Passeggiata nella movida barlettana
Tra luci glamour e ombre spettrali, e in sottofondo una canzone del Liga. Cocktail, musica, e la penombra dell'illecito
lunedì 2 agosto 2010
Il tipico sabato sera qui a Barletta inizia quasi a voler nascondere il suo vero volto, quasi abbia paura della luce, della luce dei lampioni e della luce sputata fuori dai locali che popolano il rione Santa Maria.
Sono le ore 21, e tra i tavolini che invadono Via Fieramosca, Via Cialdini e Via Duomo, gli anziani più alla moda sembrano voler rubare per qualche ora la scena ai propri figli, attratti dal richiamo di quel pezzo di modernità di cui sembrano subirne il fascino.
Una strana calma pervade le zone calde della movida barlettana, il pre-serata si vive all'insegna delle chiacchiere di alcuni pacati individui che seduti ai tavoli sorseggiano un cocktail o una birra, mentre il bizzarro animatore dalle sembianze da gelataio è già bello carico, attende solo l'oceanica folla per lanciarsi nelle sue stravaganti danze.
Il momento in cui i "matusa" consegnano le chiavi della città ai loro figli arriverà di li a poco, poi ogni cosa non sarà più come prima, almeno fino quando l'alba non rimetterà ogni cosa a suo posto.
Camminando in lungo e in largo sembra esserci una movida fatta per i minori di sedici anni, e un'altra fatta per quelli un pò più adulti.
Il nostro sabato sera, inizia proprio tra i locali di Via Fieramosca, la zona è popolata principalmente da ragazzini di 15-16 anni. Quest'ultimo sabato sera inoltre rappresenta un banco di prova per verificare il rispetto della recente ordinanza emanata dal sindaco Maffei, circa il divieto di vendere alcolici ai minori di sedici anni.
Ci inoltriamo in un primo locale per sorseggiare una bibita, parecchi ragazzini vi entrano e acquistano bevande alcoliche: naturalmente il proprietario del locale non si prodiga di chiedere l'età, cosi come la nuova ordinanza prevede. Magari è un caso sporadico, decidiamo quindi di visitare un altro locale, dove - guarda caso - la situazione è sempre la stessa. Sarà cosi anche per un terzo, un quarto e quinto locale, e per tutti i locali della zona, insomma dell'ordinanza in questione sembrano aver fatto tutti orecchie da mercante, giusto per rimanere in tema.
Le stradine che da Via Ettore Fieramosca sfociano in Via Duomo e in Piazza Duomo diventano delle vere e proprie zone franche: non essendo in vista, diventano luoghi oscuri, una sottile linea rossa fra l'illecito e la movida tranquilla dei borghi, per le attività di spaccio, fra spinelli e droghe.
Gli abitanti del posto oramai sembrano essersi rassegnati a queste situazioni: un'anziana del posto abbozza una timida protesta, prontamente sedata dalla maleducazione di alcuni che con frasi ingiuriose la invitano ad andarsene a letto. Nel frattempo alle urla dei ragazzi va ad aggiungersi il rumore delle moto che sfrecciano a tutta velocità mettendo a serio rischio l'incolumità di grandi e piccini.
Sostiamo per qualche minuto dinanzi all'ingresso dei giardini del castello dove non ci sfugge l'invasione di vuote bottiglie di birra sparse in ogni dove. La signora del primo piano anche stasera tenta con un secchio d'acqua di fare la doccia ad alcuni ragazzi che stazionano sotto casa sua. Ebbene sì, la movida a Barletta è anche questo.
La passeggiata continua, fino a giungere nella zona di Piazza Pescheria, ancora un bagno di gente, magari evitando l'immancabile accenno di rissa, habitué delle serate della movida barlettana più sballata.
Passando sotto l'arco di Vico Gloria, sembra di imbattersi in una delle vie di Amsterdam, e sicuramente l'odore che fende i passanti non proviene dai ciclamini di qualche fiorera ben curata.
