Quarto: «La Politica ci scoraggia sulla questione mare»

Dall'incontro "Mare24ore": l'impianto di affinamento non sarà mai più utilizzato

venerdì 20 marzo 2015 8.23
«"Il mare 24 ore". Grazie e complimenti a Ruggiero Mennea, per aver promosso un evento difficile e "fuori tempo" - lo scrive il prof. Ruggiero Quarto, docente di geofisica presso l'Università di Bari, intervenuto all'incontro della settimana scorsa - Difficile, perché complesso e con molteplici responsabilità. Fuori tempo, perché si parla di mare solo in piena estate. Poi si passa all'anno successivo, con problemi aggravati.

Ciononostante, alla fine dell'incontro sono stato colto da delusione e senso di frustrazione. Comune, Provincia, Regione, AQP, Autorità Idrica Pugliese, Autorità di Bacino, ci hanno sostanzialmente detto che: 1) i problemi legati all'inquinamento del nostro mare arrivano da lontano e li hanno incolpevolmente investito; 2) l'inquinamento dipende essenzialmente dal fiume Ofanto, con gravi colpe del comparto agricolo; 3) per l'inquinamento di origine urbana, le colpe sono dei cittadini, che scaricano in fogna in modo scorretto; 4) per tale inquinamento si sono messe in cantiere opere risolutrici e la situazione migliora. Ritengo ciò un mix tra scarica barile, assoluzione di chi gestisce i reflui urbani, esaltazione di azioni sempre in affanno e ritardo. Emblematico, poi, il colpevolizzare i cittadini! È come dire che l'evasione fiscale è colpa dei contribuenti. Piacere! E i poteri legislativi e di controllo li assolviamo?

Nel mio intervento, ho rimarcato il pericolo che la prossima estate sarà drammatica per la balneazione. Alla luce delle attuali normative, per i tanti pluviali canalizzati a mare (200m di interdizione alla balneazione rispetto ai punti d'acqua) e per gli scarichi artificiali e naturali (Foce Ofanto, Pantaniello, condotta del depuratore, Ciappetta-Camaggi), con i 500m dai punti d'acqua non adibiti alla balneazione, di fatto il nostro mare ci sarà impedito. Secondo, recenti orientamenti regionali, l'interdizione legata ai pluviali potrà essere limitata agli eventi piovosi (48/72 ore dopo la pioggia, per far abbattere la carica batterica; e la carica chimica??). Per ogni giorno di pioggia non ci si potrà bagnare per 3-4 giorni. Speriamo nella siccità! Magari con la "danza del sole".

Nell'incontro, ho sottolineato che, da tempo, sappiamo che ci sono sversamenti abusivi di acque di fogna nera in bianca e viceversa, chiedendo cosa si sta facendo in merito e se il timore che il depuratore, che oggi va in tilt dopo le piogge, continuerà a farlo anche dopo l'adeguamento in corso. Sul depuratore nessuna risposta. Sull'abusivismo, incoraggianti dichiarazioni di controlli in atto, comunque senza assicurazioni circa l'eliminazione del problema. Chiedere ai responsabili delle acque cosa avverrà nella prossima estate e nelle successive è sbagliato? Incalzarli perché risolvano l'atavico problema dell'inquinamento marino è importuno? Cosa diciamo alla gente e agli operatori balneari? Possiamo avere certezze? Con frustrazione, il mio tono critico, penso ampiamente giustificato, dal momento che da troppo tempo sostengo e propongo azioni per la salvaguardia e valorizzazione del mare, è stato mal digerito dal "palco" tecnico-politico. È stato stucchevolmente stigmatizzato che la critica non serve e che occorre delicatezza nell'affrontare problemi sensibili e fiducia nell'operato della pubblica amministrazione. Ho maturato che, come cittadini, abbiamo il dovere della partecipazione e del senso civico, unendo sempre la critica alla proposta. Ma ho, altresì, imparato che il livello politico va censurato per gli errori, criticato per le omissioni, pungolato per i ritardi, incoraggiato per le azioni virtuose. Poi, come si può aver fiducia cieca? Spesso le opere pubbliche (quando fatte!) sono tardive, raffazzonate, se non dannose, incomplete, con sperpero di danaro pubblico e, talvolta, inquinate da corruzione.

Un brutto esempio dichiarato proprio nell'incontro? Per mitigare l'inquinamento marino, a Barletta, era stato progettato e costruito un impianto di affinamento delle acque di depurazione. L'obiettivo era nobile: riutilizzare i reflui urbani in agricoltura e sottrarli al mare. Peccato che mi risulta dimensionato per 6.5 milioni di metri cubi a fronte di una misera richiesta di 180 mila! È come aver costruito un treno per due passeggeri. Bastava una Smart! E noi paghiamo! Peccato che non sia mai entrato in funzione. Con tutto candore, l'assessore regionale ci ha scioccato annunciando che quell'impianto non sarà più usato! Infatti, con l'adeguamento del depuratore, gli scarichi saranno direttamente utilizzabili in agricoltura, rendendo inutile l'impianto di affinamento. Hanno scherzato! Con i nostri soldi! Di una spesa di oltre sei milioni di euro, ci rimane forse utile un'irrisoria condotta per un uso marginale. Altro che delicatezza e fiducia! Altro che criticismo! C'è da indignarsi!

È troppo detestabile pretendere che si individuino le responsabilità del costoso flop e si censurino? È troppo indelicato chiedere il massimo degli sforzi, politici, tecnici ed economici, per avviare veramente ed efficientemente quelle opere più volte da me indicate o altre risolutrici? Penso ai monitoraggi batteriologici e chimici e controlli massicci di tutti i punti d'acqua, eliminazione degli allacci abusivi alle reti fognarie, attenzione a Ofanto e Ciappetta-Camaggi, collettamento efficiente delle fogne bianche e riduzione dei canali, riprogettazione della permeabilità dei suoli urbani, impegno per piani delle coste ecosostenibili e per la ricerca di finanziamenti europei a favore dell'ambiente. In estrema sintesi, è lecito pretendere un ambiente salubre, bello e fruibile, in cui si può configurare anche uno sviluppo ecosostenibile e duraturo? O dobbiamo rassegnarci alla sudditanza, per cui è tutto oro ciò che cola?»