Padre Saverio di Barletta: «In tanti a portare la Croce, non c'è solo Gesù»
«Coraggio, aiutiamoci vicendevolmente. Diamo una mano a chi fa fatica a camminare»
domenica 5 aprile 2020
11.16
Carissimi amici,
Eccoci alle prese con una lunga e dolorosa Via Crucis. Questa volta non la viviamo da spettatori, ma da protagonisti. Sulla strada che porta al Calvario non c´é solo Gesù a portare la Croce, ma siamo in tanti, vere e proprie moltitudini alle prese con una sofferenza che ci ha colto di sorpresa, ma che sta lasciando dietro di sé uno strascico di dolore e morte. L´aguzzino é un virus, un corona virus di spine che trafigge il corpo e lo devasta, trascinando verso la morte soprattutto i più deboli e gli anziani. Il triste corteo non conosce limiti. Con il passare del tempo si ingrossa sempre più. Sta raggiungendo dimensioni planetarie. Ormai invade tutte le strade del mondo strappando le persone dalle loro case e conducendole a forza verso un tragico destino. La scena non cambia. I personaggi ci sono tutti. Non mancano i "Ponzi Pilati" che, come sempre, se ne lavano le mani. Non lo fanno per prevenire il contagio, ma per infischiarsene di chi soffre. Sono i pazienti dell'indifferenza, immuni alla solidarietà e all'amore. Assistono tutto a distanza, magari rinchiusi nei loro castelli dorati, trincerati dietro le loro sicurezze. Hanno riposto la fiducia nella propria autosufficienza e nei beni materiali che hanno accumulato. L´unico loro interesse é salvare la propria pelle. C´é il Sinedrio sempre più chiassoso e sempre meno operativo. Non mi riferisco a una situazione specifica. Come missionario, guardo il mondo a partire dalla periferia esistenziale in cui abito. Sono quegli "uomini pubblici" che amano azzuffarsi tutto il tempo. Dicono che sono preoccupati con la gente, ma hanno gli occhi sempre più puntati sui sondaggi elettorali. Pur di ottenere consensi usano invano il nome di Dio. Fanno populismo sfruttando il malessere della gente. Dovrebbero essere a servizio del bene comune, ma finiscono quasi sempre per prendere decisioni a favore degli interessi dei potenti. Passano la maggior parte del tempo a litigare tra di loro, mentre i pazienti muoiono per mancanza di strutture sanitarie. In molte parti del mondo, la precarietà della sanità pubblica sta facendo più vittime del covid 19.
Il virus sta mettendo a nudo quanto sia criminale il sistema economico dominante che, con l´assolutizzazione del mercato e l´accumulazione di capitali attraverso la speculazione finanziaria, provoca lo smantellamento dello Stato Sociale e la precarizzazione delle politiche pubbliche destinate soprattuto ai più poveri. La sentenza di morte che sta colpendo un´interminabile lista di vittime innocenti non é imputabile solo al covid 19, ma anche a chi sacrifica vite umane sull'altare del profitto. Il capitale contaminato dall'avidità e accumulato attraverso la voracità predatoria, al prezzo della distruzione del pianeta e del massacro di moltitudini di vite umane, é la peggiore peste che minaccia il mondo da tanto tempo e che solo sarà fermata se faremo una decisa opzione in favore della vita e inietteremo nei nostri cuori abbondanti dosi di solidarietà. Eccoci ai sadici flagellatori. Cominciamo con quelli che confondono le persone usando le reti sociali per diffondere fake-news. Ogni loro menzogna é un colpo di frusta nella buona fede di chi ci casca e, a seconda del contenuto, é un' iniezione di odio che fa esplodere conflitti nelle famiglie e nella società. Come dice il Libro dei Proverbi (Pr 6,16-19), sono detestabili perfino agli occhi di Dio. Ci sono poi gli speculatori che approfittano del momento per aumentare i prezzi dei prodotti di necessità. Sono dei veri sciacalli. I loro prezzi abusivi sono pugni nello stomaco vuoto di chi non riesce a mangiare perché non ha soldi sufficienti per comprare. Nella lista aggiungiamo anche i frodatori che, come ripugnanti avvoltoi, si lanciano nel mucchio per spolpare la povera gente, portando via i pochi risparmi che sono riusciti a mettere da parte con tanti sacrifici. Ogni loro colpo messo a segno é una bastonata sulla dignità umana. Infine, mi permetto di aggiungere tra i flagellatori chi non rispetta l´isolamento domiciliare e se va in giro, soprattutto quando sa di essere portatore