Pronto soccorso nel caos, il sindacato dei medici valuta l'invio di allerte alle Procure
L’emergenza sanitaria impone la massima attenzione. Intervista al Vice segretario Organizzativo Nazionale Cimo, dottor Luciano Suriano
domenica 10 luglio 2022
10.21
Dopo le diffide fatte dalla CIMO regionale, la massima rappresentanza sindacale dei medici ospedalieri, a tutti i Direttori generali delle Asl, Policlinici e IRCCS pugliesi, adesso si sta pensando di allertare le Procure della Repubblica di tutte le province. La situazione sanitaria della Puglia, rappresenta la quintessenza di quello che sta accadendo a livello nazionale, particolarmente delicata e da tenere sotto controllo. Ma non è con i pannicelli caldi, né tanto meno con provvedimenti illogici e fuorvianti che si può oggi tenere testa all'impennata della diffusione del covid, a fronte di personale sanitario prostrato per una difficile situazione che non accenna a ridimensionarsi.
La recente disposizione dell'assessore Palese e il caos assoluto dell'assistenza ospedaliera che si verrebbe a creare con gli ordini di servizio per i medici dei reparti a svolgere turni nei pronto soccorso sta gettando benzina sul fuoco ad una condizione della sanità pugliese a dir poco critica. Se i pronto soccorso sono prossimi all'implosione, i reparti ospedalieri non godono di ottima salute. Ne abbiamo parlato con il dott. Luciano Suriano, Vice Segretario organizzativo Nazionale CIMO.
"La crisi profonda dei Pronto Soccorso pugliesi, annosa e ormai datata, e la carenza di personale medico dei reparti e servizi ospedalieri, aggravata dalla difficoltà legata al periodo di ferie estive e dalla ripresa del covid-19 con gli inevitabili ricoveri ospedalieri, hanno peggiorato una situazione già di per sé fortemente compromessa con un aumento dello stress psico-fisico per i numerosi turni notturni e festivi. Oggi, con il provvedimento dell'Assessorato alla Salute, che d'imperio vuole che tutti i medici dipendenti degli ospedali di qualsiasi disciplina precettati debbano ruotare nei Pronto soccorsi per coprire carenze di organico strutturale, rischiamo di mandare nel caos più assoluto tutta la sanità pugliese. La risposta della nostra Regione alla problematica dei Pronto Soccorso sembra essere dettata dalla disperazione, con soluzioni arrangiate e illegali, non rispondenti alle regole di una sanità di qualità e non rischiosa per i cittadini utenti con ricadute quindi certamente peggiori dei problemi che vorrebbero risolvere".
Ma cosa implica questa disposizione dell'Assessore Palese?
"Far turnare un oculista o un pediatra o un medico di direzione sanitaria in sala rossa o gialla di Pronto Soccorso per intervenire su un ammalato complesso in grave emergenza non mi sembra adeguato a garantire gli standard di sicurezza per il paziente e ingiusto per gli stessi medici, scoperti per gli eventuali danni dalla propria copertura assicurativa.
Sottrarre medici ai reparti e servizi con organico ridottissimo da anni, nel periodo estivo che prevede contrattualmente il godimento obbligatorio dei 15 giorni delle ferie, con tutte le attività che si dovranno continuare a svolgere nel migliore dei modi, non ci sembra la soluzione. Si ricorda che tra il 2010 e il 2019 sono stati chiusi 173 ospedali e 837 strutture di assistenza specialistica ambulatoriale ed il personale sanitario è diminuito in Italia di 42 mila unità.
Le condizioni di lavoro insostenibili negli ospedali portano sempre più medici, di ogni specialità, a gettare la spugna. La situazione è grave e preoccupante. Il grido d'allarme di medici con anni di esperienza, costretti a lavorare in condizioni insostenibili, rimane inascoltato".
Cosa pensano oggi i medici che lavorano negli ospedali?
"Ci troviamo davanti ai dati certi di un sondaggio proposto dalla CIMO, in cui è emerso che il 72% dei medici dipendenti del SSN è pronto a lasciare la sanità pubblica, e appena ne ha occasione si dimette o anticipa la pensione. Non stupiamoci, allora, quando sarà ancora più chiaro che il futuro che ci attende sarà senza medici".
La recente disposizione dell'assessore Palese e il caos assoluto dell'assistenza ospedaliera che si verrebbe a creare con gli ordini di servizio per i medici dei reparti a svolgere turni nei pronto soccorso sta gettando benzina sul fuoco ad una condizione della sanità pugliese a dir poco critica. Se i pronto soccorso sono prossimi all'implosione, i reparti ospedalieri non godono di ottima salute. Ne abbiamo parlato con il dott. Luciano Suriano, Vice Segretario organizzativo Nazionale CIMO.
"La crisi profonda dei Pronto Soccorso pugliesi, annosa e ormai datata, e la carenza di personale medico dei reparti e servizi ospedalieri, aggravata dalla difficoltà legata al periodo di ferie estive e dalla ripresa del covid-19 con gli inevitabili ricoveri ospedalieri, hanno peggiorato una situazione già di per sé fortemente compromessa con un aumento dello stress psico-fisico per i numerosi turni notturni e festivi. Oggi, con il provvedimento dell'Assessorato alla Salute, che d'imperio vuole che tutti i medici dipendenti degli ospedali di qualsiasi disciplina precettati debbano ruotare nei Pronto soccorsi per coprire carenze di organico strutturale, rischiamo di mandare nel caos più assoluto tutta la sanità pugliese. La risposta della nostra Regione alla problematica dei Pronto Soccorso sembra essere dettata dalla disperazione, con soluzioni arrangiate e illegali, non rispondenti alle regole di una sanità di qualità e non rischiosa per i cittadini utenti con ricadute quindi certamente peggiori dei problemi che vorrebbero risolvere".
Ma cosa implica questa disposizione dell'Assessore Palese?
"Far turnare un oculista o un pediatra o un medico di direzione sanitaria in sala rossa o gialla di Pronto Soccorso per intervenire su un ammalato complesso in grave emergenza non mi sembra adeguato a garantire gli standard di sicurezza per il paziente e ingiusto per gli stessi medici, scoperti per gli eventuali danni dalla propria copertura assicurativa.
Sottrarre medici ai reparti e servizi con organico ridottissimo da anni, nel periodo estivo che prevede contrattualmente il godimento obbligatorio dei 15 giorni delle ferie, con tutte le attività che si dovranno continuare a svolgere nel migliore dei modi, non ci sembra la soluzione. Si ricorda che tra il 2010 e il 2019 sono stati chiusi 173 ospedali e 837 strutture di assistenza specialistica ambulatoriale ed il personale sanitario è diminuito in Italia di 42 mila unità.
Le condizioni di lavoro insostenibili negli ospedali portano sempre più medici, di ogni specialità, a gettare la spugna. La situazione è grave e preoccupante. Il grido d'allarme di medici con anni di esperienza, costretti a lavorare in condizioni insostenibili, rimane inascoltato".
Cosa pensano oggi i medici che lavorano negli ospedali?
"Ci troviamo davanti ai dati certi di un sondaggio proposto dalla CIMO, in cui è emerso che il 72% dei medici dipendenti del SSN è pronto a lasciare la sanità pubblica, e appena ne ha occasione si dimette o anticipa la pensione. Non stupiamoci, allora, quando sarà ancora più chiaro che il futuro che ci attende sarà senza medici".