Prostituzione in un centro massaggi di Barletta, nei guai due coniugi
L'operazione della Polizia di Stato è partita da Ancona e ha coinvolto nove città italiane
martedì 1 ottobre 2019
14.39
Centri massaggi trasformati in luoghi di prostituzione. C'è anche Barletta tra le nove città coinvolte nell'ultima operazione della Polizia di Stato su tutto il territorio nazionale.
Ecco la nota ufficiale diffusa dalla Polizia.
"Marito e moglie avevano organizzato un vero e proprio mercato della prostituzione all'interno di nove centri massaggi sparsi in varie città d'Italia. La Squadra mobile di Ancona, nell'ambito dell'operazione "Vishudda", ha indagato, oltre ai due fondatori dell'organizzazione, altre tre persone per induzione alla prostituzione; nell'ambito delle indagini sono stati sequestrati nove centri massaggi all'interno dei quali le ragazze erano costrette a prostituirsi.
Le indagini, partite alla fine del 2017 da Ancona, hanno portato a scoprire che la prostituzione avveniva anche in altri locali di Faenza (Ravenna), Curtatone (Mantova), San Giovanni in Marigliano (Rimini), San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), Pescara, Barletta e Bologna. I due coniugi reclutavano ragazze italiane tramite annunci di offerte di lavoro a tempo indeterminato e attraverso siti internet.
Una volta assunte, le giovani donne venivano indotte a prostituirsi, dopo un adeguato addestramento impartito all'interno di centri massaggi dagli stessi promotori".
Ecco la nota ufficiale diffusa dalla Polizia.
"Marito e moglie avevano organizzato un vero e proprio mercato della prostituzione all'interno di nove centri massaggi sparsi in varie città d'Italia. La Squadra mobile di Ancona, nell'ambito dell'operazione "Vishudda", ha indagato, oltre ai due fondatori dell'organizzazione, altre tre persone per induzione alla prostituzione; nell'ambito delle indagini sono stati sequestrati nove centri massaggi all'interno dei quali le ragazze erano costrette a prostituirsi.
Le indagini, partite alla fine del 2017 da Ancona, hanno portato a scoprire che la prostituzione avveniva anche in altri locali di Faenza (Ravenna), Curtatone (Mantova), San Giovanni in Marigliano (Rimini), San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), Pescara, Barletta e Bologna. I due coniugi reclutavano ragazze italiane tramite annunci di offerte di lavoro a tempo indeterminato e attraverso siti internet.
Una volta assunte, le giovani donne venivano indotte a prostituirsi, dopo un adeguato addestramento impartito all'interno di centri massaggi dagli stessi promotori".