Pos obbligatorio sopra i 30 euro, ma nessuna sanzione in caso di violazione
Barletta non fa eccezione, ma sapremo apprezzare questa novità?
lunedì 30 giugno 2014
11.35
Scatta l'obbligo per imprese, lavoratori autonomi, professionisti di dotarsi di Pos e permettere così ai clienti e cittadini di pagare sempre con moneta elettronica. Purché l'importo non sia inferiore ai 30 euro, altrimenti vale ancora il cash. Da oggi si potrà pretendere quindi di pagare con carta di debito dovunque: il conto del ristorante come la parcella del dentista o del notaio; la fattura dell'idraulico o del falegname, la messa in piega dal parrucchiere. Un assetto così puntuale e preciso meriterebbe un apparato sanzionatorio a prova di furbetto. Per fortuna siamo in Italia e dunque nessuna sanzione è prevista per le imprese, artigiani, studi professionali che decideranno di non adeguarsi.
Pareri contrapposti all'intervento: critica la Confesercenti, secondo la quale la misura, che muove da esigenze di trasparenza e lotta all'evasione, rappresenta «un intervento pesante, che si trasformerà in un costo aggiuntivo di circa 5 miliardi l'anno per le imprese. E che rischia di essere poco utile». Di diverso avviso i consumatori: l'obbligo di accettare pagamenti con moneta elettronica «rappresenta un grande passo avanti in termini di tracciabilità dei pagamenti e lotta all'evasione». Il Codacons critica invece l'assenza di sanzione: «Ciò significa che, nonostante vi sia un obbligo, lo Stato non è in grado di farlo rispettare. Il solito pasticcio all'italiana».
La situazione, già di per sé surreale, trova in Barletta terreno fertile. Siamo poco avvezzi alla moneta elettronica spesso sorvolata con il lemma "Non fidarti delle banche" o peggio "Io quelle cose non le capisco" che pone alcuni concittadini in una posizione leader in quella particolare classifica di rifiuto della tecnologia a cui spesso e volentieri aderiamo (tranne poi lamentarci se il servizio wi-fi non funziona). Quindi il barlettano non si pone il problema "di un pagamento obbligatorio che in caso di violazione non genera sanzione alcuna", semplicemente continua a comprare fiori di zucca dalla contadina e pesce azzurro al Largo San Nicola. Senza scontrino ma con la coscienza a posto: massimo 2 euro al chilo, siamo abbondantemente sotto i 30 previsti dalla normativa a meno di non invitare suocera e cognati a casa la domenica. Per quanto mangiano un po' di conti conviene farli.
Twitter | @MarioSculco
Pareri contrapposti all'intervento: critica la Confesercenti, secondo la quale la misura, che muove da esigenze di trasparenza e lotta all'evasione, rappresenta «un intervento pesante, che si trasformerà in un costo aggiuntivo di circa 5 miliardi l'anno per le imprese. E che rischia di essere poco utile». Di diverso avviso i consumatori: l'obbligo di accettare pagamenti con moneta elettronica «rappresenta un grande passo avanti in termini di tracciabilità dei pagamenti e lotta all'evasione». Il Codacons critica invece l'assenza di sanzione: «Ciò significa che, nonostante vi sia un obbligo, lo Stato non è in grado di farlo rispettare. Il solito pasticcio all'italiana».
La situazione, già di per sé surreale, trova in Barletta terreno fertile. Siamo poco avvezzi alla moneta elettronica spesso sorvolata con il lemma "Non fidarti delle banche" o peggio "Io quelle cose non le capisco" che pone alcuni concittadini in una posizione leader in quella particolare classifica di rifiuto della tecnologia a cui spesso e volentieri aderiamo (tranne poi lamentarci se il servizio wi-fi non funziona). Quindi il barlettano non si pone il problema "di un pagamento obbligatorio che in caso di violazione non genera sanzione alcuna", semplicemente continua a comprare fiori di zucca dalla contadina e pesce azzurro al Largo San Nicola. Senza scontrino ma con la coscienza a posto: massimo 2 euro al chilo, siamo abbondantemente sotto i 30 previsti dalla normativa a meno di non invitare suocera e cognati a casa la domenica. Per quanto mangiano un po' di conti conviene farli.
Twitter | @MarioSculco