Finisce così un sabato sera come tanti altri qui a Barletta. Finisce così, come recita una delle più famose canzoni di Ligabue: "Già le quattro siamo qui, anche il sabato è andato cosi, si è bevuto, ballato, qualcuno ha imbarcato, il più scemo le ha prese…", ma dei sogni di rock'n roll di Liga neanche l'ombra, se non che "ombre dure adatte all'ora".
Sono le ore 21, e tra i tavolini che invadono Via Fieramosca, Via Cialdini e Via Duomo, gli anziani più alla moda sembrano voler rubare per qualche ora la scena ai propri figli, attratti dal richiamo di quel pezzo di modernità di cui sembrano subirne il fascino.
Una strana calma pervade le zone calde della movida barlettana, il pre-serata si vive all'insegna delle chiacchiere di alcuni pacati individui che seduti ai tavoli sorseggiano un cocktail o una birra, mentre il bizzarro animatore dalle sembianze da gelataio è già bello carico, attende solo l'oceanica folla per lanciarsi nelle sue stravaganti danze.
Il momento in cui i "matusa" consegnano le chiavi della città ai loro figli arriverà di li a poco, poi ogni cosa non sarà più come prima, almeno fino quando l'alba non rimetterà ogni cosa a suo posto.
Camminando in lungo e in largo sembra esserci una movida fatta per i minori di sedici anni, e un'altra fatta per quelli un pò più adulti.
Il nostro sabato sera, inizia proprio tra i locali di Via Fieramosca, la zona è popolata principalmente da ragazzini di 15-16 anni. Quest'ultimo sabato sera inoltre rappresenta un banco di prova per verificare il rispetto della recente ordinanza emanata dal sindaco Maffei, circa il divieto di vendere alcolici ai minori di sedici anni.
Ci inoltriamo in un primo locale per sorseggiare una bibita, parecchi ragazzini vi entrano e acquistano bevande alcoliche: naturalmente il proprietario del locale non si prodiga di chiedere l'età, cosi come la nuova ordinanza prevede. Magari è un caso sporadico, decidiamo quindi di visitare un altro locale, dove - guarda caso - la situazione è sempre la stessa. Sarà cosi anche per un terzo, un quarto e quinto locale, e per tutti i locali della zona, insomma dell'ordinanza in questione sembrano aver fatto tutti orecchie da mercante, giusto per rimanere in tema.
Le stradine che da Via Ettore Fieramosca sfociano in Via Duomo e in Piazza Duomo diventano delle vere e proprie zone franche: non essendo in vista, diventano luoghi oscuri, una sottile linea rossa fra l'illecito e la movida tranquilla dei borghi, per le attività di spaccio, fra spinelli e droghe.
Gli abitanti del posto oramai sembrano essersi rassegnati a queste situazioni: un'anziana del posto abbozza una timida protesta, prontamente sedata dalla maleducazione di alcuni che con frasi ingiuriose la invitano ad andarsene a letto. Nel frattempo alle urla dei ragazzi va ad aggiungersi il rumore delle moto che sfrecciano a tutta velocità mettendo a serio rischio l'incolumità di grandi e piccini.
Sostiamo per qualche minuto dinanzi all'ingresso dei giardini del castello dove non ci sfugge l'invasione di vuote bottiglie di birra sparse in ogni dove. La signora del primo piano anche stasera tenta con un secchio d'acqua di fare la doccia ad alcuni ragazzi che stazionano sotto casa sua. Ebbene sì, la movida a Barletta è anche questo.
La passeggiata continua, fino a giungere nella zona di Piazza Pescheria, ancora un bagno di gente, magari evitando l'immancabile accenno di rissa, habitué delle serate della movida barlettana più sballata.
Passando sotto l'arco di Vico Gloria, sembra di imbattersi in una delle vie di Amsterdam, e sicuramente l'odore che fende i passanti non proviene dai ciclamini di qualche fiorera ben curata.
Finisce così un sabato sera come tanti altri qui a Barletta. Finisce così, come recita una delle più famose canzoni di Ligabue: "Già le quattro siamo qui, anche il sabato è andato cosi, si è bevuto, ballato, qualcuno ha imbarcato, il più scemo le ha prese…", ma dei sogni di rock'n roll di Liga neanche l'ombra, se non che "ombre dure adatte all'ora".