«Quanto valgono Villa Bonelli e l’ex carcere di Sant’Andrea?»
Una nota dell’assessore al patrimonio Sabino Dicataldo. «Bisogna conoscere prima di alienare il nostro patrimonio immobiliare»
giovedì 21 giugno 2012
«Ho letto con molta attenzione l'ipotesi presentata dal Presidente del Consiglio Mario Monti relativa alla dismissione di beni immobili al fine di recuperare il deficit finanziario che purtroppo ci attanaglia. È un'ipotesi che riguarda da vicino anche la nostra comunità visto che si parla di beni immobili regionali e comunali e quindi dovremmo obbligatoriamente riflettere su quello che rappresenta per un Comune come il nostro il patrimonio immobiliare». Inizia così la nota dell'assessore comunale al patrimonio Sabino Dicataldo.
«A dire il vero dovremmo considerare tre aspetti molto precisi:
• Conoscenza delle proprietà immobiliari e loro stima finanziaria;
• Attuale utilizzo degli stessi (sono liberi, abbandonati, in locazione, ecc…);
• Conoscenza dei bisogni immobiliari comunali (quali sono e quanti sono i beni immobili presi in fitto dal Comune e la loro destinazione).
Solo dopo aver studiato con attenzione queste problematiche, possiamo dar vita alla possibilità di condividere in tutto o in parte l'ipotesi di vendita delle proprietà immobiliari comunali. Per essere concreti ed estremamente pratici, mi chiedo: quanto vale per esempio l'ex carcere di Sant'Andrea? E quanto vale Villa Bonelli o Palazzo Bonelli, giusto per riferirci ad immobili conosciuti da tutti, e ancora, quanto costa alla nostra comunità l'impossibilità di rientrare in possesso di immobili abusivamente occupati? Solo dopo aver dato una risposta a questa semplice domanda possiamo considerare le eventuali cessioni e a favore di chi.
Personalmente non credo che una comunità debba alienare il proprio patrimonio, credo che al contrario lo stesso debba essere curato e valorizzato e solo dopo aver registrato la impossibilità di farne un buon uso che bisogna trovare soluzioni diverse, la vendita rimane comunque l'estrema soluzione alla quale ricorrere con grande attenzione e responsabilità. Prima della vendita ci sono molte possibilità per ridare valore ai beni immobili. Un esempio è quello che si è fatto per Palazzo san Domenico il quale è stato dato in comodato d'uso alla CONSUD previo ristrutturazione dello stesso. Oggi il Comune si ritrova con un bene immobile di grande pregio. Deve solo decidere quale destinazione dargli.
Prima di pensare alla vendita, come si diceva prima, è necessario chiederci: davvero, abbiamo la necessità di liberarci di beni immobili che altri, in tempi diversi, ci hanno consegnato? Senza voler fare ragionamenti socioeconomici e magari poco comprensibili, credo sia opportuno puntare tutto sulla conoscenza della problematica sulla condivisione e sulla trasparenza della soluzione che si và ad affrontare. Vendere o non vendere, non rientra per ora tra le necessità del nostro Comune, certo abbiamo bisogno di riordinare il comparto e soprattutto tagliare i rami secchi o quantomeno farli rientrare tra le risorse e non continuare a tenerli nella voce "costi passivi"».
«A dire il vero dovremmo considerare tre aspetti molto precisi:
• Conoscenza delle proprietà immobiliari e loro stima finanziaria;
• Attuale utilizzo degli stessi (sono liberi, abbandonati, in locazione, ecc…);
• Conoscenza dei bisogni immobiliari comunali (quali sono e quanti sono i beni immobili presi in fitto dal Comune e la loro destinazione).
Solo dopo aver studiato con attenzione queste problematiche, possiamo dar vita alla possibilità di condividere in tutto o in parte l'ipotesi di vendita delle proprietà immobiliari comunali. Per essere concreti ed estremamente pratici, mi chiedo: quanto vale per esempio l'ex carcere di Sant'Andrea? E quanto vale Villa Bonelli o Palazzo Bonelli, giusto per riferirci ad immobili conosciuti da tutti, e ancora, quanto costa alla nostra comunità l'impossibilità di rientrare in possesso di immobili abusivamente occupati? Solo dopo aver dato una risposta a questa semplice domanda possiamo considerare le eventuali cessioni e a favore di chi.
Personalmente non credo che una comunità debba alienare il proprio patrimonio, credo che al contrario lo stesso debba essere curato e valorizzato e solo dopo aver registrato la impossibilità di farne un buon uso che bisogna trovare soluzioni diverse, la vendita rimane comunque l'estrema soluzione alla quale ricorrere con grande attenzione e responsabilità. Prima della vendita ci sono molte possibilità per ridare valore ai beni immobili. Un esempio è quello che si è fatto per Palazzo san Domenico il quale è stato dato in comodato d'uso alla CONSUD previo ristrutturazione dello stesso. Oggi il Comune si ritrova con un bene immobile di grande pregio. Deve solo decidere quale destinazione dargli.
Prima di pensare alla vendita, come si diceva prima, è necessario chiederci: davvero, abbiamo la necessità di liberarci di beni immobili che altri, in tempi diversi, ci hanno consegnato? Senza voler fare ragionamenti socioeconomici e magari poco comprensibili, credo sia opportuno puntare tutto sulla conoscenza della problematica sulla condivisione e sulla trasparenza della soluzione che si và ad affrontare. Vendere o non vendere, non rientra per ora tra le necessità del nostro Comune, certo abbiamo bisogno di riordinare il comparto e soprattutto tagliare i rami secchi o quantomeno farli rientrare tra le risorse e non continuare a tenerli nella voce "costi passivi"».