'Parole chiare', sette luoghi simbolo della Shoah italiana
Presentato il volume presso la sala rossa del castello. Nell'ambito del progetto 'Giorni terribili. Incontri sulla Shoah'
lunedì 7 febbraio 2011
Forse la memoria dei terribili giorni della Shoah non può circoscriversi in un solo giorno di pubbliche celebrazioni. La memoria è abitudine, il ricordo è un pensiero reiterato che rischia di andar perduto per sempre, perciò quel singolo giorno non basta. Ecco perché quest'anno le iniziative legate alla memoria storica delle persecuzioni naziste durano un mese intero. Per il Mese della Memoria l'associazione Liberincipit – I Presìdi del Libro ha dato vita al progetto "Giorni terribili. Incontri sulla Shoah": una serie di eventi, presentazioni, tavole rotonde, dibattiti, seminari, concerti e spettacoli teatrali che si stanno svolgendo da fine gennaio a tutto febbraio in tutto il territorio della regione.
Nell'ambito di questa ampia iniziativa, sabato sera nella Sala Rossa del castello di Barletta è stato presentato il libro "Parole chiare", un volume che ripercorre sette luoghi della Memoria (Ferramonti, Fossoli, la Risiera di San Sabba, le Isole Tremiti, Meina, Via Tasso e le Fosse Ardeatine, Agnone), a cui è stato dedicato da sette autori e un fotografo un reportage letterario e fotografico. Un percorso di parole e immagini attraverso la memoria e il ricordo della persecuzione nazi-fascista a danno degli ebrei italiani. "Parole chiare" racconta così di sette luoghi simbolo di destini segnati nell'Italia del Ventennio; un libro che è insieme itinerario nella storia e nella geografia, sguardo sul presente e sul passato, riflessione sul futuro.
«Se si lascia che la natura riaffermi il proprio corso senza interrogarci sui luoghi tanto segnati non è la vita a vincere ma l'oblio. Si tratta solo di luoghi simbolo, ma rappresentano molte delle categorie in cui gli esseri umani sono stati ridotti e la cui vita è stata sconvolta dalle persecuzioni. Qui in Italia, nel paese delle viole e dei mandolini e del mito del "bravo italiano". Ebrei zingari, omosessuali, antifascisti e gente qualsiasi, finita in carcere per errore. Destini segnati su cui e' necessario interrogarsi» descrive così il libro Lia Tagliacozzo, ideatrice del volume.
Nell'ambito di questa ampia iniziativa, sabato sera nella Sala Rossa del castello di Barletta è stato presentato il libro "Parole chiare", un volume che ripercorre sette luoghi della Memoria (Ferramonti, Fossoli, la Risiera di San Sabba, le Isole Tremiti, Meina, Via Tasso e le Fosse Ardeatine, Agnone), a cui è stato dedicato da sette autori e un fotografo un reportage letterario e fotografico. Un percorso di parole e immagini attraverso la memoria e il ricordo della persecuzione nazi-fascista a danno degli ebrei italiani. "Parole chiare" racconta così di sette luoghi simbolo di destini segnati nell'Italia del Ventennio; un libro che è insieme itinerario nella storia e nella geografia, sguardo sul presente e sul passato, riflessione sul futuro.
«Se si lascia che la natura riaffermi il proprio corso senza interrogarci sui luoghi tanto segnati non è la vita a vincere ma l'oblio. Si tratta solo di luoghi simbolo, ma rappresentano molte delle categorie in cui gli esseri umani sono stati ridotti e la cui vita è stata sconvolta dalle persecuzioni. Qui in Italia, nel paese delle viole e dei mandolini e del mito del "bravo italiano". Ebrei zingari, omosessuali, antifascisti e gente qualsiasi, finita in carcere per errore. Destini segnati su cui e' necessario interrogarsi» descrive così il libro Lia Tagliacozzo, ideatrice del volume.
Lia Tagliacozzo è nata a Roma. Laureata in Scienze Politiche presso l'Università La sapienza, nella capitale, è giornalista e collabora con varie testate. Lavora in televesione come autrice, redattrice, produttrice, occupandosi della storia e della cultura ebraica. Ha pubblicato Melagrana. La nuova generazione degli ebrei italiani (Castelvecchi, 2005) e Anni Spezzati (Giunti, 2009).
Gianfranco Goretti, laureato in Storia contemporanea, è insegnante nelle scuole superiori ed ha svolto fin dal 1987 ricerche sul confino degli omosessuali durante gli anni del regime fascista. Tale lavoro si è tradotto in una tesi di laurea in Storia moderna e in diverse pubblicazioni. Con Tommaso Giartosio ha pubblicato La città è l'isola (Donzelli, 2006). È referente per le famiglie arcobaleno della zona Lazio-centro.
Marco Rossi-Doria, insegnante in Italia e all'estero, è da venti anni formatore di docenti sui temi della dispersione scolastica, del disagio e dell'esclusione precoce. Fondatore del progetto "Chance", dal 1994 al 2006 è stato maestro di strada nei quartieri spagnoli di Napoli. È membro della Commissione nazionale di indagine sull'esclusione sociale. Lavora per la Provincia di Trento a progetti per i ragazzi in difficoltà e per l'innovazione della formazione professionale. Collabora con numerosi giornali e riviste.
Gianfranco Goretti, laureato in Storia contemporanea, è insegnante nelle scuole superiori ed ha svolto fin dal 1987 ricerche sul confino degli omosessuali durante gli anni del regime fascista. Tale lavoro si è tradotto in una tesi di laurea in Storia moderna e in diverse pubblicazioni. Con Tommaso Giartosio ha pubblicato La città è l'isola (Donzelli, 2006). È referente per le famiglie arcobaleno della zona Lazio-centro.
Marco Rossi-Doria, insegnante in Italia e all'estero, è da venti anni formatore di docenti sui temi della dispersione scolastica, del disagio e dell'esclusione precoce. Fondatore del progetto "Chance", dal 1994 al 2006 è stato maestro di strada nei quartieri spagnoli di Napoli. È membro della Commissione nazionale di indagine sull'esclusione sociale. Lavora per la Provincia di Trento a progetti per i ragazzi in difficoltà e per l'innovazione della formazione professionale. Collabora con numerosi giornali e riviste.