Occupazione del suolo pubblico, tra abusivismo e legalità
Riflessioni sulla protesta di Matteucci del Movimento Arancione. «La legalità produce reddito»
venerdì 8 marzo 2013
Il 5 marzo, diversi titolari di esercizi pubblici di Barletta hanno aderito alla protesta dinanzi al Palazzo di Città per contestare l'aumento della tassa per l'occupazione del suolo pubblico, detta TOSAP, a loro dire eccessivo e ingiusto.
«L'iniziativa - dichiara Cosimo D. Matteucci, referente provinciale del Movimento Arancione – induce ad una riflessione più ampia e profonda. Infatti, il merito della protesta e il riferimento alla giustizia, avrebbero dovuto imporre loro una maggiore cautela proprio in ragione dello stato in cui versano il centro storico, le litoranee e altre aree pubbliche, a causa dell'occupazione abusiva, totale o parziale, attuata da non pochi esercenti, anche ambulanti, soprattutto nel periodo estivo. Si tratta di deprecabili e deturpanti invasioni di piazze, strade, vicoli e marciapiedi, con tavolini, sedie e tende, ombrelloni, piante, siepi, pedane e pannelli di recinzione che, di fatto, sottraggono illegittimamente quelle aree pubbliche alla fruibilità dei cittadini, soprattutto di quelli portatori di disabilità, dei quali viene ulteriormente complicata la deambulazione.
Sul punto via Cialdini, via Nazareth, le aree e i vicoli nei pressi di piazza Castello e della Cattedrale (solo per citarne alcune) hanno fornito e possono fornire esempi eclatanti, come anche i camion bar-paninoteca ed i venditori ambulanti di cocomeri, di frutta e verdura in generale, stazionati sulla litoranea, nei pressi dei varchi di accesso alla città o per le sue vie. Naturalmente i primi a subire gli effetti negativi di queste illegalità sono i cittadini stessi, e in particolare chi risiede nel centro storico, oltre ad un generale pregiudizio del decoro della città e del suo corredo di maggior pregio monumentale, storico ed artistico, di cui invece dovrebbe essere garantita la massima fruibilità e visibilità.
Pertanto, considerando l'esistenza di queste condotte illecite, sarebbe stato di certo più opportuno che l'iniziativa dei predetti esercenti fosse stata accompagnata proprio dall'impegno a contrastarle, in autodisciplina. Questo, tra l'altro, avrebbe irrobustito la propria posizione, così come l'impegno a contenere le immissioni sonore e olfattive, provenienti dai propri locali, nei limiti della normale tollerabilità e negli orari consentiti ed a collaborare maggiormente con l'amministrazione comunale, al fine di garantire la pulizia e l'igiene del centro storico. Sarebbero, questi, dei passaggi fondamentali anche ai fini della valorizzazione culturale, sociale e turistica della città, posto che contribuirebbero ad innescare un circuito economico virtuoso di cui i primi a beneficiare, sarebbero proprio i redditi dei titolari degli esercizi pubblici, fissi e ambulanti. La legalità produce reddito, e lo produce spalmandolo in maniera equa e diffusa tra tutti gli operatori dell'economia e in generale su tutta la collettività.
«Proprio a proposito degli abusi – conclude Matteucci - si deve sollecitare la Polizia Municipale o chi per lei, a una maggiore e migliore solerzia, puntualità ed efficacia nell'attività di vigilanza, al fine di indurre i renitenti, che per il futuro si spera essere in pochi, ai più virtuosi comportamenti».
«L'iniziativa - dichiara Cosimo D. Matteucci, referente provinciale del Movimento Arancione – induce ad una riflessione più ampia e profonda. Infatti, il merito della protesta e il riferimento alla giustizia, avrebbero dovuto imporre loro una maggiore cautela proprio in ragione dello stato in cui versano il centro storico, le litoranee e altre aree pubbliche, a causa dell'occupazione abusiva, totale o parziale, attuata da non pochi esercenti, anche ambulanti, soprattutto nel periodo estivo. Si tratta di deprecabili e deturpanti invasioni di piazze, strade, vicoli e marciapiedi, con tavolini, sedie e tende, ombrelloni, piante, siepi, pedane e pannelli di recinzione che, di fatto, sottraggono illegittimamente quelle aree pubbliche alla fruibilità dei cittadini, soprattutto di quelli portatori di disabilità, dei quali viene ulteriormente complicata la deambulazione.
Sul punto via Cialdini, via Nazareth, le aree e i vicoli nei pressi di piazza Castello e della Cattedrale (solo per citarne alcune) hanno fornito e possono fornire esempi eclatanti, come anche i camion bar-paninoteca ed i venditori ambulanti di cocomeri, di frutta e verdura in generale, stazionati sulla litoranea, nei pressi dei varchi di accesso alla città o per le sue vie. Naturalmente i primi a subire gli effetti negativi di queste illegalità sono i cittadini stessi, e in particolare chi risiede nel centro storico, oltre ad un generale pregiudizio del decoro della città e del suo corredo di maggior pregio monumentale, storico ed artistico, di cui invece dovrebbe essere garantita la massima fruibilità e visibilità.
Pertanto, considerando l'esistenza di queste condotte illecite, sarebbe stato di certo più opportuno che l'iniziativa dei predetti esercenti fosse stata accompagnata proprio dall'impegno a contrastarle, in autodisciplina. Questo, tra l'altro, avrebbe irrobustito la propria posizione, così come l'impegno a contenere le immissioni sonore e olfattive, provenienti dai propri locali, nei limiti della normale tollerabilità e negli orari consentiti ed a collaborare maggiormente con l'amministrazione comunale, al fine di garantire la pulizia e l'igiene del centro storico. Sarebbero, questi, dei passaggi fondamentali anche ai fini della valorizzazione culturale, sociale e turistica della città, posto che contribuirebbero ad innescare un circuito economico virtuoso di cui i primi a beneficiare, sarebbero proprio i redditi dei titolari degli esercizi pubblici, fissi e ambulanti. La legalità produce reddito, e lo produce spalmandolo in maniera equa e diffusa tra tutti gli operatori dell'economia e in generale su tutta la collettività.
«Proprio a proposito degli abusi – conclude Matteucci - si deve sollecitare la Polizia Municipale o chi per lei, a una maggiore e migliore solerzia, puntualità ed efficacia nell'attività di vigilanza, al fine di indurre i renitenti, che per il futuro si spera essere in pochi, ai più virtuosi comportamenti».