Progetto di interramento dell’elettrodotto delle Ferrovie, che sia la volta buona per Barletta?

Moltissimi cittadini costretti a convivere con l'inquinamento elettromagnetico. «Situazione paradossale, ambientalisti nostrani distratti e scarsa informazione»

sabato 4 maggio 2013
A cura di Franco Caputo
Non si scopre nulla di nuovo se si afferma che burocrazia, complessità dei procedimenti amministrativi, ritardi e contraddizioni della politica generano frequentemente mostruose lungaggini e grovigli di responsabilità (per lo più irresponsabilità) che allontanano, e in certi casi impediscono, la realizzazione di importanti progetti di interesse pubblico. E' quanto potrebbe accadere nella nostra Città per il progetto di interramento dell'elettrodotto delle Ferrovie.

Infatti, pur a fronte di un procedura di fatto pienamente espletata da Rete Ferroviaria Italiana (Ente Appaltante per conto del Comune) conclusasi con l'aggiudicazione e la consegna dei lavori in favore di un'impresa di Brescia lo scorso ottobre 2012, ad oggi si è in una condizione di stallo per "problemi di bilancio" del Comune di Barletta. Quel famigerato patto di stabilità che, a quanto pare, impedirebbe di finanziare una prima quota per l'anno in corso per € 2.700.000, a fronte di una spesa complessiva di circa 6,5 milioni di euro.

Una condizione a dir poco paradossale, ancorché imbarazzante e preoccupante sul piano istituzionale che potrebbe indurre RFI, ove perdurasse l'inadempienza da parte del Comune, ad incamerare la fidejussione per poi chiedere al Comune la revoca della Convenzione sottoscritta nel Dicembre del 2009, quale atto di cautela necessaria per fronteggiare possibili rischi di contenzioso da parte dell'impresa aggiudicataria.

Sarebbe un vero peccato se ciò accadesse dopo tanti anni di battaglie civili dei cittadini riuniti in Comitato ma anche per l'impegno profuso dai Sindaci, Salerno prima e Maffei dopo, inframmezzato dall'inatteso "attivismo" di un Commissario Straordinario. In pochi forse ricorderanno che nel lontano 2006 l'allora Commissario Straordinario Dr. Nunziante, a seguito di un incontro avuto con i rappresentanti del Comitato per lo spostamento degli elettrodotti, assunse l'impegno di convocare ENEL e RFI al fine di sottoscrivere un protocollo d'intenti con il quale avviare a soluzione l'annosissimo problema. In un comunicato stampa il Dr. Nunziante affermava: «Sono estremamente convinto che siamo di fronte ad un passo decisivo. Si porranno le basi concrete per un epilogo finalmente risolutivo di una problematica che sta giustamente tanto a cuore di molti barlettani e di chi, come me in questo momento, ha la responsabilità di tutelare la salute di tutti».

Quel responsabile richiamo alla "tutela della salute" dei cittadini che coglieva pienamente le preoccupazioni e le ansie di migliaia di residenti costretti a convivere, da decenni, con enormi tralicci e cavi ad alta tensione, in alcuni tratti vicinissimi alle abitazioni, fonte di inquinamento elettromagnetico.

Pur comprendendo la posizione legittimamente assunta in questi mesi dall'attuale Commissario Dr.ssa Manzone, è tuttavia inaccettabile il grave danno e la beffa che subirebbe la cittadinanza se sfumasse proprio sul più bello la risoluzione di un insidioso problema di inquinamento ambientale. Nel vuoto di guida politico-amministrativa della Città i tecnicismi contabili legati al "dogma" del Patto di Stabilità potrebbero avere la meglio rispetto alle rilevanti problematiche ambientali che mettono a rischio la salute dei cittadini. La scarsa informazione, la "distrazione" degli ambientalisti nostrani, il caos della campagna elettorale unitamente alla scarsa conoscenza circa lo stato di taluni procedimenti amministrativi, tuttora in itinere, rischiano di arrecare ulteriore danno alla Città. E' quanto mai necessario e urgente che attraverso un'azione congiunta del Commissario Dr.ssa Manzone e dei rappresentati Istituzionali della Città, Consiglieri Regionali e Provinciali oltre agli stessi Candidati Sindaci, si assumano iniziative utili per scongiurare che accada l'irreparabile, verificando ad esempio, ove possibile, la possibilità di rinegoziare con RFI i termini e gli obblighi previsti dalla Convenzione o, in alternativa, rivedere le priorità di bilancio per cercare di reperire una quota certa di fondi da destinare alla copertura del primo rateo di spesa, seppur inferiore a quella prevista per l'anno in corso.