Partono i saldi estivi: scontenti i commercianti

Senza soldi, invece, gli acquirenti: previsto un calo del 4-6% nei consumi. I consigli utili per acquistare in sicurezza i prodotti a saldo

sabato 2 luglio 2011
Prendono il via oggi in tutta Italia (Barletta compresa) i saldi estivi, appuntamento atteso da consumatori e da commercianti e che, da alcuni anni, rappresenta un'opportunità di rilancio per gli operatori del settore abbigliamento. Fino al 15 settembre i negozianti applicheranno sconti crescenti ai capi invenduti della stagione corrente.

Dati alla mano, sono però sempre meno le famiglie che ne approfitteranno. Secondo le associazioni di consumatori la grave situazione economica e la conseguente riduzione del potere di acquisto delle famiglie incideranno pesantemente sull'andamento dei saldi. Per l'osservatorio nazionale di Federconsumatori ci sarà una ulteriore riduzione che oscilerrà dal 4 al 6% rispetto al crollo del 2010. Le famiglie che effettueranno acquisti a saldo saranno appena il 37% (poco più di 9 milioni), con una spesa complessiva di 1 miliardo e 285 milioni, pari ad una spesa di 141 euro a famiglia, ovvero 56 euro a testa.

Unimpresa Bat parla di «saldi mordi e fuggi». «L'effetto dei saldi si esaurirà rapidamente entro il mese di luglio, mentre ad agosto le città torneranno a spegnersi. I dati relativi all'indebitamento delle famiglie e delle imprese sono impressionanti e questa quota di impegno assorbe oltre il 30% della capacità di spesa, quindi sottrae risorse imponenti ai consumi correnti». Intanto domenica 3 luglio è prevista l'apertura straordinaria facoltativa degli esercizi commerciali nell'intera Provincia di Barletta, Andria, Trani. «Il vero dilemma per i commercianti non sarà quello di decidere quanti commessi in più serviranno per far fronte alle migliaia di consumatori e avventori ma se il tempo sarà bello o meno. In ogni caso l'apertura dei negozi rimane molto incerta; chiusura sicura e totale nelle periferie cittadine».

La legge prevede che i saldi non riguardino tutti i prodotti, ma solo quelli di carattere stagionale e quelli suscettibili di notevole deprezzamento se venduti durante una certa stagione o entro un breve periodo di tempo, in quanto fortemente legati alla moda. Questo comporterebbe ad esempio che, un negozio di abbigliamento, dovrebbe vendere in saldo solo articoli come giubbotteria primaverile e capi di mezzo peso, lasciando invariati i prezzi di t-shirt, costumi mare ed in generale tutti quei prodotti di caratteristico uso estivo che non soggetti a deprezzamento. «Il consumatore - dicono - si aspetta invece ben altro. Questa impostazione scriteriata delle date di inizio saldi porta vantaggi solo a quelle grosse catene di negozi che applicano margini di ricarico altissimo sui prodotti durante la stagione e che continuano ad ottenere profitti anche durante i saldi». «La soluzione - spiega un commerciante - è più semplice d quanto si pensi: basterebbe riportare, come in origine, l'inizio dei saldi estivi al 15 agosto (fine stagione appunto) per ristabilire un equilibrio di mercato ormai compromesso».

Per coloro che acquisteranno in saldo, ecco comunque alcuni consigli utili in un elenco stilato da Federconsumatori:

1. verificare prima della partenza dei saldi il prezzo pieno del prodotto che si intende comperare, se possibile, anche fotografandolo con il telefono cellulare per avere una testimonianza certa. Solo in questo modo sarà possibile valutarne la reale convenienza;

2. non fermatevi mai davanti alla prima vetrina, girate più negozi, confrontate i prezzi e, in ogni caso, orientatevi verso beni o prodotti che vi servono veramente;

3. diffidate dalle vetrine tappezzate dai manifesti (che non vi consentono di vedere la merce) o che reclamizzano sconti eccessivi, pari o superiori al 60%;

4. i prodotti venduti a saldo devono essere sì di fine stagione, ma di questa stagione, non di quelle passate! La merce di risulta o di magazzino non può essere mescolata con i prodotti in saldo, ma dovrà essere venduta separatamente;

5. occhio al cartellino! Su ogni prodotto deve essere indicato, obbligatoriamente ed in modo chiaro e leggibile, il vecchio prezzo, quello nuovo e il valore in percentuale dello sconto;

6. non esiste l'obbligo di far provare i capi, ciò è a discrezione del negoziante. Il nostro consiglio è, comunque, quello di diffidare nel caso di capi di abbigliamento che si possono solo guardare ma non provare;

7. I commercianti in possesso del POS hanno l'obbligo di accettare il pagamento con carte di credito o bancomat;

8. conservate sempre lo scontrino quale prova di acquisto. Sarà prezioso in caso di merce fallata o non "conforme", in quanto obbliga il commerciante alla sostituzione o al rimborso di quanto pagato;

9. i problemi devono essere subito denunciate ai vigili urbani, all'ufficio comunale per il commercio o ad una Associazione dei Consumatori.

10. per non eccedere con le spese, in ogni caso, stabilite sempre un budget massimo per i vostri acquisti.

Alessandro Bove