Omertà, la natura violentata dall’uomo
Quando l’ambiente è alla mercé di interessi personali
domenica 14 marzo 2010
Ancora un'altra beffa ai danni dell'ambiente: i militari della Guardia di Finanza di Barletta hanno sottoposto a sequestro un'area di circa 18 mila metri quadrati dove erano stati realizzati quattro capannoni industriali destinati ad autorimesse e depositi, oltre a un'attività abusiva di officina meccanica, autodemolizione e gestione non autorizzata di rifiuti.
Un altro ingrato scempio per le campagne di Barletta, un altro pugno nell'occhio per chi crede nella bellezza dei paesaggio pugliese. Purtroppo sono storie di tutti i giorni: l'abusivo edilizio è una realtà sottaciuta, oggetto di un'omertà ormai ridicola. E tanta, tantissima è l'incompetenza nella gestione dei rifiuti – molto spesso pericolosi e difficilmente smaltibili (vedi l'episodio che in questi giorni ha interessato l'agro di Canne della Battaglia). Non solo discariche a cielo aperto, ma anche dislocati episodi di abbandono di rifiuti ingombranti: a chi non è mai capitato di camminare per strade "ammobiliate" con divani sfoderati, frigoriferi squartati, cucine a gas e suppellettili di vario genere.
Nel caso dell'officina abusiva la situazione è aggravata dall'abuso di territori campestri di dominio pubblico, sfruttati per perseguire fini privati. A ciò ovviamente si aggiunge lo scempio gratuito di un territorio che appartiene a tutti noi, che è fatto di colori e sensazioni. Un territorio marchiato a fuoco dall'inciviltà di alcuni e dal silenzio di molti.
Non solo la tutela dell'ambiente, ma a muoverci deve essere anche il nostro personale senso di sicurezza: l'abusivismo è strettamente correlato all'assenza di messa a norma e all'utilizzo di materiali non certificati. Il pericolo viaggia su due binari paralleli: l'irrimediabile danno paesaggistico e l'ancor più grave delitto ai danni della nostra salute.
Un altro ingrato scempio per le campagne di Barletta, un altro pugno nell'occhio per chi crede nella bellezza dei paesaggio pugliese. Purtroppo sono storie di tutti i giorni: l'abusivo edilizio è una realtà sottaciuta, oggetto di un'omertà ormai ridicola. E tanta, tantissima è l'incompetenza nella gestione dei rifiuti – molto spesso pericolosi e difficilmente smaltibili (vedi l'episodio che in questi giorni ha interessato l'agro di Canne della Battaglia). Non solo discariche a cielo aperto, ma anche dislocati episodi di abbandono di rifiuti ingombranti: a chi non è mai capitato di camminare per strade "ammobiliate" con divani sfoderati, frigoriferi squartati, cucine a gas e suppellettili di vario genere.
Nel caso dell'officina abusiva la situazione è aggravata dall'abuso di territori campestri di dominio pubblico, sfruttati per perseguire fini privati. A ciò ovviamente si aggiunge lo scempio gratuito di un territorio che appartiene a tutti noi, che è fatto di colori e sensazioni. Un territorio marchiato a fuoco dall'inciviltà di alcuni e dal silenzio di molti.
Non solo la tutela dell'ambiente, ma a muoverci deve essere anche il nostro personale senso di sicurezza: l'abusivismo è strettamente correlato all'assenza di messa a norma e all'utilizzo di materiali non certificati. Il pericolo viaggia su due binari paralleli: l'irrimediabile danno paesaggistico e l'ancor più grave delitto ai danni della nostra salute.