Piano Urbanistico Generale, le precisazioni di Silvestro Mezzina
«Non sono i Socialisti che “caldeggiano” varianti». La nota del segretario regionale del Psi
giovedì 25 ottobre 2012
«C'è qualcuno che attribuisce al partito che rappresento, di "caldeggiare" varianti al piano regolatore generale e di avversare l'approvazione del nuovo piano regolatore generale» scrive il segretario regionale del Psi Silvestro Mezzina. «Questa notizia non solo è falsa ma tende ad attribuire al mio partito non si capisce bene quali celati interessi particolari. Il mio partito ha sempre sollecitato l'approvazione del nuovo Piano regolatore, il Pug, e anche richiesto maggiore dinamismo all'assessore all'Urbanistica, in questa come in altre questioni di sua espressa competenza.
La vicenda nello specifico riguarda la delibera di consiglio comunale n. 4 del 13 aprile 2011, avente a oggetto "Determinazione del fabbisogno di edilizia residenziale sociale". Oggi che andiamo a operare in base a quel provvedimento non si può dire i Socialisti "caldeggiano" varianti. Quella delibera determina il fabbisogno abitativo e fu preceduta da altri due atti, proposti dal Sindaco, ossia le delibere di giunta n. 48 del 18 marzo 2010, avente ad oggetto "Approvazione protocollo d'intesa tra il comune di Barletta e Istituto case popolari", e n. 47, del 21/3/2011, avente ad oggetto "Definizione bonaria dei contenziosi fra il comune di Barletta e l'Istituto autonomo case popolari di Bari. Approvazione protocollo d'intesa e delega al sindaco per la sottoscrizione". Maffei, già allora, avrebbe dovuto spiegare alla città la ratio del provvedimento, teso alla realizzazione di nuove case popolari e anche che la politica era totalmente all'oscuro di quanto ipotizzato dalla relazione del dirigente, ingegner Ernesto Bernardini, in merito all'utilizzo di terreni agricoli, alla quantità degli stessi e all'utilizzo di indici abnormi. Non sono i Socialisti che "caldeggiano" varianti.
Purtroppo il sindaco Maffei, si affanna a difendere la determina dirigenziale che liquida somme relative a ferie non godute al suo dirigente di staff, dottor Attolico, e non si preoccupa piuttosto di chiederne le dimissioni. Purtroppo il sindaco Maffei si affanna a presentare provvedimenti, assunti precedentemente, in violazione agli accordi sindacali (vedi Piano triennale assunzioni), e non si preoccupa degli aumenti di tassazione definiti in una proposta di bilancio, non condivisa dalle forze politica della coalizione di maggioranza. Credo che sia ora di smetterla».
La vicenda nello specifico riguarda la delibera di consiglio comunale n. 4 del 13 aprile 2011, avente a oggetto "Determinazione del fabbisogno di edilizia residenziale sociale". Oggi che andiamo a operare in base a quel provvedimento non si può dire i Socialisti "caldeggiano" varianti. Quella delibera determina il fabbisogno abitativo e fu preceduta da altri due atti, proposti dal Sindaco, ossia le delibere di giunta n. 48 del 18 marzo 2010, avente ad oggetto "Approvazione protocollo d'intesa tra il comune di Barletta e Istituto case popolari", e n. 47, del 21/3/2011, avente ad oggetto "Definizione bonaria dei contenziosi fra il comune di Barletta e l'Istituto autonomo case popolari di Bari. Approvazione protocollo d'intesa e delega al sindaco per la sottoscrizione". Maffei, già allora, avrebbe dovuto spiegare alla città la ratio del provvedimento, teso alla realizzazione di nuove case popolari e anche che la politica era totalmente all'oscuro di quanto ipotizzato dalla relazione del dirigente, ingegner Ernesto Bernardini, in merito all'utilizzo di terreni agricoli, alla quantità degli stessi e all'utilizzo di indici abnormi. Non sono i Socialisti che "caldeggiano" varianti.
Purtroppo il sindaco Maffei, si affanna a difendere la determina dirigenziale che liquida somme relative a ferie non godute al suo dirigente di staff, dottor Attolico, e non si preoccupa piuttosto di chiederne le dimissioni. Purtroppo il sindaco Maffei si affanna a presentare provvedimenti, assunti precedentemente, in violazione agli accordi sindacali (vedi Piano triennale assunzioni), e non si preoccupa degli aumenti di tassazione definiti in una proposta di bilancio, non condivisa dalle forze politica della coalizione di maggioranza. Credo che sia ora di smetterla».