Polemica sulle liberalizzazioni, Maffei risponde alla Cgil
Il sindaco interviene dopo le dichiarazioni di Giovanni Dalò della Filcams. Le nuove disposizioni non lasciano spazio alla contrattazione
giovedì 12 gennaio 2012
10.24
"Liberalizzazione orari" degli esercizi commerciali e di somministrazione alimenti e bevande. Di seguito un intervento del Sindaco di Barletta, Nicola Maffei, in risposta a quanto dichiarato da Giovanni Dalò della CGIL Filcams.
«In data 5 gennaio 2012 ho emesso una Ordinanza Sindacale per adeguare ed uniformare le disposizioni comunali alla legge n. 214 del 22 dicembre 2011, che ha introdotto la cosiddetta "liberalizzazione degli orari" degli esercizi commerciali e di somministrazione degli alimenti e bevande con il semplice scopo di evitare situazioni di incertezza o, nella peggiore delle ipotesi, di anarchia nell'applicazione di tali norme di fatto già efficaci su tutto il territorio nazionale e nelle more di provvedimenti specifici della Regione Puglia.
Relativamente alla polemica sollevata sul mancato coinvolgimento della CIGL si precisa che la bozza di ordinanza è stata regolarmente trasmessa al sindacato così come alle associazioni di categoria e alle associazioni dei consumatori via email dal Settore Politiche Attive di Sviluppo del Comune. Vale la pena sottolineare, a tal proposito, che queste nuove disposizioni lasciano pochissimo spazio alla contrattazione: cosa c'è da contrattare se, appunto, la norma prevede la "libertà" di stabilire come e quando aprire una attività? La vecchia normativa invece prevedeva espressamente la consultazione finalizzata alla definizione del numero di aperture domenicali e festive nonché i limiti degli orari di apertura. Nel suo intervento, però, Dalò sottace il fatto che nella suddetta ordinanza ho volutamente riportato: Sono fatte salve le condizioni economiche e normative dei lavoratori dipendenti così come previste dai contratti collettivi per le singole categorie di lavoratori, che in parole semplici vuol dire che sia garantito il rispetto dei diritti dei lavoratori!
Comprendo la portata innovativa delle norme e lo sconcerto generato ma il mio intervento, lo preciso ancora una volta, è stato finalizzato a rendere chiari i termini di applicazione nella nostra città della legge n. 214/2011. Ho provato ad ipotizzare cosa sarebbe potuto succedere se non avessi adeguato le disposizioni comunali a tale norma e il quadro prefiguratomi non era certamente confortante: incertezza e confusione.
Mi preme, infine, sottolineare che sto seguendo personalmente il dibattito nazionale e gli eventuali sviluppi che da esso ne scaturiranno con l'auspicio – autentico – che l'applicazione di tali norme non determini conseguenze negative soprattutto per le piccole attività.
Mi attiverò altresì per monitorare, attraverso gli uffici comunali, gli effetti di tali disposizioni per riportare direttamente, anche nelle sedi dell'ANCI dove rivesto la carica di delegato nazionale, ogni utile contributo al dibattito su questa materia».
«In data 5 gennaio 2012 ho emesso una Ordinanza Sindacale per adeguare ed uniformare le disposizioni comunali alla legge n. 214 del 22 dicembre 2011, che ha introdotto la cosiddetta "liberalizzazione degli orari" degli esercizi commerciali e di somministrazione degli alimenti e bevande con il semplice scopo di evitare situazioni di incertezza o, nella peggiore delle ipotesi, di anarchia nell'applicazione di tali norme di fatto già efficaci su tutto il territorio nazionale e nelle more di provvedimenti specifici della Regione Puglia.
Relativamente alla polemica sollevata sul mancato coinvolgimento della CIGL si precisa che la bozza di ordinanza è stata regolarmente trasmessa al sindacato così come alle associazioni di categoria e alle associazioni dei consumatori via email dal Settore Politiche Attive di Sviluppo del Comune. Vale la pena sottolineare, a tal proposito, che queste nuove disposizioni lasciano pochissimo spazio alla contrattazione: cosa c'è da contrattare se, appunto, la norma prevede la "libertà" di stabilire come e quando aprire una attività? La vecchia normativa invece prevedeva espressamente la consultazione finalizzata alla definizione del numero di aperture domenicali e festive nonché i limiti degli orari di apertura. Nel suo intervento, però, Dalò sottace il fatto che nella suddetta ordinanza ho volutamente riportato: Sono fatte salve le condizioni economiche e normative dei lavoratori dipendenti così come previste dai contratti collettivi per le singole categorie di lavoratori, che in parole semplici vuol dire che sia garantito il rispetto dei diritti dei lavoratori!
Comprendo la portata innovativa delle norme e lo sconcerto generato ma il mio intervento, lo preciso ancora una volta, è stato finalizzato a rendere chiari i termini di applicazione nella nostra città della legge n. 214/2011. Ho provato ad ipotizzare cosa sarebbe potuto succedere se non avessi adeguato le disposizioni comunali a tale norma e il quadro prefiguratomi non era certamente confortante: incertezza e confusione.
Mi preme, infine, sottolineare che sto seguendo personalmente il dibattito nazionale e gli eventuali sviluppi che da esso ne scaturiranno con l'auspicio – autentico – che l'applicazione di tali norme non determini conseguenze negative soprattutto per le piccole attività.
Mi attiverò altresì per monitorare, attraverso gli uffici comunali, gli effetti di tali disposizioni per riportare direttamente, anche nelle sedi dell'ANCI dove rivesto la carica di delegato nazionale, ogni utile contributo al dibattito su questa materia».