«Quella volta che Fiorello sfiorò Barletta»
Gaetano Spera dj e le notti degli anni '80
sabato 24 maggio 2014
0.29
Gaetano Spera nasce nel 1963. All'età di 14 anni diventa speaker e responsabile trasmissioni delle prime "radio libere" a Barletta: Radio Ombra (Via Manfredi) e Radio Luna (Via Magenta). Nel 1979, inizia la carriera di disc jockey presso la discoteca "Blanc et Noir" ( ex Casanova, via Madonna degli Angeli, 51). Le attività di dj e speaker radiofonico proseguono parallele negli anni, presso Radio Gamma, Radio Barletta Stereo, R.C.P. Music e Radio Antenna Uno (dove curava la redazione sportiva con Mimmo Tuosto e Michele Piazzolla). Gaetano ha suonato in discoteche come Equinox (presso Lido Valerio), "La Tartaruga" (litoranea di ponente) e in altri club della Basilicata e della provincia di Foggia. Nel 1993 inaugura "Only for Deejay", negozio di musica specializzato. In seguito diventa addetto stampa del Barletta Calcio (gestione DiVittorio) e segretario e tema manager della squadra. Dal 2003, Gaetano Spera è receptionist presso l'hotel "La Terrazza".
Perché sei diventato dj e quando hai iniziato?
«Ho iniziato a 16 anni. All'epoca, non fu una scelta. Credo che il lavoro del dj resti un hobby, sebbene qualcuno lo scelga come professione».
Quale è stata la prima discoteca in cui hai suonato?
«La prima discoteca in cui ho suonato è stata il "Blanc et Noir", come assistente del dj Sandro Zaramella, grande amico. Fu una emozione enorme».
Quale fu il primo disco che suonasti?
«Non lo ricordo, all'epoca c'erano tanti bellissimi dischi, la musica era diversa, era suonata per davvero. Invece, oggi è necessario solo un pc».
Quanto contava il look?
«Il look contava molto, dato che il deejay era un vero "animatore" di serate, non era necessaria la perfezione nel mixaggio. Oggi, il dj è una figura defilata, il look non conta nulla».
C'era rivalità musicale tra dj?
«Da parte mia, no. Gestivo un negozio di dischi, avevo altre priorità. Anzi, saluto tutti i miei colleghi».
Quanti dischi possiedi?
«Ho circa 2000 vinili di ogni genere musicale. Conservo anche molte "lacche" con pezzi inediti e rari».
Come si viveva a Barletta, negli anni '80?
«Si viveva molto bene, eravamo una squadra che viveva per la musica, dal martedì alla domenica, riposavamo il lunedì. Con gli altri colleghi, come Enzo Delvy e Florindo Ricciuti, c'era una preparazione costante e professionale. Io lavoravo in ufficio, andavo in negozio e preparavo la scaletta musicale fin dal martedì».
Chi ricordi con piacere?
«Enzo Delvy e Florindo Ricciuti sono gli amici con i quali condividevo ogni giorno pensieri, motivazioni, riflessioni del nostro lavoro. Di quelle serate, ricordo tanta gente. In particolare, ricordo il mio tecnico – luci: Michele Manzi, era sempre con me, spero stia bene».
Hai un aneddoto particolare da raccontare?
«Si, era il periodo in cui la discoteca "Blanc et Noir" era gestita da Enzo Delvy e dal mitico Benito Spera, nel 1989 /90. Un noto impresario, propose loro un artista, a quel tempo sconosciuto, e sai chi era? Fiorello, che in quel periodo faceva l'animatore in un villaggio turistico di Ostuni. Il suo impresario lo propose a costo zero, proponendo di dividere l'incasso per i relativi compensi. Ricordo che Enzo e Benito si guardarono negli occhi e decisero di non ingaggiare quello sconosciuto animatore di villaggio turistico, dato che a quel tempo ogni serata al "Blanc et Noir" faceva il pienone. Quella volta, Fiorello sfiorò Barletta».
Perché in seguito hai aperto un negozio di dischi?
«Perché ho costruito una famiglia. Per intraprendere la carriera professionale del dj, bisogna essere spiriti liberi. Ai miei tempi, c'era divertimento puro nel mixare, oggi le cose sono cambiate. Dopo il negozio di dischi, ho fatto scelte che mi hanno portato a lavorare nel campo turistico».
Che consiglio vorresti dare ad un aspirante dj?