del virus ed é una fonte di contagio. Questo atto di irresponsabilità costa caro, vale il prezzo della vita degli altri. Voglio dire una parola anche sui "Sommi Sacerdoti". Predicano bene razzolano male. Sono abili nel parlare di Dio, ma restii a vivere secondo la sua misericordia. Sono accoglienti verso chi paga rigorosamente la decima senza preoccuparsi dell'origine del danaro, ma ostili a chi sceglie di vivere fino fondo le esigenze del Vangelo. Fanno alleanze con i potenti e perseguitano i profeti. Tra di loro ci possiamo essere anche noi, "uomini e donne di chiesa", quando pecchiamo per eccessiva prudenza e siamo più preoccupati a mettere in salvo la nostra vita che metterci a servizio della vita nel momento in cui ha più bisogno della nostra solidarietà. Sugli scanni del Sinedrio siamo seduti anche noi quando, come ci racconta la parabola del Buon Samaritano, ci giriamo dall'altra parte per far finta di non vedere, affrettiamo il passo per non approssimarci e passiamo oltre senza fare niente. Infine, ci sono i Cirenei e le Veroniche.
Questa volta sono in tanti. Riempiono il cuore di speranza perché rivelano che nel mondo, nonostante tutto, c´é ancora una grande scorta di buona volontà e di amore. Spuntano dappertutto per contrastare il dolore e la sofferenza con la solidarietà. Come la Veronica si prendono cura del volto di chi soffre asciugandone le lacrime e il sudore fino a restituirne il suo originale splendore e come Simone di Cirene si mettono a disposizione per aiutare a caricare la croce della malattia e delle sue tragiche conseguenze a livello economico e sociale. In prima linea c'é tutto il personale sanitario, coinvolto anima e corpo nella battaglia per salvare la vita dei pazienti. Poi vengono gli scienziati impegnati nella ricerca del vaccino e di medicine efficaci, le forze dell'ordine, la protezione civile, i sacerdoti, religiosi e religiose che danno assistenza agli ammalati e ai poveri e tutti coloro che mantengono in piedi le attività essenziali. Non possiamo dimenticarci delle autorità che si prodigano con generosità per alleviare le sofferenze delle persone e che si preoccupano con i gruppi umani più vulnerabili. Tra i Cirenei e le Veroniche ci sono anche quelli che sono impegnati sul fronte della solidarietà con le persone più povere, i senza tetto, i disoccupati, i carcerati, i nomadi, gli immigrati e tutti coloro che, oltre a rischiare di ammalarsi, devono affrontare la miseria, la fame, le malattie endemiche e tutte le altre carenze che da sempre costituiscono una minaccia alla loro fragile vita. Anche se é difficile in questo momento di sofferenza, provate a fare un piccolo esercizio di empatia con quelli che soffrono di più, Se per voi che avete per lo più case decenti e vivete in condizioni migliori é difficile sopportare il disagio dell'isolamento domiciliare, immaginatevi come possa essere penoso per coloro che vivono in situazioni di estrema povertà. Quando guardo alla mia gente, in questa periferia del nord-est brasiliano, prego Dio che mantenga lontano il virus, perché non oso immaginare che cosa sarà di queste persone che vivono in case piccole, sovraffollate e in condizioni igieniche precarie.
Siamo in quarantena da circa due settimane. La gente comincia a disperarsi. Deve scegliere tra rimanere in casa e morire di fame, o uscire e rischiare di essere contagiata dal virus. A questo punto, mi viene da domandare: dove sta' Dio in questa Via Crucis? Non é facile rispondere. Saremmo ipocriti se non ammettessimo che l´esperienza di sofferenza che stiamo vivendo in questi giorni sta mettendo a dura prova anche la nostra fede. é sempre difficile combinare l´esistenza di un Dio che si rivela come Padre buono e amorevole con l´esperienza del dolore innocente. Potrei chiedere aiuto a rinomati teologi, ma, in questa tempesta di sofferenza, non mi va di perdermi in disquisizioni teoriche ed astratte. Chi é immerso nella sofferenza non ha voglia di belle parole, ma di una presenza amica e solidale. Così agisce Dio. Come scrisse il poeta francese Paul Claudel, di fronte al dolore Dio non ci fornisce spiegazioni. Ci dona una Presenza: la Sua. Viene Lui stesso a condividere il nostro dolore: lo fa suo. Come il Buon Smaritano si china sulle nostre sofferenze e si prende cura di noi.
