Pentecoste compimento della gioia pasquale
La stessa Pasqua senza la luce dello Spirito è incomprensibile e incomunicabile
domenica 8 giugno 2014
9.27
Dal vangelo secondo Giovanni
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
L'evento. La Pentecoste, che oggi celebriamo, è il pieno compimento della Pasqua. La stessa Pasqua senza la luce dello Spirito è incomprensibile e incomunicabile perché lo Spirito illumina gli apostoli sul Mistero Pasquale e li abilita all'annuncio missionario del Vangelo.
Lo Spirito di Gesù. Cristo, il Crocifisso Risorto, dona alla Chiesa nascente il Paràclito, il Consolatore, il suggeritore, l'avvocato, Colui che con gemiti inesprimibili suscita in noi la figliolanza, la preghiera e l'atto di fede.
Lo Spirito e la Chiesa. Oggi è il compleanno della Chiesa nel suo essere missionaria. Sappiamo che la Chiesa nasce dal costato di Cristo trafitto sull'altare della croce, ma per essere annunciatrice la Chiesa ha dovuto attendere il dono dello Spirito del Risorto.
Lo Spirito e il credente. Nessuno può dire "Gesù è Signore" se non sotto l'azione dello Spirito. Lo Spirito è fondamentale nell'espressione dell'atto di fede sia per l'oggetto da credere sia per l'atteggiamento da tenere (la fede come fiducia nei confronti di Dio).
Lo Spirito e Maria. Come lo Spirito ha fecondato il grembo di Maria così vuol rendere più feconda la nostra vita umana e di fede, perché anche noi possiamo generare una testimonianza credibile del Vangelo.
Lo Spirito e il dono dell'unità. Pentecoste viene tradizionalmente contrapposta a Babele: Babele disperde, Pentecoste unisce. "Quella (la dispersione) l'ha fatta la nostra superbia, questa (l'unione) la fa il dono dello Spirito.
Lo Spirito e il dono delle lingue. Il linguaggio della carità, che è l'unica lingua che parla e che deve parlare la Chiesa: carità verso Dio, verso se stessi, verso i fratelli, verso il mondo, verso la storia chiamata ad assurgere a storia di salvezza col mistero dell'Incarnazione e della Redenzione.
Lo Spirito e il dono della Gioia. Lo Spirito è un dono; quando noi riceviamo un dono gioiamo. Ancor più allora occorre gioire oggi che riceviamo il dono dei doni. Non una gioia che traduciamo con un semplice sorriso stampato sul volto. Ma gioia nel vivere, nel credere, nell'iniziare un nuovo giorno, nell'andare a l lavoro, nel compiere il nostro dovere quotidiano, nel visitare un ammalato, nell'affrontare una difficoltà, nell'obbedienza alla volontà di Dio.
Buona Festa di Pentecoste a tutti!
[don Vito]
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
L'evento. La Pentecoste, che oggi celebriamo, è il pieno compimento della Pasqua. La stessa Pasqua senza la luce dello Spirito è incomprensibile e incomunicabile perché lo Spirito illumina gli apostoli sul Mistero Pasquale e li abilita all'annuncio missionario del Vangelo.
Lo Spirito di Gesù. Cristo, il Crocifisso Risorto, dona alla Chiesa nascente il Paràclito, il Consolatore, il suggeritore, l'avvocato, Colui che con gemiti inesprimibili suscita in noi la figliolanza, la preghiera e l'atto di fede.
Lo Spirito e la Chiesa. Oggi è il compleanno della Chiesa nel suo essere missionaria. Sappiamo che la Chiesa nasce dal costato di Cristo trafitto sull'altare della croce, ma per essere annunciatrice la Chiesa ha dovuto attendere il dono dello Spirito del Risorto.
Lo Spirito e il credente. Nessuno può dire "Gesù è Signore" se non sotto l'azione dello Spirito. Lo Spirito è fondamentale nell'espressione dell'atto di fede sia per l'oggetto da credere sia per l'atteggiamento da tenere (la fede come fiducia nei confronti di Dio).
Lo Spirito e Maria. Come lo Spirito ha fecondato il grembo di Maria così vuol rendere più feconda la nostra vita umana e di fede, perché anche noi possiamo generare una testimonianza credibile del Vangelo.
Lo Spirito e il dono dell'unità. Pentecoste viene tradizionalmente contrapposta a Babele: Babele disperde, Pentecoste unisce. "Quella (la dispersione) l'ha fatta la nostra superbia, questa (l'unione) la fa il dono dello Spirito.
Lo Spirito e il dono delle lingue. Il linguaggio della carità, che è l'unica lingua che parla e che deve parlare la Chiesa: carità verso Dio, verso se stessi, verso i fratelli, verso il mondo, verso la storia chiamata ad assurgere a storia di salvezza col mistero dell'Incarnazione e della Redenzione.
Lo Spirito e il dono della Gioia. Lo Spirito è un dono; quando noi riceviamo un dono gioiamo. Ancor più allora occorre gioire oggi che riceviamo il dono dei doni. Non una gioia che traduciamo con un semplice sorriso stampato sul volto. Ma gioia nel vivere, nel credere, nell'iniziare un nuovo giorno, nell'andare a l lavoro, nel compiere il nostro dovere quotidiano, nel visitare un ammalato, nell'affrontare una difficoltà, nell'obbedienza alla volontà di Dio.
Buona Festa di Pentecoste a tutti!
[don Vito]