Orientamento sessuale, identità di genere: in Consiglio Regionale la proposta di legge
Tra i firmatari presenti Filippo Caracciolo, Donato Metallo, Francesco Paolicelli e Titti De Simone
giovedì 4 novembre 2021
Oggi in Consiglio Regionale è stata presentata la proposta di legge che contiene le norme volte a garantire il principio di pari opportunità e di parità di trattamento in riferimento all'orientamento sessuale, all'identità di genere e alla variazioni nelle caratteristiche di sesso. Presenti i primi firmatari, i consiglieri regionali del Pd Donato Metallo e Francesco Paolicelli, il capogruppo Pd, Filippo Caracciolo, la consigliera Titti De Simone per l'Attuazione del programma di governo regionale, e i portavoce delle associazioni coinvolte nella stesura della legge.
«Stiamo facendo un importantissimo lavoro di ascolto, stiamo provando a ricucire il bene più prezioso: la fiducia tra le associazioni e la politica che stava rischiando di perdersi per sempre -ha dichiarato Donato Metallo-. E insieme siamo giunti a una proposta composta da 10 articoli, in cui accesso al lavoro, incisività nelle imprese, formazione specifica di insegnanti e personale sociosanitario, linguaggio e comunicazione non discriminatori, informazione inclusiva, sensibilizzazione e cultura delle differenza sono le linee principali. E sono i principi cardine perché sono esigenze concrete, che significano vita e quotidianità per tantissime persone. Ognuno si assume un pezzo di responsabilità di quella fiducia che non va tradita».
«Con la presentazione della proposta di legge contro l'omobitrasfobia vogliamo inaugurare una nuova stagione di diritti" -ha sottolineato Francesco Paolicelli- . Le nuove generazioni ci chiedono di andare avanti e noi non possiamo e soprattutto non vogliamo deluderli. È il momento di farci sentire, perché la Puglia non si ferma. Quello che è accaduto la scorsa settimana fa in Senato contro il #ddlZan non è espressione della società civile. E l'unica strada che conosciamo per trasformare le parole in fatti sono le leggi in grado di incidere sulla vita delle persone. Per questo è necessario approvare questa proposta che oggi abbiamo presentato in sede istituzionale, ma che già a partire da domani porteremo in tutte le piazze e province di tutta la regione».
«Dobbiamo insistere sulla formazione soprattutto nelle scuole e dobbiamo sostenere quelle buone pratiche che già esistono - ha affermato Titti De Simone, consigliera delegata all'attuazione del programma- dobbiamo fare in modo che queste buone pratiche si allarghino rispetto a tutto il territorio regionale. Questo è un punto essenziale, lì dove ancora bullismo e violenza sono purtroppo ancora realtà per moltissimi ragazzi e ragazze».
«Esiste uno scollamento tra un Paese reale e un mondo della politica che ancora non interpreta correttamente le esigenze della vita delle persone, le vulnerabilità specifiche, e che non interpreta quali sono i contesti di maggiore fragilità - ha osservato Luciano Lopopolo, presidente nazionale Arcigay- e i percorsi che intendiamo condividere e sostenere attraverso tutte le organizzazioni nazionali e territoriali devono essere percorsi di crescita civile, comune, collettiva in cui queste norme contenute in questi articoli sono foriere di altri ragionamenti che riguardano ulteriori contesti di fragilità di cui tutta la causa del movimento diritti civili delle persone Lgbti ha sempre manifestato».
"Abbiamo bisogno che la politica dia delle riposte efficace ai bisogni delle cittadine e dei cittadini. Dobbiamo continuare a lavorare insieme -ha invece sottolineato Carolina Velati, Rete della conoscenza - Già usciamo da una 'batosta' importante dell'affossamento del Ddl Zan, che però da un certo punto di vista ci anima ancora di più nel sottolineare che non può esistere questo tipo di distanza tra rappresentanti e rappresentati. Anzi, deve esistere una consapevolezza anche da parte delle istituzioni rispetto al ruolo cruciale in quella che è una vera e propria questione di vita o di morte rispetto a come si vive la propria identità di genere e il proprio orientamento sessuale».
«Stiamo facendo un importantissimo lavoro di ascolto, stiamo provando a ricucire il bene più prezioso: la fiducia tra le associazioni e la politica che stava rischiando di perdersi per sempre -ha dichiarato Donato Metallo-. E insieme siamo giunti a una proposta composta da 10 articoli, in cui accesso al lavoro, incisività nelle imprese, formazione specifica di insegnanti e personale sociosanitario, linguaggio e comunicazione non discriminatori, informazione inclusiva, sensibilizzazione e cultura delle differenza sono le linee principali. E sono i principi cardine perché sono esigenze concrete, che significano vita e quotidianità per tantissime persone. Ognuno si assume un pezzo di responsabilità di quella fiducia che non va tradita».
«Con la presentazione della proposta di legge contro l'omobitrasfobia vogliamo inaugurare una nuova stagione di diritti" -ha sottolineato Francesco Paolicelli- . Le nuove generazioni ci chiedono di andare avanti e noi non possiamo e soprattutto non vogliamo deluderli. È il momento di farci sentire, perché la Puglia non si ferma. Quello che è accaduto la scorsa settimana fa in Senato contro il #ddlZan non è espressione della società civile. E l'unica strada che conosciamo per trasformare le parole in fatti sono le leggi in grado di incidere sulla vita delle persone. Per questo è necessario approvare questa proposta che oggi abbiamo presentato in sede istituzionale, ma che già a partire da domani porteremo in tutte le piazze e province di tutta la regione».
«Dobbiamo insistere sulla formazione soprattutto nelle scuole e dobbiamo sostenere quelle buone pratiche che già esistono - ha affermato Titti De Simone, consigliera delegata all'attuazione del programma- dobbiamo fare in modo che queste buone pratiche si allarghino rispetto a tutto il territorio regionale. Questo è un punto essenziale, lì dove ancora bullismo e violenza sono purtroppo ancora realtà per moltissimi ragazzi e ragazze».
«Esiste uno scollamento tra un Paese reale e un mondo della politica che ancora non interpreta correttamente le esigenze della vita delle persone, le vulnerabilità specifiche, e che non interpreta quali sono i contesti di maggiore fragilità - ha osservato Luciano Lopopolo, presidente nazionale Arcigay- e i percorsi che intendiamo condividere e sostenere attraverso tutte le organizzazioni nazionali e territoriali devono essere percorsi di crescita civile, comune, collettiva in cui queste norme contenute in questi articoli sono foriere di altri ragionamenti che riguardano ulteriori contesti di fragilità di cui tutta la causa del movimento diritti civili delle persone Lgbti ha sempre manifestato».
"Abbiamo bisogno che la politica dia delle riposte efficace ai bisogni delle cittadine e dei cittadini. Dobbiamo continuare a lavorare insieme -ha invece sottolineato Carolina Velati, Rete della conoscenza - Già usciamo da una 'batosta' importante dell'affossamento del Ddl Zan, che però da un certo punto di vista ci anima ancora di più nel sottolineare che non può esistere questo tipo di distanza tra rappresentanti e rappresentati. Anzi, deve esistere una consapevolezza anche da parte delle istituzioni rispetto al ruolo cruciale in quella che è una vera e propria questione di vita o di morte rispetto a come si vive la propria identità di genere e il proprio orientamento sessuale».