Preghiamo, quindi, insistentemente. Se nonostante tutto, lo sentiamo ancora distante, non abbiamo paura di gridare verso l´alto. «Davanti alle situazioni più difficili e dolorose, quando sembra che Dio non senta, non dobbiamo temere di affidare a Lui tutto il peso che portiamo nel nostro cuore, non dobbiamo avere paura di gridare a Lui la nostra sofferenza, dobbiamo essere convinti che Dio é vicino, anche se apparentemente tace» (Papa Benedetto XVI). Forse la risposta non sarà quella che desideriamo, ma rinnoviamo la fiducia in Lui sapendo che tutto quello che proviene dalle Sue mani é per il nostro bene. Sono convinto che, come 2000 anni fa non ha risparmiato il proprio Filho, ma lo ha consegnato per la nostra salvezza, così oggi ce lo affida ancora una volta perché cammini con noi e ci guidi lungo la strada del Calvario. Non sappiamo ancora quanto durerà questa nostra tragica peregrinazione, ma la sua presenza ci conforta perché ci ricorda che il Golgota é una sosta provvisoria che dura solo poche ore. Poi c´é la Pasqua. Coraggio, quindi, aiutiamoci vicendevolmente. Diamo una mano a chi fa fatica a camminare. Non desistiamo. Come discepoli del Risorto siamo convocati ad essere testimoni della speranza. Sperare in Dio non significa incrociare le braccia e aspettare il miracolo che casca dal cielo. La speranza non é un atto di vigliaccheria o una prova della nostra incompentenza. Non ha niente a che vedere con l' ottimismo ingenuo, l´inerzia, il comodismo o il fatalismo. é un atto di fiducia nella promessa di Gesù: "Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!" (Gv 16,33). La speranza é la pù esigente e rivoluzionaria esperienza del cuore. é una qualità, una determinazione eroica del cristiano militante. é il coraggio di tuffarsi nella realtà e di rimboccarsi le maniche per trasformarla.
La speranza é la capacità di vedere oltre le apparenze, di scoprire uno spiraglio di luce nelle tenebre più fitte, di affrontare le avversità e di ricominciare tutto di nuovo con fiducia nella Parola di Dio: "Signore, abbiamo tentato tutta la notte e non abbiamo pescato niente. Ma in obbedienza alla Tua Parola, butteremo di nuovo le reti" (Lc 5,5). La speranza é un atto di coraggio che ci pone con determinazione dalla parte della Vita per sconfiggere la morte, dalla parte della solidarietà per porre fine alla sofferenza, dalla parte del bene per debellare il male. La speranza é la virtù di coloro che osano, di "quelli che restano in piedi", che non si scoraggiano, non si soddisfano con la mediocrità, non ricercano il minimo necessario, ma osano, hanno il coraggio sufficiente per imbarcare e navigare verso acque profonde, alla ricerca di ció che vale la pena: "Per me vivere é Cristo!" (Fl 1,21). La speranza é a caro prezzo, ma é indispensabile. é con lei, come compagna inseparabile, che vogliamo affrontare questa pandemia. Non vacilliamo. Manteniamo la professione della nostra speranza (Eb 9,23). Presto presto la luce metterà in fuga le tenebre, l´atmosfera di morte sarà dissolta e la vita irromperà con tutto il suo vigore. Come diceva Sant'Agostino, "Finché c'é la voglia di lottare, c'é la speranza di vincere". Sono sicuro che ce la faremo. Ne usciremo provati, ma più ricchi in umanità e più propensi alla solidarietà. Ancora una volta, la sofferenza, vissuta alla luce dell'esperienza della croce di Cristo, potrà diventare un´occasione di conversione e una opportunità di salvezza. Come scriveva Bonhoeffer: "Dio non salva dalla sofferenza, ma nella sofferenza; non protegge dalla morte, ma nella morte. Non libera dalla croce ma nella croce". In piedi, testimoni della speranza. Cristo é risorto. La morte é vinta per sempre. Chi crede in Lui vivrà per sempre. Santa Pasqua a tutti. Dio dica bene di tutti noi e si prenda cura delle nostre famiglie.
