Pianificarono il sequestro di un facoltoso imprenditore di Barletta, colpo sventato
All'alba il blitz della Polizia tra Bari e Bat: sette arresti in totale
giovedì 26 gennaio 2023
10.00
Avrebbero progettato già a novembre 2021 il sequestro di persona: la vittima doveva essere un imprenditore barlettano. Un colpo che si sarebbe poi concretizzato nell'aprile 2022 ma sventato grazie all'intervento delle forze dell'ordine.
L'obiettivo del sequestro era quello dell'estorsione: le indagini da parte degli inquirenti hanno individuato anche l'aggravante del metodo mafioso.
All'alba di oggi sono scattati sette arresti in totali, ad Andria e Barletta ed in altri Comuni della Regione, in carcere e ai domiciliari, eseguiti sulla base di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.
I dettagli dell'operazione sono stati divulgati dal procuratore della Repubblica Roberto Rossi e del Procuratore aggiunto coordinatore della Direzione Distrettuale antimafia Francesco Giannella.
Le indagini, estremamente complesse, che hanno portato agli arresti odierni sono state condotte dalle Squadre Mobili del capoluogo pugliese e della provincia Bat, con il coordinamento della DIA ed hanno consentito di scoprire (a livello gravemente indiziario) e soprattutto sventare il progetto, ideato e pianificato da tempo, giunto alla fase concretamente esecutiva il 22 aprile 2022, di sequestrare un facoltoso imprenditore barlettano, con lo scopo di estorcere denaro in cambio della sua liberazione.
La pianificazione era stata portata avanti in ogni minimo dettaglio, al punto tale che le autovetture dei presunti responsabili del grave delitto, erano già posizionate nei pressi dell'azienda, in attesa che l'imprenditore rincasasse.
Sfuggiva, naturalmente, agli autori del piano la presenza degli agenti della Polizia di Stato, appostati per monitorare le mosse degli indagati, interrompendone, al momento opportuno, l'azione ed impedendo di fatto il sequestro.
Una delle persone arrestate, all'epoca dei fatti, era detenuto agli arresti domiciliari nella propria abitazione di Andria.
Le persone finite in carcere sono Amerigo Elia, 57 anni, Giuseppe Lapenna di 49, Luigi Pistillo di 39, Savino Gorgoglione di 37, Paolo Antolino di 51 e Giovanni Matarrese di 55. Ai domiciliari è finito invece Vincenzo Zicchillo di 26 anni. Quest'ultimo era già ai domiciliari.
È stata contestata anche l'aggravante prevista dall'art. 416 bis.1, c.p., per aver commesso il fatto con metodo mafioso, in considerazione della caratura delinquenziale dei soggetti coinvolti, delle modalità esecutive delle condotte, tali da evocare la forza intimidatrice tipicamente mafiosa, del contesto ambientale di operatività, caratterizzato dal fenomeno dei "sequestri lampo", purtroppo esistente nel territorio della provincia Barletta-Andria-Trani.
Infatti, la vicenda relativa al tentato sequestro sventato, era stata preceduta da altro, analogo episodio - in questo caso consumato - avvenuto ad Andria negli ultimi mesi del 2021, ai danni del figlio di un noto e facoltoso imprenditore andriese che, per la liberazione del proprio congiunto, aveva ricevuto una richiesta di riscatto di centinaia di migliaia di euro.
L'obiettivo del sequestro era quello dell'estorsione: le indagini da parte degli inquirenti hanno individuato anche l'aggravante del metodo mafioso.
All'alba di oggi sono scattati sette arresti in totali, ad Andria e Barletta ed in altri Comuni della Regione, in carcere e ai domiciliari, eseguiti sulla base di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.
I dettagli dell'operazione sono stati divulgati dal procuratore della Repubblica Roberto Rossi e del Procuratore aggiunto coordinatore della Direzione Distrettuale antimafia Francesco Giannella.
Le indagini, estremamente complesse, che hanno portato agli arresti odierni sono state condotte dalle Squadre Mobili del capoluogo pugliese e della provincia Bat, con il coordinamento della DIA ed hanno consentito di scoprire (a livello gravemente indiziario) e soprattutto sventare il progetto, ideato e pianificato da tempo, giunto alla fase concretamente esecutiva il 22 aprile 2022, di sequestrare un facoltoso imprenditore barlettano, con lo scopo di estorcere denaro in cambio della sua liberazione.
La ricostruzione del tentato sequestro secondo gli inquirenti
Nel tardo pomeriggio di quel giorno, dopo settimane di preparazione, il progetto criminale stava per giungere a compimento, perché il gruppo che aveva progettato il sequestro era in effetti entrato in azione. Ad ognuno era affidato uno specifico ruolo e precise modalità di intervento: la cosiddetta "bacchetta" monitorava l'abitazione e gli spostamenti dell'imprenditore, segnalando l'eventuale presenza delle Forze dell'Ordine; due degli indagati, a bordo di distinte autovetture, si erano posizionati nei pressi dell'azienda da dove sarebbe uscito l'imprenditore, con il compito di monitorarne gli sposamenti per comunicarli agli altri complici che lo avrebbero sequestrato, per poi recarsi presso l'abitazione della vittima ed estorcere il prezzo per la sua liberazione.La pianificazione era stata portata avanti in ogni minimo dettaglio, al punto tale che le autovetture dei presunti responsabili del grave delitto, erano già posizionate nei pressi dell'azienda, in attesa che l'imprenditore rincasasse.
Sfuggiva, naturalmente, agli autori del piano la presenza degli agenti della Polizia di Stato, appostati per monitorare le mosse degli indagati, interrompendone, al momento opportuno, l'azione ed impedendo di fatto il sequestro.
Una delle persone arrestate, all'epoca dei fatti, era detenuto agli arresti domiciliari nella propria abitazione di Andria.
I soggetti arrestati
Le persone finite in carcere sono Amerigo Elia, 57 anni, Giuseppe Lapenna di 49, Luigi Pistillo di 39, Savino Gorgoglione di 37, Paolo Antolino di 51 e Giovanni Matarrese di 55. Ai domiciliari è finito invece Vincenzo Zicchillo di 26 anni. Quest'ultimo era già ai domiciliari.
È stata contestata anche l'aggravante prevista dall'art. 416 bis.1, c.p., per aver commesso il fatto con metodo mafioso, in considerazione della caratura delinquenziale dei soggetti coinvolti, delle modalità esecutive delle condotte, tali da evocare la forza intimidatrice tipicamente mafiosa, del contesto ambientale di operatività, caratterizzato dal fenomeno dei "sequestri lampo", purtroppo esistente nel territorio della provincia Barletta-Andria-Trani.
Infatti, la vicenda relativa al tentato sequestro sventato, era stata preceduta da altro, analogo episodio - in questo caso consumato - avvenuto ad Andria negli ultimi mesi del 2021, ai danni del figlio di un noto e facoltoso imprenditore andriese che, per la liberazione del proprio congiunto, aveva ricevuto una richiesta di riscatto di centinaia di migliaia di euro.