaro Corcella. «Siamo felici della risposta della città, ora non ci fermiamo. Il lockdown ha alimentato le nostre idee - le parole di Dibenedetto - e nonostante tutte le difficoltà che il settore vive, facciamo di tutto per metterle in atto».
Sipario sull'evento che ha messo insieme, rispettando le norme anti Covid e il necessario distanziamento sociale, sei giorni di spettacoli realizzati da fotografi con esperienza nel settore della fotografia ed il supporto di giovani artisti, quali musicisti, artisti di strada e ballerini.
«Avvicinare i territori, le varie culture regionali, che fanno della Puglia, uno dei Paesi più affascinanti dell'Italia, ci consente di indagare, di arricchirci attraverso uno dei mezzi più immediati nel panorama della comunicazione: la fotografia - spiega il presidente del Fiof Ruggiero Dibenedetto - quella vera, quella che emoziona e ti fa riflettere, ma anche divertire ed arricchire. Abbiamo dato vita a spettacoli legati alla valorizzazione del patrimonio storico-culturale e delle tradizioni del territorio».
Un diktat passato per alcuni protagonisti: tra questi il maestro del fotogiornalismo Franceso Cito, che dal 7 al 10 settembre ha dato vita a tre giornate di laboratorio di educazione all'immagine per l'infanzia dal titolo "Il mago della luce", mettendo a disposizione dei giovanissimi un curriculum fatto di mostre, premi e riconoscimenti internazionali per la sua carriera di reporter, e il fotografo ambulante Gianni De Gregorio, che tra Parco dell'Umanità, giardini del Castello Svevo e via Nazareth.
De Gregorio è l'ultimo cascettaro fotografico napoletano: ha ripresouna grande tradizione dell'inizio secolo scorso che ha resistito fino alla metà degli anni '60, quella dei fotografi che stazionavano sotto al San Carlo e in Piazza Municipio con le loro cascette, le quali con una lavorazione fotografica chiamata "a tipo e controtipo", riuscivano a fornire, ai loro occasionali clienti, fotografie per documenti e ricordi in tempo reale. «Magia, alchimia e la conoscenza di un mestiere artigianale si uniscono in questo processo unico e particolare - la sua descrizione- argento e luce, per vivere l'incanto della fotografia più pura».
Incanto, come quello portato a Barletta da Cito: «La fotografia, agli occhi dei più piccoli, trasforma il fotografo in un illusionista, capace di trasformare la luce in immagine. Immersi nell'oscurità della stanza, i bambini con l'accensione della lampadina rossa hanno visto concretizzarsi la loro piccola magia».
A completare la settimana di eventi, anche l'installazione 'FInzioni: la stanza che non c'era' a cura dell'art designer Gennaro Corcella. «Siamo felici della risposta della città, ora non ci fermiamo. Il lockdown ha alimentato le nostre idee - le parole di Dibenedetto - e nonostante tutte le difficoltà che il settore vive, facciamo di tutto per metterle in atto».