P. Saverio Paolillo Missionario Comboniano in Brasile
Eccoci alle prese con una lunga e dolorosa Via Crucis. Questa volta non la viviamo da spettatori, ma da protagonisti. Sulla strada che porta al Calvario non c´é solo Gesù a portare la Croce, ma siamo in tanti, vere e proprie moltitudini alle prese con una sofferenza che ci ha colto di sorpresa, ma che sta lasciando dietro di sé uno strascico di dolore e morte. L´aguzzino é un virus, un corona virus di spine che trafigge il corpo e lo devasta, trascinando verso la morte soprattutto i più deboli e gli anziani. Il triste corteo non conosce limiti. Con il passare del tempo si ingrossa sempre più. Sta raggiungendo dimensioni planetarie. Ormai invade tutte le strade del mondo strappando le persone dalle loro case e conducendole a forza verso un tragico destino. La scena non cambia. I personaggi ci sono tutti. Non mancano i "Ponzi Pilati" che, come sempre, se ne lavano le mani. Non lo fanno per prevenire il contagio, ma per infischiarsene di chi soffre. Sono i pazienti dell'indifferenza, immuni alla solidarietà e all'amore. Assistono tutto a distanza, magari rinchiusi nei loro castelli dorati, trincerati dietro le loro sicurezze. Hanno riposto la fiducia nella propria autosufficienza e nei beni materiali che hanno accumulato. L´unico loro interesse é salvare la propria pelle. C´é il Sinedrio sempre più chiassoso e sempre meno operativo. Non mi riferisco a una situazione specifica. Come missionario, guardo il mondo a partire dalla periferia esistenziale in cui abito. Sono quegli "uomini pubblici" che amano azzuffarsi tutto il tempo. Dicono che sono preoccupati con la gente, ma hanno gli occhi sempre più puntati sui sondaggi elettorali. Pur di ottenere consensi usano invano il nome di Dio. Fanno populismo sfruttando il malessere della gente. Dovrebbero essere a servizio del bene comune, ma finiscono quasi sempre per prendere decisioni a favore degli interessi dei potenti. Passano la maggior parte del tempo a litigare tra di loro, mentre i pazienti muoiono per mancanza di strutture sanitarie. In molte parti del mondo, la precarietà della sanità pubblica sta facendo più vittime del covid 19.
Il virus sta mettendo a nudo quanto sia criminale il sistema economico dominante che, con l´assolutizzazione del mercato e l´accumulazione di capitali attraverso la speculazione finanziaria, provoca lo smantellamento dello Stato Sociale e la precarizzazione delle politiche pubbliche destinate soprattuto ai più poveri. La sentenza di morte che sta colpendo un´interminabile lista di vittime innocenti non é imputabile solo al covid 19, ma anche a chi sacrifica vite umane sull'altare del profitto. Il capitale contaminato dall'avidità e accumulato attraverso la voracità predatoria, al prezzo della distruzione del pianeta e del massacro di moltitudini di vite umane, é la peggiore peste che minaccia il mondo da tanto tempo e che solo sarà fermata se faremo una decisa opzione in favore della vita e inietteremo nei nostri cuori abbondanti dosi di solidarietà. Eccoci ai sadici flagellatori. Cominciamo con quelli che confondono le persone usando le reti sociali per diffondere fake-news. Ogni loro menzogna é un colpo di frusta nella buona fede di chi ci casca e, a seconda del contenuto, é un' iniezione di odio che fa esplodere conflitti nelle famiglie e nella società. Come dice il Libro dei Proverbi (Pr 6,16-19), sono detestabili perfino agli occhi di Dio. Ci sono poi gli speculatori che approfittano del momento per aumentare i prezzi dei prodotti di necessità. Sono dei veri sciacalli. I loro prezzi abusivi sono pugni nello stomaco vuoto di chi non riesce a mangiare perché non ha soldi sufficienti per comprare. Nella lista aggiungiamo anche i frodatori che, come ripugnanti avvoltoi, si lanciano nel mucchio per spolpare la povera gente, portando via i pochi risparmi che sono riusciti a mettere da parte con tanti sacrifici. Ogni loro colpo messo a segno é una bastonata sulla dignità umana. Infine, mi permetto di aggiungere tra i flagellatori chi non rispetta l´isolamento domiciliare e se va in giro, soprattutto quando sa di essere portatore del virus ed é una fonte di contagio. Questo atto di irresponsabilità costa caro, vale il prezzo della vita degli altri. Voglio dire una parola anche sui "Sommi Sacerdoti". Predicano bene razzolano male. Sono abili nel parlare di Dio, ma restii a vivere secondo la sua misericordia. Sono accoglienti verso chi paga rigorosamente la decima senza preoccuparsi dell'origine del danaro, ma ostili a chi sceglie di vivere fino fondo le esigenze del Vangelo. Fanno alleanze con i potenti e perseguitano i profeti. Tra di loro ci possiamo essere anche noi, "uomini e donne di chiesa", quando pecchiamo per eccessiva prudenza e siamo più preoccupati a mettere in salvo la nostra vita che metterci a servizio della vita nel momento in cui ha più bisogno della nostra solidarietà. Sugli scanni del Sinedrio siamo seduti anche noi quando, come ci racconta la parabola del Buon Samaritano, ci giriamo dall'altra parte per far finta di non vedere, affrettiamo il passo per non approssimarci e passiamo oltre senza fare niente. Infine, ci sono i Cirenei e le Veroniche.
