«Provincia, non si può ledere l’autonomia del territorio»
Fucci annuncia battaglia in Parlamento. Scrive il deputato e coordinatore provinciale del Pdl
giovedì 8 novembre 2012
«Gli ancora pochi giorni passati dall'annunciata decisione del governo di accorpare la Provincia di Barletta Andria Trani a quella di Foggia hanno confermato quanto vado affermando da tempo: in tempi di fortissima crisi d'immagine delle istituzioni e della politica, sarebbe necessario evitare provvedimenti che non guardano alle istanze dei territori, ma sono il frutto di decisioni prese a tavolino e quindi calate dall'alto sui cittadini». Lo afferma il deputato e coordinatore provinciale del Pdl, Benedetto Fucci.
«Anch'io – dice Fucci - nutro grandi perplessità di fronte all'ipotesi di accorpare la nostra provincia con quella di Foggia, rispetto alla quale non c'è il medesimo legame storico e culturale esistente con la Terra di Bari. Inoltre condivido le analisi di quanti hanno anche evidenziato come questo accorpamento potrebbe causare limitazioni e danni nella fornitura dei servizi essenziali dovuti dalla pubblica amministrazione ai cittadini. Il che sarebbe un grave danno considerato che, anzi, negli ancora pochi anni di vita la provincia Bat è stata un modello, nel contesto pugliese, in termini di funzionalità. Ma ancor più della diatriba tra l'accorpamento con Foggia e l'accorpamento con Bari mi interessa sottolineare che la vicenda della nostra Provincia è grave soprattutto perché ai cittadini, e quindi a una intera comunità, vengono imposte decisioni che ledono il principio di autonomia in virtù del quale dovrebbero essere i territori a decidere del proprio destino».
«Il decreto legge, lo strumento scelto dal governo per intervenire, è un provvedimento di urgenza che entra subito in vigore ma che entro sessanta giorni deve essere convertito in legge dal Parlamento. «E' in questa sede – conclude Fucci - che certamente mi impegnerò, muovendomi in accordo con le istituzioni locali, per modificare una norma tanto penalizzante per i cittadini della Bat. E' importante che vi sia piena sinergia tra tutti quanti hanno ruoli istituzionali per non arrendersi e per portare a casa modifiche sostanziose a una normativa di rivisitazione delle province che oggi, così com'è, rischia di arrecare danni incalcolabili al nostro territorio. E in ogni caso resta fermo che l'ultima parola deve spettare, anche attraverso una consultazione referendaria, al popolo sovrano».
«Anch'io – dice Fucci - nutro grandi perplessità di fronte all'ipotesi di accorpare la nostra provincia con quella di Foggia, rispetto alla quale non c'è il medesimo legame storico e culturale esistente con la Terra di Bari. Inoltre condivido le analisi di quanti hanno anche evidenziato come questo accorpamento potrebbe causare limitazioni e danni nella fornitura dei servizi essenziali dovuti dalla pubblica amministrazione ai cittadini. Il che sarebbe un grave danno considerato che, anzi, negli ancora pochi anni di vita la provincia Bat è stata un modello, nel contesto pugliese, in termini di funzionalità. Ma ancor più della diatriba tra l'accorpamento con Foggia e l'accorpamento con Bari mi interessa sottolineare che la vicenda della nostra Provincia è grave soprattutto perché ai cittadini, e quindi a una intera comunità, vengono imposte decisioni che ledono il principio di autonomia in virtù del quale dovrebbero essere i territori a decidere del proprio destino».
«Il decreto legge, lo strumento scelto dal governo per intervenire, è un provvedimento di urgenza che entra subito in vigore ma che entro sessanta giorni deve essere convertito in legge dal Parlamento. «E' in questa sede – conclude Fucci - che certamente mi impegnerò, muovendomi in accordo con le istituzioni locali, per modificare una norma tanto penalizzante per i cittadini della Bat. E' importante che vi sia piena sinergia tra tutti quanti hanno ruoli istituzionali per non arrendersi e per portare a casa modifiche sostanziose a una normativa di rivisitazione delle province che oggi, così com'è, rischia di arrecare danni incalcolabili al nostro territorio. E in ogni caso resta fermo che l'ultima parola deve spettare, anche attraverso una consultazione referendaria, al popolo sovrano».