Questione-Timac, «abbiamo il diritto di sapere e proteggerci»

La nota del professor Ruggiero Quarto. Dopo la puzza che ha invaso la città in data venerdì 22 febbraio

giovedì 28 febbraio 2013
Venerdì 22 Febbraio Barletta, per l'ennesima volta, è stata invasa da una puzza nauseabonda. Un agente della Polizia Municipale, insieme al dottore Grieco dell'Ufficio Ambiente, aveva spiegato di essersi recato presso l'impianto produttivo, dove il direttore generale della fabbrica aveva confermato la responsabilità della Timac, spiegando come l'odore non fosse nocivo. Con la sua consueta attenzione al territorio, ci scrive il professor Ruggiero Quarto, Docente di geofisica oresso l'Università di Bari.

«Vorrei sapere su quale base, oltre al suo ruolo (!), il direttore sostiene che non è nocivo. Se è davvero così, ci tranquillizzi con una dichiarazione pubblica supportata scientificamente. Vorrei anche sapere se gli incaricati del Comune hanno compiuto accertamenti e/o hanno comunicato l'accaduto all'Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione dell'Ambiente (ARPA) e se questa sia intervenuta. Come barlettani, viviamo in un continuo stato di terrore per tutti i diffusi e frequenti inquinamenti che interessano la Città. Anche questo evento e' intollerabile! L'informazione è molto lacunosa e noi abbiamo il diritto di sapere ed eventualmente di proteggerci durante l'emergenza, oltre che di pretendere azioni di prevenzione!

Di fatto, le tre centraline di monitoraggio della qualità dell'aria di Barletta, gestite dall'ARPA, spesso rilevano dati preoccupanti, soprattutto quelle di via Canosa e via del Mare. La terza, ubicata nello stadio Simeone, purtroppo è incompleta e rileva solo due inquinanti (!). I dati delle centraline sono consultabili sul sito web dell'ARPA e in una prima schermata forniscono un colore che rappresenta l'Indice della Qualità dell'Aria (IQA). Per il calcolo dell'IQA sono presi in considerazione gli inquinanti PM10 (frazione del particolato con diametro inferiore a 10μm), biossido di azoto, ozono, benzene, monossido di carbonio, biossido di zolfo. Per ciascuno degli inquinati l'IQA è calcolato attraverso la formula: IQA = (Concentrazione misurata/limite di legge) x 100 ed è suddivisa in 5 classi, da ottima a pessima, in funzione del valore di IQA misurato. Per colorare la stazione si usa il dato peggiore. Spesso le due centraline citate hanno un colore giallo (IQA discreto) che rappresenta un livello di attenzione e significa che almeno un inquinante vale circa il limite di legge (da 67 a 99%). Alcune volte si superano i limiti!

Ebbene, la centralina di via del Mare, quella più vicina alla Timac, proprio il fatidico venerdì 22 presenta un picco anomalo del biossido di zolfo (21.7μg/m3 a fronte di 3 dei due giorni successivi). Quarto peggior dato tra le 47 stazioni ARPA Puglia, pur rimanendo molto al di sotto del limite di legge (350μg/m3). Per tale centralina è preoccupante anche il valore del PM10 e ozono che il 22 forniscono il colore giallo di attenzione. Perché il biossido di zolfo presenta un picco nel giorno della puzza? Basta qualche rudimento di chimica per sospettare una relazione zolfo-fertilizzanti. Dato, poi, che la Timac si trova tra la città e la centralina, se la puzza si è diretta in città, la stazione di monitoraggio era sopravento rispetto alla fabbrica. Se fosse stata sottovento cosa avrebbe registrato? Vogliamo sapere e capire! La Timac è una industria oramai inglobata nella Città e occorrono garanzie di salubrità sia per i cittadini che per i lavoratori al suo interno. È indispensabile monitorare e controllare il territorio, soprattutto nei suoi aspetti più vulnerabili: emissioni industriali, incendi tossici in campagna e periferia, emissioni da traffico, inquinamento elettromagnetico, scarichi industriali (per es. frantoi), discariche abusive, reflui dei depuratori, scarichi a mare, Ofanto e Ciappetta-Camaggi.

Sono necessari pattugliamenti, videosorveglianza, sistemi di monitoraggio in tempo reale accessibili da tutti in internet. Ciò per dare risposta a tre grandi bisogni della gente: 1)fermare i reati contro l'ambiente; 2)conoscere le criticità ambientali; 3)cautelare la propria salute. Inoltre, la conoscenza scientifica dei problemi ambientali è la base per le bonifiche del caso e, ancora più, per politiche di prevenzione e salvaguardia dell'ambiente. Abbiamo il sacrosanto dovere di fermare il degrado di un territorio vulnerabile dal punto di vista ambientale e abbandonato dagli interessi della politica locale. Mettere al centro dell'azione politica l'ambiente significa ridare bellezza a una città di mare e cultura. Presupposto per lanciarsi in nuovi orizzonti produttivi. Presupposto per una migliore vivibilità!»