Questa volta sono in tanti. Riempiono il cuore di speranza perché rivelano che nel mondo, nonostante tutto, c´é ancora una grande scorta di buona volontà e di amore. Spuntano dappertutto per contrastare il dolore e la sofferenza con la solidarietà. Come la Veronica si prendono cura del volto di chi soffre asciugandone le lacrime e il sudore fino a restituirne il suo originale splendore e come Simone di Cirene si mettono a disposizione per aiutare a caricare la croce della malattia e delle sue tragiche conseguenze a livello economico e sociale. In prima linea c'é tutto il personale sanitario, coinvolto anima e corpo nella battaglia per salvare la vita dei pazienti. Poi vengono gli scienziati impegnati nella ricerca del vaccino e di medicine efficaci, le forze dell'ordine, la protezione civile, i sacerdoti, religiosi e religiose che danno assistenza agli ammalati e ai poveri e tutti coloro che mantengono in piedi le attività essenziali. Non possiamo dimenticarci delle autorità che si prodigano con generosità per alleviare le sofferenze delle persone e che si preoccupano con i gruppi umani più vulnerabili. Tra i Cirenei e le Veroniche ci sono anche quelli che sono impegnati sul fronte della solidarietà con le persone più povere, i senza tetto, i disoccupati, i carcerati, i nomadi, gli immigrati e tutti coloro che, oltre a rischiare di ammalarsi, devono affrontare la miseria, la fame, le malattie endemiche e tutte le altre carenze che da sempre costituiscono una minaccia alla loro fragile vita. Anche se é difficile in questo momento di sofferenza, provate a fare un piccolo esercizio di empatia con quelli che soffrono di più, Se per voi che avete per lo più case decenti e vivete in condizioni migliori é difficile sopportare il disagio dell'isolamento domiciliare, immaginatevi come possa essere penoso per coloro che vivono in situazioni di estrema povertà. Quando guardo alla mia gente, in questa periferia del nord-est brasiliano, prego Dio che mantenga lontano il virus, perché non oso immaginare che cosa sarà di queste persone che vivono in case piccole, sovraffollate e in condizioni igieniche precarie.
Siamo in quarantena da circa due settimane. La gente comincia a disperarsi. Deve scegliere tra rimanere in casa e morire di fame, o uscire e rischiare di essere contagiata dal virus. A questo punto, mi viene da domandare: dove sta' Dio in questa Via Crucis? Non é facile rispondere. Saremmo ipocriti se non ammettessimo che l´esperienza di sofferenza che stiamo vivendo in questi giorni sta mettendo a dura prova anche la nostra fede. é sempre difficile combinare l´esistenza di un Dio che si rivela come Padre buono e amorevole con l´esperienza del dolore innocente. Potrei chiedere aiuto a rinomati teologi, ma, in questa tempesta di sofferenza, non mi va di perdermi in disquisizioni teoriche ed astratte. Chi é immerso nella sofferenza non ha voglia di belle parole, ma di una presenza amica e solidale. Così agisce Dio. Come scrisse il poeta francese Paul Claudel, di fronte al dolore Dio non ci fornisce spiegazioni. Ci dona una Presenza: la Sua. Viene Lui stesso a condividere il nostro dolore: lo fa suo. Come il Buon Smaritano si china sulle nostre sofferenze e si prende cura di noi.