«Consiglierei di iniziare per divertirsi, in seguito perfezionarsi».
L'intervista è finita, chi vuoi salutare?
«Saluto il mio collega Massimiliano Crudele, con il quale condivido le gioie e i dolori (scherzo!) del mio lavoro!».
Perché sei diventato dj e quando hai iniziato?
«Ho iniziato a 16 anni. All'epoca, non fu una scelta. Credo che il lavoro del dj resti un hobby, sebbene qualcuno lo scelga come professione».
Quale è stata la prima discoteca in cui hai suonato?
«La prima discoteca in cui ho suonato è stata il "Blanc et Noir", come assistente del dj Sandro Zaramella, grande amico. Fu una emozione enorme».
Quale fu il primo disco che suonasti?
«Non lo ricordo, all'epoca c'erano tanti bellissimi dischi, la musica era diversa, era suonata per davvero. Invece, oggi è necessario solo un pc».
Quanto contava il look?
«Il look contava molto, dato che il deejay era un vero "animatore" di serate, non era necessaria la perfezione nel mixaggio. Oggi, il dj è una figura defilata, il look non conta nulla».
C'era rivalità musicale tra dj?
«Da parte mia, no. Gestivo un negozio di dischi, avevo altre priorità. Anzi, saluto tutti i miei colleghi».
Quanti dischi possiedi?
«Ho circa 2000 vinili di ogni genere musicale. Conservo anche molte "lacche" con pezzi inediti e rari».
Come si viveva a Barletta, negli anni '80?
«Si viveva molto bene, eravamo una squadra che viveva per la musica, dal martedì alla domenica, riposavamo il lunedì. Con gli altri colleghi, come Enzo Delvy e Florindo Ricciuti, c'era una preparazione costante e professionale. Io lavoravo in ufficio, andavo in negozio e preparavo la scaletta musicale fin dal martedì».
Chi ricordi con piacere?
«Enzo Delvy e Florindo Ricciuti sono gli amici con i quali condividevo ogni giorno pensieri, motivazioni, riflessioni del nostro lavoro. Di quelle serate, ricordo tanta gente. In particolare, ricordo il mio tecnico – luci: Michele Manzi, era sempre con me, spero stia bene».
Hai un aneddoto particolare da raccontare?
«Si, era il periodo in cui la discoteca "Blanc et Noir" era gestita da Enzo Delvy e dal mitico Benito Spera, nel 1989 /90. Un noto impresario, propose loro un artista, a quel tempo sconosciuto, e sai chi era? Fiorello, che in quel periodo faceva l'animatore in un villaggio turistico di Ostuni. Il suo impresario lo propose a costo zero, proponendo di dividere l'incasso per i relativi compensi. Ricordo che Enzo e Benito si guardarono negli occhi e decisero di non ingaggiare quello sconosciuto animatore di villaggio turistico, dato che a quel tempo ogni serata al "Blanc et Noir" faceva il pienone. Quella volta, Fiorello sfiorò Barletta».
Perché in seguito hai aperto un negozio di dischi?
«Perché ho costruito una famiglia. Per intraprendere la carriera professionale del dj, bisogna essere spiriti liberi. Ai miei tempi, c'era divertimento puro nel mixare, oggi le cose sono cambiate. Dopo il negozio di dischi, ho fatto scelte che mi hanno portato a lavorare nel campo turistico».
Che consiglio vorresti dare ad un aspirante dj?
«Consiglierei di iniziare per divertirsi, in seguito perfezionarsi».
L'intervista è finita, chi vuoi salutare?
«Saluto il mio collega Massimiliano Crudele, con il quale condivido le gioie e i dolori (scherzo!) del mio lavoro!».
Discoteche presenti a Barletta tra gli anni '70 e '80:
Bla Bla (via Rizzitelli, 88)
New York New York (corso Garibaldi, 9)
Cheznous (via Cialdini,8)
L'Occhio (piazza Castello, 29)
Chic Dance (via della Repubblica)
Casanova (via Madonna degli Angeli, 51)
La Tartaruga (litoranea Pietro Mennea)
Victor (litoranea di levante)
Bla Bla (via Rizzitelli, 88)
New York New York (corso Garibaldi, 9)
Cheznous (via Cialdini,8)
L'Occhio (piazza Castello, 29)
Chic Dance (via della Repubblica)
Casanova (via Madonna degli Angeli, 51)
La Tartaruga (litoranea Pietro Mennea)
Victor (litoranea di levante)