Operazione "Ceres", anche un barlettano tra gli 11 arrestati

Per lui accusa di spaccio continuato in concorso di sostanze stupefacenti

giovedì 21 febbraio 2013 20.42
C'è anche un barlettano tra gli arrestati nell'ambito dell'operazione denominata "Ceres", condotta dai carabinieri della compagnia di Rimini e dipanatasi tra le province di Forlì-Cesena, Lecce, Bari, Cesena, Enna, Napoli e Livorno. Si tratta del 34enne Ruggiero Dibenedetto, nato nel 1979 a Barletta. Sette le persone arrestate tra il capoluogo salentino, Forlì-Cesena, Enna, Napoli e Livorno, con l'accusa di spaccio continuato in concorso di sostanze stupefacenti. A seguito delle indagini, i militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Rimini hanno dato esecuzione a 11 ordinanze di applicazione di misure cautelari nei confronti di persone ritenute responsabili, in concorso fra loro, del reato di spaccio di stupefacenti, prevalentemente hashish ed eroina. Nel dettaglio Dibenedetto è stato sottoposto agli arresti domiciliari alla pari Raffaele Panico e Maria Concetta Darbisi.

L'operazione "Ceres" è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Rimini – guidata dal dottor Davide Ercolani. Nel corso delle indagini erano state già arrestate, tra il 2008 ed il 2010 in flagranza di reato per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, 19 persone con il sequestro di 581,6 grammi di cocaina, 2.608,1 grammi di hashish; 7.135 euro in contanti e la confisca di autovettura Alfa 147. E' stata deliberata la custodia cautelare in carcere per tre cittadini albanesi, nel dettaglio Hiqmet Haka, Isljiam Izairi e Petrit Hoxha, per il tunisino Imad Fadhlaoui e due italiani. E' stato disposto l'obbligo di dimora e il divieto di uscire dalle 22 alle 7 per l'albanese Blerian Ballabani e un italiano.

Stando al comunicato dei Carabinieri, nel corso delle indagini sono emerse condotte estorsive imputate "al solo Panico Raffaele" che, "in 3 circostanze differenti", ai danni di altrettanti clienti, si sarebbe fatto consegnare "svariate somme di denaro, minacciando le vittime, in caso di mancato pagamento, di rivelare ai familiari le loro tendenze sessuali". Difatti, tra i cittadini italiani arrestati ci sono anche due transessuali che avrebbero consumato cocaina con i loro clienti, spesso non in grado di consumare il rapporto per l'assunzione di droga.