Problema sicurezza nella 167, il comitato di quartiere: «Serve una ribellione popolare»

La nota firmata da Giuseppe Di Bari e Raffaele Patella

mercoledì 3 aprile 2024 12.28
«Nella calma apparente delle periferie, si nasconde un'escalation silenziosa ma pericolosa dei fenomeni delinquenziali. La zona 167 di Barletta è vittima di questo dilagante problema ed è stata recentemente scossa da una serie di eventi che hanno messo in luce l'urgente necessità di un'azione collettiva per contrastare la criminalità dilagante. Le strade che dovrebbero essere percorsi sicuri per i residenti, stanno diventando terreni di caccia per bande criminali che seminano terrore e insicurezza. Furti, aggressioni e spaccio di droga sono diventati allarmanti routine quotidiane per i residenti della zona. La quiete è stata sostituita dal timore costante e dalla sensazione di impotenza di fronte a una situazione che sembra sfuggire di mano». Così Giuseppe Di Bari e Raffaele Patella per il comitato di quatiere Zona 167.

«Questa escalation dei fenomeni delinquenziali non è un problema isolato della zona 167, ma piuttosto un sintomo di una malattia che si sta diffondendo rapidamente in tutta la città. Le periferie stanno diventando epicentri di criminalità, lasciando i residenti a fronteggiare una realtà sempre più oscura. Ma c'è speranza. La risposta a questa emergenza non può venire solo dalle istituzioni o dalle forze dell'ordine, che, seppur con esigue risorse fanno spesso più del massimo possibile, ma deve necessariamente partire dalla comunità stessa. Noi del Comitato di quartiere 167 pensiamo sia giunto il tempo di una ribellione popolare, un'azione collettiva che unisca residenti, attivisti e organizzazioni locali per riprendersi le strade e proteggere il proprio territorio. Rivolgiamo un accorato invito ad ogni cittadino responsabile ad abbandonare ogni indugio o titubanza e ad unirsi ad altri cittadini per cercare di contrastare un fenomeno che sta deprimendo l'esistenza di ciascuno. La ribellione popolare non significa violenza o vendetta, ma piuttosto solidarietà, vigilanza e impegno civico. Significa organizzare "sentinelle" di quartiere, promuovere la collaborazione con le autorità e lavorare insieme per ridare dignità e sicurezza alle nostre comunità. Abbiamo più volte sollecitato le istituzioni a riprendere il progetto del "Controllo di Vicinato" che a nostro avviso potrebbe rappresentare una soluzione efficace, ma nonostante i ripetuti appelli registriamo un silenzio assordante. È giunto il momento di alzare la voce e dire basta alla criminalità che mina le fondamenta della nostra società. È il momento di unirci, di resistere e di lottare per un futuro migliore per noi e per le generazioni a venire. La ribellione popolare è la nostra risposta, la nostra speranza di riguadagnare il controllo delle nostre strade e costruire una città più sicura e prospera per tutti».