«Prevenire è meglio che curare, ma è anche vivere»
LILT Bat: l’intervista al presidente Michele Ciniero
martedì 18 novembre 2014
"Prevenire è meglio che curare, ma è anche vivere", su questo non c'è dubbio anche se ancora in molti purtroppo necessitano di essere sensibilizzati alla prevenzione, un po' per trascuratezza, un po' per disinformazione. Nulla si può fare inoltre, dinanzi alle stime su quale sia il male di questo secolo, implacabile tormento che da moltissimi anni affligge cittadini di ogni parte del mondo: il cancro. Nulla si può contro il tumore, tranne che lottare affinché la conoscenza porti ad un approccio più sano alla vita. Per questo abbiamo deciso di porre qualche domanda a Michele Ciniero, presidente della sezione provinciale LILT Bat (lega italiana per la lotta contro i tumori)proprio in seguito alla tenace campagna preventiva svolta dall'associazione durante ottobre, mese della prevenzione del cancro al seno.
Ottobre, il mese della prevenzione al femminile, quali sono i risultati a conclusione della campagna di quest'anno?
«La prevenzione oncologica parte da una fase primaria, attraverso la quale si cerca di far conoscere i sani stili di vita agli utenti, per poi raggiungere in un secondo momento la fase dello screening, ovvero guidare gli utenti in un percorso di visite che attualmente, non possedendo ancora un poliambulatorio, non possiamo garantire. In effetti durante il mese "rosa", quello dedicato alla prevenzione del cancro al seno, tutte le visite per gli utenti della provincia Bat sono state demandate all'ospedale di Bari. Attualmente stiamo promulgando attraverso workshop, convegni, conferenze, iniziative sportive e progetti, per estendere la conoscenza di questa importantissima tematica. Tra i vari progetti ne stiamo caldeggiando uno basato sulla "tango terapia", abbiamo già realizzato un evento di conoscenza promossa attraverso la ragione e il sentimento, abbiamo portato uomini e donne a stare insieme in un luogo, facendoli unire in fine nel ballo del tango. Questi sono progetti che attraverso piccole escamotage portano il paziente, magari reduce di radioterapia, ad uscire da quell'angolo buio in cui la malattia lo rinchiude. Un altro progetto "Belle come prima", porta le pazienti che escono dalla terapia a sentirsi donne e belle anche subito dopo aver lasciato l'ospedale».
In che modo sarà sviluppato il progetto con cui s'intende creare un "poliambulatorio" a Barletta?
«Ci stiamo adoperando già da tempo per la realizzazione di un poliambulatorio nella nostra città, in cui siano presenti tutte le figure professionali necessarie nel cammino oncologico. La disponibilità di professionisti c'è, abbiamo in realtà bisogno di un luogo in cui poter convogliare queste nostre istanze e creare quindi un poliambulatorio. Abbiamo contattato privati, istituzioni, abbiamo creato un progetto per la città di Barletta e di Andria. Nel progetto dovrebbero essere previsti corsi per smettere di fumare, di bere alcool, un ambulatorio senologico, uno radiologico con mammografo, ecografi per le visite di screening, ambulatorio odontoiatrico per la prevenzione a partire dal cavo orale, uno oculistico, tutta una serie di sfumature che consenta al paziente di bypassare quel momento scuro di spaesamento in cui l'utente viene a conoscenza di essere affetto da un tumore. Nel nostro poliambulatorio ci stiamo anche attrezzando, attraverso nostri volontari avvocati, per avere la possibilità di fornire un aiuto a sbrigare tutte quelle che sono le pratiche legali, burocratiche e pensionistiche legate agli interventi oncologici. Quindi pensiamo non solo ad un supporto fatto di ascolto e prevenzione, ma intendiamo anche fornire un sostegno psicologico a posteriori oltre che una consulenza legale e burocratica».
La LILT si occupa di prevenzione, ma a posteriori quindi come viene fornito dall'associazione un supporto psicologico a chi ha subito un intervento?
«Innanzitutto stiamo provvedendo a ricercare un luogo che possa raccogliere tutti i professionisti volontari affinché possano affiancare gli utenti prima e dopo l'intervento. Attualmente in accordo con la Asl Bat abbiamo messo a disposizione del polo radioterapico di Barletta dietologi e psicologi che prendano in cura il paziente».
Cosa potremmo dire a tutte quelle donne a cui, essendo in età pre o post menopausa, spetterebbe di diritto un controllo con scadenza precisa, le quali invece devono aspettare due mesi o forse anche anni per poter usufruire del servizio di screening?
«Ad oggi ci dicono che i punti di prenotazione talvolta sono chiusi essendo le prime disponibilità pronte per il 2016. Noi non intendiamo sostituirci su scala nazionale al servizio pubblico, anzi intendiamo affiancare al polo oncologico di Barletta una struttura in cui si effettuino visite di prevenzione, usufruendo per la creazione dello stesso di aiuti di privati, fondazioni e aziende o del 5 per mille, essendo la nostra una associazione a scopi benefici».
Dovendo fare un appello alla prevenzione, quali sono i punti cardine su cui concentrarsi?
