Pericolo per le "fanove" a Barletta, troppi rifiuti lungo le Mura del Carmine
La relazione di Fare Ambiente Barletta: «Tradizione della nostra città da salvaguardare e controllare»
venerdì 30 novembre 2018
«Il rito delle "fanove" è antichissimo e radicatissimo nella tradizione di Barletta come dell'intero Sud, specie in Puglia. Tra sacro e profano, mai a nessuno dev'essere permesso di rimuovere, violare, deformare simile tradizione, divulgandone piuttosto la preziosa valenza culturale specie fra i più giovani in una naturale staffetta della memoria che inizi dalla scuola e cresca nelle famiglie, nella cittadinanza come valore identitario di una volta e per tanto tempo ancora, cioè per sempre. Anzi educando alla conoscenza, a com'è nato, ed a come preservarne la memoria nell'attualità, facendolo divenire evento scientificamente pianificato con intelligenza, passione, organizzazione da pura occasione qual è adesso…
Ecco perché, noi Associazioni (Archeoclub d'Italia Onluse Sede di Canne della Battaglia-Barletta, Barletta sui pedali, FareAmbiente, GEPA) raccolte nel "Libero raggruppamento per l'Ambiente di Barletta" e quali firmatarie di questo comunicato, interveniamo presentando all'attenzione della Stampa cittadina e territoriale un documento elaborato come relazione tecnica in grado di spiegare a cosa stiamo assistendo in questi giorni lungo le Mura del Carmine con l'accatastamento di materiale vario destinato, verosimilmente, al rogo nella vigilia dell'Immacolata.
Quello spazio, divenuto oggettivamente discarica a cielo aperto, risulta continuamente alimentato da apporti tracciabili quanto anonimi (nel senso di ignorare generalità dei conferenti o scaricatori abusivi) e dunque già rappresenta un fattore di grave disturbo ottico, estetico, ambientale, paesaggistico… Potremmo continuare all'infinito con tali aggettivazioni. Resta la preoccupazione, fortissimamente avvertita da chi frequenta i social media e commenta a vario titolo, che quella imponente catasta possa di fatto costituire un elemento di pericolosità ambientale per i motivi descritti nell'allegata relazione tecnica. Tanto a fronte del fatto che un progetto presentato mesi addietro addirittura in campo nazionale ha visto premiare una idea di riqualificazione delle antiche mura (e spazi correlati sul lungomare Pietro Mennea, compreso il fortino Paraticchio) che elimini ogni bruttura, valorizzi una parte di principale importanza nella tessitura urbanistica del centro storico di Barletta sul mare Adriatico ed esalti il collegamento fra tale zona ed il cuore della città.
Invitiamo pertanto il Sindaco e l'intera Amministrazione comunale a vigilare sullo stato di fatto e ad adottare ogni utile misura tesa a tranquillizzare l'opinione pubblica sugli effetti nocivi, diretti o collaterali, dell'eventuale rogo di quella catasta.
Sollecitiamo infine tutte le persone, tutto il mondo delle Associazioni (anche oltre l'Assemblea delle Libere Forme Associative contemplata dallo Statuto Comunale), tutte le Scuole, tutti i movimenti ed insomma chiunque abbia nella propria coscienza civica la tutela delle tradizioni - mai disgiunta dall'applicazione di regole severe pro ambiente - a mobilitarsi in forma permanente e a dare corpo ad una progettualità che metta il rito delle "fanove", qui a Ponente come dovunque in Città, al centro di una sistematica opera di recupero della memoria come avviene altrove.
Impedire il rogo senza i dovuti controlli. Impedire che avvenga come occasione di svago senza rispetto delle vigenti ordinanze comunali in tema di smaltimento rifiuti. Impedire che costituisca degrado anziché valorizzazione. Favorire la salvaguardia delle tradizioni. Favorire il rispetto delle antiche mura come bene culturale. Favorire l'educazione alla legalità ed alla partecipazione responsabile».
Ecco perché, noi Associazioni (Archeoclub d'Italia Onluse Sede di Canne della Battaglia-Barletta, Barletta sui pedali, FareAmbiente, GEPA) raccolte nel "Libero raggruppamento per l'Ambiente di Barletta" e quali firmatarie di questo comunicato, interveniamo presentando all'attenzione della Stampa cittadina e territoriale un documento elaborato come relazione tecnica in grado di spiegare a cosa stiamo assistendo in questi giorni lungo le Mura del Carmine con l'accatastamento di materiale vario destinato, verosimilmente, al rogo nella vigilia dell'Immacolata.
Quello spazio, divenuto oggettivamente discarica a cielo aperto, risulta continuamente alimentato da apporti tracciabili quanto anonimi (nel senso di ignorare generalità dei conferenti o scaricatori abusivi) e dunque già rappresenta un fattore di grave disturbo ottico, estetico, ambientale, paesaggistico… Potremmo continuare all'infinito con tali aggettivazioni. Resta la preoccupazione, fortissimamente avvertita da chi frequenta i social media e commenta a vario titolo, che quella imponente catasta possa di fatto costituire un elemento di pericolosità ambientale per i motivi descritti nell'allegata relazione tecnica. Tanto a fronte del fatto che un progetto presentato mesi addietro addirittura in campo nazionale ha visto premiare una idea di riqualificazione delle antiche mura (e spazi correlati sul lungomare Pietro Mennea, compreso il fortino Paraticchio) che elimini ogni bruttura, valorizzi una parte di principale importanza nella tessitura urbanistica del centro storico di Barletta sul mare Adriatico ed esalti il collegamento fra tale zona ed il cuore della città.
Invitiamo pertanto il Sindaco e l'intera Amministrazione comunale a vigilare sullo stato di fatto e ad adottare ogni utile misura tesa a tranquillizzare l'opinione pubblica sugli effetti nocivi, diretti o collaterali, dell'eventuale rogo di quella catasta.
Sollecitiamo infine tutte le persone, tutto il mondo delle Associazioni (anche oltre l'Assemblea delle Libere Forme Associative contemplata dallo Statuto Comunale), tutte le Scuole, tutti i movimenti ed insomma chiunque abbia nella propria coscienza civica la tutela delle tradizioni - mai disgiunta dall'applicazione di regole severe pro ambiente - a mobilitarsi in forma permanente e a dare corpo ad una progettualità che metta il rito delle "fanove", qui a Ponente come dovunque in Città, al centro di una sistematica opera di recupero della memoria come avviene altrove.
Impedire il rogo senza i dovuti controlli. Impedire che avvenga come occasione di svago senza rispetto delle vigenti ordinanze comunali in tema di smaltimento rifiuti. Impedire che costituisca degrado anziché valorizzazione. Favorire la salvaguardia delle tradizioni. Favorire il rispetto delle antiche mura come bene culturale. Favorire l'educazione alla legalità ed alla partecipazione responsabile».