È primavera, svegliatevi bambine

Le celebrazioni dell’equinozio di primavera

martedì 23 marzo 2010
A cura di Ester Binetti
Alberto Rabagliati ha dedicato un'intera canzone al risveglio primaverile e quest'anno l'equinozio di primavera è stato più caldo degli altri a Barletta. La primavera mette di buon umore, oltre che a salutare le famose (e scomode) maglie "della salute". La parola "equinozio" deriva dal latino e significa "notte uguale" [al dì].

Ma l'equinozio di primavera è una delle festività più interessanti perché è festeggiata e ricordate in quasi tutte le culture e tradizioni più antiche del mondo. A partire dall'antico Egitto, qui si festeggiava Sham El Nessim, festività di cui le tracce risalgono a quasi 4700 anni fa e tutt'oggi festeggiata durante l'equinozio di primavera. Per il Cristianesimo l'equinozio di primavera, viste le date degli equinozi di 2000 anni fa, corrisponde alla festività liturgica del concepimento di Gesù, oltre che essere la fonte per il calcolo del giorno di Pasqua (la prima domenica dopo la prima luna piena contemporanea o successiva all'equinozio di marzo). L'equinozio di marzo segna anche il primo giorno dell'anno per una varietà di calendari, come ad esempio quello Iraniano. Nell'antica mitologia persiana, Jamshid, il re mitico della Persia, ascese al trono in questo giorno e ogni anno questo evento viene commemorato con feste per due settimane. Queste feste rievocano la storia della creazione e l'antica cosmologia del popolo Persiano. È un giorno di festa anche per l'Azarbaijan, l'Afganistan, l'India, la Turchia, Zanzibar, l'Albania e diversi paesi dell'Asia Centrale. È anche un giorno sacro per i seguaci della Fede Bahá'í e per i musulmani Ismaili Nizari comunemente chiamati come gli Aga Khanis.

In Giappone il giorno dell'equinozio di primavera è una festa nazionale ufficiale che si trascorre visitando le tombe di famiglia e celebrando le riunioni di famiglia. In molti paesi arabi il Giorno della Madre viene celebrato nell'equinozio di marzo. La Giornata Mondiale della Narrazione è una celebrazione globale dell'arte orale della narrazione che viene celebrata ogni anno durante l'equinozio di primavera nell'emisfero nord, mentre il primo giorno dell'equinozio di autunno nell'emisfero sud.

Una celebrazione dunque, quella della Primavera, ben più antica di quanto non si possa credere ed è sempre buono ricordarla come Botticelli la rappresenta, ossia ricordando di festeggiare la Primavera con danze, con la presenza di Cupido pronto a scoccare la propria freccia, in un'apoteosi floreale alla presenza della dea della bellezza, Venere.
Non mi meraviglia che Ester abbia scritto un articolo sulla bella stagione, ma mi meraviglia che conosca Alberto Rabagliati e la famosa canzone sulla primavera, perché il suddetto è un cantante degli anni 30-40, lei è nata nell' 89,ma mi ha detto che la canzone le è sempre piaciuta, e questo mi ha lasciato di stucco.

Il suo articolo sulla primavera riesce ad essere i un bignami esauriente sull'origine religiosa e pagana di questa ricorrenza, che adesso è passata in secondo piano, perdendo i significati mistico- religiosi, tanto che se non ci fosse il calendario a ricordarcelo o la televisione, forse non ce ne accorgeremmo. Credo che per compensare questa nostra smemoratezza o ignoranza, Ester si sia spesa per ricercare i vari significati che il 21 marzo ha presso i vari popoli, ma anche per dirci che, sia che si tratti di giapponesi , persiani, afgani , italiani, egiziani, alla fine abbiamo la stessa ricorrenza in comune e legata ad essa, le stesse speranze.

Inoltre la primavera rappresenta la fecondità, quindi rappresenta la donna, ed Ester ha scritto su una ricorrenza, a mio parere, tutta al femminile, mettendo in guardia noi uomini.

Ester ha voluto scrivere della primavera, perché la primavera porterà cambiamenti e quindi nuove speranze.

Tommaso Francavilla
redattore