«La prevenzione primaria passa attraverso lo sport, l'alimentazione e soprattutto, passa per l'utilizzo di prodotti sani e del nostro territorio(verdure, frutta, ortaggi) ma va posta anche tanta nell'attenzione all processo di cottura. A questo scopo infatti come associazione disponiamo di nutrizionisti, psicologi e psiconcologi, che stanno già lavorando fianco a fianco con i pazienti realizzando terapie anche in casa, o nei centri ospedalieri come quelli di Barletta e di fisioterapisti per la riabilitazione post intervento».
Ottobre, il mese della prevenzione al femminile, quali sono i risultati a conclusione della campagna di quest'anno?
«La prevenzione oncologica parte da una fase primaria, attraverso la quale si cerca di far conoscere i sani stili di vita agli utenti, per poi raggiungere in un secondo momento la fase dello screening, ovvero guidare gli utenti in un percorso di visite che attualmente, non possedendo ancora un poliambulatorio, non possiamo garantire. In effetti durante il mese "rosa", quello dedicato alla prevenzione del cancro al seno, tutte le visite per gli utenti della provincia Bat sono state demandate all'ospedale di Bari. Attualmente stiamo promulgando attraverso workshop, convegni, conferenze, iniziative sportive e progetti, per estendere la conoscenza di questa importantissima tematica. Tra i vari progetti ne stiamo caldeggiando uno basato sulla "tango terapia", abbiamo già realizzato un evento di conoscenza promossa attraverso la ragione e il sentimento, abbiamo portato uomini e donne a stare insieme in un luogo, facendoli unire in fine nel ballo del tango. Questi sono progetti che attraverso piccole escamotage portano il paziente, magari reduce di radioterapia, ad uscire da quell'angolo buio in cui la malattia lo rinchiude. Un altro progetto "Belle come prima", porta le pazienti che escono dalla terapia a sentirsi donne e belle anche subito dopo aver lasciato l'ospedale».
In che modo sarà sviluppato il progetto con cui s'intende creare un "poliambulatorio" a Barletta?
«Ci stiamo adoperando già da tempo per la realizzazione di un poliambulatorio nella nostra città, in cui siano presenti tutte le figure professionali necessarie nel cammino oncologico. La disponibilità di professionisti c'è, abbiamo in realtà bisogno di un luogo in cui poter convogliare queste nostre istanze e creare quindi un poliambulatorio. Abbiamo contattato privati, istituzioni, abbiamo creato un progetto per la città di Barletta e di Andria. Nel progetto dovrebbero essere previsti corsi per smettere di fumare, di bere alcool, un ambulatorio senologico, uno radiologico con mammografo, ecografi per le visite di screening, ambulatorio odontoiatrico per la prevenzione a partire dal cavo orale, uno oculistico, tutta una serie di sfumature che consenta al paziente di bypassare quel momento scuro di spaesamento in cui l'utente viene a conoscenza di essere affetto da un tumore. Nel nostro poliambulatorio ci stiamo anche attrezzando, attraverso nostri volontari avvocati, per avere la possibilità di fornire un aiuto a sbrigare tutte quelle che sono le pratiche legali, burocratiche e pensionistiche legate agli interventi oncologici. Quindi pensiamo non solo ad un supporto fatto di ascolto e prevenzione, ma intendiamo anche fornire un sostegno psicologico a posteriori oltre che una consulenza legale e burocratica».
La LILT si occupa di prevenzione, ma a posteriori quindi come viene fornito dall'associazione un supporto psicologico a chi ha subito un intervento?
«Innanzitutto stiamo provvedendo a ricercare un luogo che possa raccogliere tutti i professionisti volontari affinché possano affiancare gli utenti prima e dopo l'intervento. Attualmente in accordo con la Asl Bat abbiamo messo a disposizione del polo radioterapico di Barletta dietologi e psicologi che prendano in cura il paziente».
Cosa potremmo dire a tutte quelle donne a cui, essendo in età pre o post menopausa, spetterebbe di diritto un controllo con scadenza precisa, le quali invece devono aspettare due mesi o forse anche anni per poter usufruire del servizio di screening?
«Ad oggi ci dicono che i punti di prenotazione talvolta sono chiusi essendo le prime disponibilità pronte per il 2016. Noi non intendiamo sostituirci su scala nazionale al servizio pubblico, anzi intendiamo affiancare al polo oncologico di Barletta una struttura in cui si effettuino visite di prevenzione, usufruendo per la creazione dello stesso di aiuti di privati, fondazioni e aziende o del 5 per mille, essendo la nostra una associazione a scopi benefici».
Dovendo fare un appello alla prevenzione, quali sono i punti cardine su cui concentrarsi?
«La prevenzione primaria passa attraverso lo sport, l'alimentazione e soprattutto, passa per l'utilizzo di prodotti sani e del nostro territorio(verdure, frutta, ortaggi) ma va posta anche tanta nell'attenzione all processo di cottura. A questo scopo infatti come associazione disponiamo di nutrizionisti, psicologi e psiconcologi, che stanno già lavorando fianco a fianco con i pazienti realizzando terapie anche in casa, o nei centri ospedalieri come quelli di Barletta e di fisioterapisti per la riabilitazione post intervento».