“Olezzo” di spazzatura in via dell’Industria e via Vecchia Madonna dello Sterpeto

Nuovo opificio per la lavorazione dei rifiuti allarma le industrie alimentari. Inutili le istanze alla Procura della Repubblica

giovedì 11 ottobre 2012 10.13
A cura di Michele Sarcinelli
Sono i tutori ambientalisti di Barletta, Sabrina Salerno e Alessandro Zagaria (di cui alleghiamo in pdf il comunicato in merito) ad ascoltare e ripetere alla stampa e alle istituzioni il nuovo sconcertante allarme salute-vivibilità, che percuote l'aria industriale ed abitativa di via dell'Industria e via Vecchia Madonna dello Sterpeto dove numerosissime aziende alimentari, di trasformazione e di ricerca insistono su quell'area e in vari modi interessate dal nuovo opificio insediatosi che lavora rifiuti solido urbani con relativo traffico di mezzi pesanti che riforniscono in via continuativa l'azienda di assemblaggio di rifiuti.

Le plurali istanze della aziende all'indirizzo di enti tutelari dell'ambiente non hanno sortito efficaci interventi risolutivi. Eppure il verbale di sopralluogo dell'ARPA Puglia, pungolata dalla ASL (alleghiamo in fondo all'articolo il pdf) lascia intendere che maggiori e severi provvedimenti devono essere assicurati dall'azienda trasformatrice dei rifiuti, che deve ottemperare a precisi e imprescindibili dettami di legge. Fatto sta che è inoppugnabile il cattivo odore che 24 ore al giorno invade la zona a discapito di altre aziende e civili abitazioni. A soffrire della situazione è in particolar modo una primaria azienda che produce alimenti e pasta fresca. Proprio a ridosso di quest'ultima è stata concessa licenza all'opificio che per quanto osservante delle norme imposte dalla Asl, dai vari assessorati locali e provinciali, difficilmente riesce ad eliminare l'olezzo riveniente, inesorabile, dal materiale di lavorazione.

In modo dettagliato e dolente, titolari delle aziende penalizzate dall'imprevedibile nuovo insediamento hanno spiegato ai titolati responsabili delle associazioni ambientaliste e alla numerosa stampa le doglianze della clientela che oramai, sempre più malvolentieri, frequenta la zona contaminata quanto meno dal cattivo odore registrato anche in corso di conferenza stampa.