Quel desiderio di primeggiare che rompe la comunione nella Chiesa
Una lezione di umiltà nelle parole di don Vito Carpentiere
domenica 18 ottobre 2015
0.56
Dal Vangelo secondo Marco: "In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Nel racconto evangelico di Marco, Gesù per tre volte preannuncia il mistero pasquale come passione, morte e resurrezione. La prima volta è Simon Pietro che si oppone a questa logica e si sentirà dire da Gesù: torna dietro a me, Satana; tu non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini. La seconda volta mentre Gesù fa questi discorsi i discepoli stavano discutendo animatamente tra loro chi fosse il più grande. Il brano evangelico odierno si trova subito dopo il terzo annuncio della passione. Non è cambiata molto la situazione visto che due discepoli della prima ora, Giacomo e Giovanni, si avvicinano a Gesù e gli dicono: vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo. L'esatto contrario della preghiera! Se infatti nella preghiera il cristiano cerca di mettersi in ascolto della volontà di Dio, tutte le volte che noi preghiamo imponendo a Dio la nostra volontà ci mettiamo agli antipodi della logica della fede. Gesù, tuttavia, si pone in loro ascolto ed essi manifestano il desiderio di sedere nella sua gloria uno alla sua destra e un altro alla sinistra. Ma evidentemente parlano un linguaggio totalmente differente da quello di Gesù, che intendeva invece la gloria come la manifestazione suprema dell'amore di Dio nel mistero di Cristo crocifisso. Gesù, tuttavia, alza il tiro della loro richiesta chiamandoli a condividere con lui il calice della passione e il battesimo nella sofferenza. Essi, inconsapevolmente, accettano!
Questo desiderio di gloria, fama, potere, successo, ci fa tanto rassomigliare a questi due discepoli! Ciò che realmente si oppone a Dio non è il peccato, ma il potere e il desiderio smodato di esso. E questo genera gelosie, invidie, dissensi, insomma rompe la comunione nella comunità. Infatti nel racconto abbiamo la reazione indignata degli altri dieci! E Gesù dovrà intervenire per ricomporre questa brutta rottura di comunione. Lo fa ricordando la logica del regno di Dio in cui chi vuole essere il primo impara a farsi servo! Servire è regnare! E ridisegna la comprensione che egli ha di se stesso: il figlio dell'uomo non è venuto per farsi servire ma per servire e dare la propria vita in riscatto per le moltitudini. Quando non comprendiamo rettamente Cristo, non comprendiamo rettamente neanche la Chiesa e le nostre comunità! La chiesa diviene viva e vivificante se resta innestata al mistero pasquale di Cristo grazie ai sacramenti del battesimo dell'eucaristia. E la sua logica interna è il servizio, non il potere! Da Gesù servo nasce una chiesa serva.
Quanta strada abbiamo da percorrere nelle nostre comunità cristiane! Quanta strada abbiamo da percorrere nell'itinerario personale di fede! Che sferzata questo Vangelo!
Buona domenica.
[don Vito]
Nel racconto evangelico di Marco, Gesù per tre volte preannuncia il mistero pasquale come passione, morte e resurrezione. La prima volta è Simon Pietro che si oppone a questa logica e si sentirà dire da Gesù: torna dietro a me, Satana; tu non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini. La seconda volta mentre Gesù fa questi discorsi i discepoli stavano discutendo animatamente tra loro chi fosse il più grande. Il brano evangelico odierno si trova subito dopo il terzo annuncio della passione. Non è cambiata molto la situazione visto che due discepoli della prima ora, Giacomo e Giovanni, si avvicinano a Gesù e gli dicono: vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo. L'esatto contrario della preghiera! Se infatti nella preghiera il cristiano cerca di mettersi in ascolto della volontà di Dio, tutte le volte che noi preghiamo imponendo a Dio la nostra volontà ci mettiamo agli antipodi della logica della fede. Gesù, tuttavia, si pone in loro ascolto ed essi manifestano il desiderio di sedere nella sua gloria uno alla sua destra e un altro alla sinistra. Ma evidentemente parlano un linguaggio totalmente differente da quello di Gesù, che intendeva invece la gloria come la manifestazione suprema dell'amore di Dio nel mistero di Cristo crocifisso. Gesù, tuttavia, alza il tiro della loro richiesta chiamandoli a condividere con lui il calice della passione e il battesimo nella sofferenza. Essi, inconsapevolmente, accettano!
Questo desiderio di gloria, fama, potere, successo, ci fa tanto rassomigliare a questi due discepoli! Ciò che realmente si oppone a Dio non è il peccato, ma il potere e il desiderio smodato di esso. E questo genera gelosie, invidie, dissensi, insomma rompe la comunione nella comunità. Infatti nel racconto abbiamo la reazione indignata degli altri dieci! E Gesù dovrà intervenire per ricomporre questa brutta rottura di comunione. Lo fa ricordando la logica del regno di Dio in cui chi vuole essere il primo impara a farsi servo! Servire è regnare! E ridisegna la comprensione che egli ha di se stesso: il figlio dell'uomo non è venuto per farsi servire ma per servire e dare la propria vita in riscatto per le moltitudini. Quando non comprendiamo rettamente Cristo, non comprendiamo rettamente neanche la Chiesa e le nostre comunità! La chiesa diviene viva e vivificante se resta innestata al mistero pasquale di Cristo grazie ai sacramenti del battesimo dell'eucaristia. E la sua logica interna è il servizio, non il potere! Da Gesù servo nasce una chiesa serva.
Quanta strada abbiamo da percorrere nelle nostre comunità cristiane! Quanta strada abbiamo da percorrere nell'itinerario personale di fede! Che sferzata questo Vangelo!
Buona domenica.
[don Vito]