Omaggio alla Puglia di Pupi Avati
Il regista ospite a Trani del circolo del cinema Dino Risi. «La Puglia ha tutto quello che può desiderare un regista»
martedì 28 settembre 2010
La prima giornata de I Dialoghi di Trani si conclude con la partecipazione di Pupi Avati (regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e scrittore italiano), nel segmento culturale che l'organizzazione della manifestazione ha riservato al sempre attivo circolo del cinema di Trani intitolato a Dino Risi.
Pupi Avati è stato ospite nel pomeriggio presso la sede del circolo tranese. A fare gli onori di casa il presidente Lorenzo Procacci Leone. Avati si è concesso per qualche minuto al cronista di Traniweb per parlare del cinema italiano e della Puglia che lo ospiterà nuovamente agli inizi di ottobre per un nuovo lavoro, da girare nella zona di Savelletri. «La Puglia – dice Avati - ha tutto quello che può desiderare un regista cinematografico: dei luoghi accoglienti, serie opportunità logistiche, un'organizzazione innata nell'accoglienza. La Puglia, così come tutto il Mezzogiorno, non ha perso una componente fondamentale: l'italianità. Al Nord ormai si sono spogliati del passato, persino la mia Bologna ha segnato il passato a questo processo di cambiamento». Alla Puglia si sente legato da un rapporto di affetto. «Ricordo ancora quando girammo La seconda notte di nozze. La gente ci ha accolto con lo stesso calore con cui un tempo si salutava l'arrivo del circo. Un affetto ed una passione di altri tempi, da voi è impossibile non sentirsi a casa».
Avati ha poi parlato del cinema, la sua vita. Ha sottolineato i meriti dei circoli come quello di Trani, utili a testimoniare una passione a prova di tv e dvd. «Il cinema attraversa un periodo di grave crisi, come tutti i settori d'altronde. Il nostro problema di sopravvivenza non è qualitativo ma quantitativo. Quando io cominciai negli anni '60 uscivano 300 film all'anno, adesso a stento se ne riescono a fare 70. Il cinema italiano non ha perso di fascino, ha una sua identità narrativa e può annoverare molti registi giovani bravi che dimostrano una visione personale della vita davvero molto interessante».
Pupi Avati è stato ospite nel pomeriggio presso la sede del circolo tranese. A fare gli onori di casa il presidente Lorenzo Procacci Leone. Avati si è concesso per qualche minuto al cronista di Traniweb per parlare del cinema italiano e della Puglia che lo ospiterà nuovamente agli inizi di ottobre per un nuovo lavoro, da girare nella zona di Savelletri. «La Puglia – dice Avati - ha tutto quello che può desiderare un regista cinematografico: dei luoghi accoglienti, serie opportunità logistiche, un'organizzazione innata nell'accoglienza. La Puglia, così come tutto il Mezzogiorno, non ha perso una componente fondamentale: l'italianità. Al Nord ormai si sono spogliati del passato, persino la mia Bologna ha segnato il passato a questo processo di cambiamento». Alla Puglia si sente legato da un rapporto di affetto. «Ricordo ancora quando girammo La seconda notte di nozze. La gente ci ha accolto con lo stesso calore con cui un tempo si salutava l'arrivo del circo. Un affetto ed una passione di altri tempi, da voi è impossibile non sentirsi a casa».
Avati ha poi parlato del cinema, la sua vita. Ha sottolineato i meriti dei circoli come quello di Trani, utili a testimoniare una passione a prova di tv e dvd. «Il cinema attraversa un periodo di grave crisi, come tutti i settori d'altronde. Il nostro problema di sopravvivenza non è qualitativo ma quantitativo. Quando io cominciai negli anni '60 uscivano 300 film all'anno, adesso a stento se ne riescono a fare 70. Il cinema italiano non ha perso di fascino, ha una sua identità narrativa e può annoverare molti registi giovani bravi che dimostrano una visione personale della vita davvero molto interessante».