Preghiamo, quindi, insistentemente. Se nonostante tutto, lo sentiamo ancora distante, non abbiamo paura di gridare verso l´alto. «Davanti alle situazioni più difficili e dolorose, quando sembra che Dio non senta, non dobbiamo temere di affidare a Lui tutto il peso che portiamo nel nostro cuore, non dobbiamo avere paura di gridare a Lui la nostra sofferenza, dobbiamo essere convinti che Dio é vicino, anche se apparentemente tace» (Papa Benedetto XVI). Forse la risposta non sarà quella che desideriamo, ma rinnoviamo la fiducia in Lui sapendo che tutto quello che proviene dalle Sue mani é per il nostro bene. Sono convinto che, come 2000 anni fa non ha risparmiato il proprio Filho, ma lo ha consegnato per la nostra salvezza, così oggi ce lo affida ancora una volta perché cammini con noi e ci guidi lungo la strada del Calvario. Non sappiamo ancora quanto durerà questa nostra tragica peregrinazione, ma la sua presenza ci conforta perché ci ricorda che il Golgota é una sosta provvisoria che dura solo poche ore. Poi c´é la Pasqua. Coraggio, quindi, aiutiamoci vicendevolmente. Diamo una mano a chi fa fatica a camminare. Non desistiamo. Come discepoli del Risorto siamo convocati ad essere testimoni della speranza. Sperare in Dio non significa incrociare le braccia e aspettare il miracolo che casca dal cielo. La speranza non é un atto di vigliaccheria o una prova della nostra incompentenza. Non ha niente a che vedere con l' ottimismo ingenuo, l´inerzia, il comodismo o il fatalismo. é un atto di fiducia nella promessa di Gesù: "Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!" (Gv 16,33). La speranza é la pù esigente e rivoluzionaria esperienza del cuore. é una qualità, una determinazione eroica del cristiano militante. é il coraggio di tuffarsi nella realtà e di rimboccarsi le maniche per trasformarla.
La speranza é la capacità di vedere oltre le apparenze, di scoprire uno spiraglio di luce nelle tenebre più fitte, di affrontare le avversità e di ricominciare tutto di nuovo con fiducia nella Parola di Dio: "Signore, abbiamo tentato tutta la notte e non abbiamo pescato niente. Ma in obbedienza alla Tua Parola, butteremo di nuovo le reti" (Lc 5,5). La speranza é un atto di coraggio che ci pone con determinazione dalla parte della Vita per sconfiggere la morte, dalla parte della solidarietà per porre fine alla sofferenza, dalla parte del bene per debellare il male. La speranza é la virtù di coloro che osano, di "quelli che restano in piedi", che non si scoraggiano, non si soddisfano con la mediocrità, non ricercano il minimo necessario, ma osano, hanno il coraggio sufficiente per imbarcare e navigare verso acque profonde, alla ricerca di ció che vale la pena: "Per me vivere é Cristo!" (Fl 1,21). La speranza é a caro prezzo, ma é indispensabile. é con lei, come compagna inseparabile, che vogliamo affrontare questa pandemia. Non vacilliamo. Manteniamo la professione della nostra speranza (Eb 9,23). Presto presto la luce metterà in fuga le tenebre, l´atmosfera di morte sarà dissolta e la vita irromperà con tutto il suo vigore. Come diceva Sant'Agostino, "Finché c'é la voglia di lottare, c'é la speranza di vincere". Sono sicuro che ce la faremo. Ne usciremo provati, ma più ricchi in umanità e più propensi alla solidarietà. Ancora una volta, la sofferenza, vissuta alla luce dell'esperienza della croce di Cristo, potrà diventare un´occasione di conversione e una opportunità di salvezza. Come scriveva Bonhoeffer: "Dio non salva dalla sofferenza, ma nella sofferenza; non protegge dalla morte, ma nella morte. Non libera dalla croce ma nella croce". In piedi, testimoni della speranza. Cristo é risorto. La morte é vinta per sempre. Chi crede in Lui vivrà per sempre. Santa Pasqua a tutti. Dio dica bene di tutti noi e si prenda cura delle nostre famiglie.
P. Saverio Paolillo Missionario Comboniano in Brasile