Occupata abusivamente l'ex casa cantoniera di Canne della Battaglia
«Struttura in stato di abbandono», dovrebbe diventare un "albergabici" ma le procedure sono ferme
lunedì 17 gennaio 2022
10.00
Un "albergabici" nell'ex casa cantoniera dalle parti di Canne della Battaglia come aiuto all'accoglienza turistica e riuso di un bene pubblico. «Benissimo. Mentre però la Provincia (che la possiede) si è fermata ormai un anno fa alla raccolta delle manifestazioni d'interesse fra quegli operatori economici pronti ad investirci, ecco spuntare l'abusivo occupante di turno: le foto scattate ieri mattina, nella soleggiata ed invitante domenica sulla strada provinciale numero 3 delle Salinelle dove si trova l'immobile, ne sono testimonianza» scrive Nino Vinella, giornalista e rappresentante del Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia ODV.
«Il solitario occupante abusivo ha trovato ricovero in quello stesso immobile dove ha parcheggiato la sua bici (che ironia!) ed evidentemente ci sta così tanto bene e ci abita, pur fra tante privazioni ed in condizioni igieniche quanto mai precarie così da prendere la tintarella dopo aver steso i panni al sole… Evidente appare lo stato di abbandono e di generale degrado dell'ex casa cantoniera, lasciata a se stessa nonostante rientri fra le cosiddette priorità rispetto anche alla candidatura per eventuali contributi comunitari e, perché, del Piano Nazionale di Ripresa e Relisienza scaturante dalla pandemia in corso… Tutto questo accade in un'area evidentemente sprovvista dei necessari controlli da parte della Provincia che cerca di rivalutare i propri beni demaniali mente risente della povertà di quelle risorse necessarie a controllare il loro uso e, soprattutto, la conservazione del bene in quanto tale.
E' ormai trascorso quasi un anno da lunedì 22 marzo 2021, scadenza dell'avviso pubblico della Provincia di Barletta Andria Trani sulle "manifestazioni di interesse per la partecipazione alla procedura di concertazione e successiva gestione, degli interventi di realizzazione di due Albergabici dalle funzioni complesse a servizio della Ciclo-via della Valle dell'Ofanto" come passaggio successivo alla costituzione del Contrato di fiume della Bassa e Media Valle dell'Ofanto con un documento d'intenti sottoscritto da una chilometrica lista di soggetti (fra pubblici, associativi e privati) aderenti, compreso il nostro Comitato.
Perplesso il geologo prof. Ruggiero Maria Dellisanti, autore del saggio "Le risorse dell'Ofanto" (2009 Stilo Editore) e personalità del mondo scientifico, oggi impegnato nel Consorzio Slow Ofanto: a lui sono state intitolare le grotte scoperte nell'omonimo geosito a Minervino. "Nutro alcune perplessità, mentre condivido l'idea degli Albergabici che avevo chiamato Stazioni di Posta, nel mio saggio Le Risorse dell'Ofanto – Stilo Editrice ed. 2009, con lo scopo di realizzare uno scambio tra le auto del turista in arrivo, con bici a disposizione delle strutture ricettive, e percorrere le ciclovie della valle dell'Ofanto, nell'ottica di una mobilità sostenibile e di valorizzazione del territorio tra ambiente e agriturismi esistenti."
Due gli albergabici proposti: sulla diga del Locone (manufatti e aree sulla diga del Locone di proprietà del Demanio – Ramo Bonifiche in concessione al Consorzio di Bonifica Terre d'Apulia) ed a Canne della Battaglia (casa cantoniera sulla S.P. 21 (ex S.P. 3) km. 6+500 di proprietà provinciale). In entrambi i casi mediante il recupero di proprietà immobiliari destinate a questo nuovo scopo.
"Non condivido l'idea che la manifestazione d'interesse possa riguardare il recupero di strutture dove il soggetto privato, a cui la manifestazione d'interesse è rivolta, debba recuperare, ristrutturare, adattare e soprattutto gestire una struttura che rimane sempre di proprietà pubblica, anche se ciò avvenisse intercettando finanziamenti nazionali e comunitari.
IL PROBLEMA DELLA GESTIONE, nel recupero funzionale dei due immobili, è l'aspetto di maggiore criticità che non consentirebbe adeguate presenze lungo la ciclovia valle del fiume Ofanto. A regime le strutture potrebbero ospitare solo tra le 8 e 10 presenze, poche per ottenere un utile di gestione di tipo stagionale" puntualizza Dellisanti.
"La mia proposta è invece quella di destinare alle strutture già funzionanti quali gli agriturismi le risorse disponibili, coinvolgendoli per effettuare piccoli cambiamenti e trasformarli in Albergabici-agrituristici, coniugando l'ambiente il territorio e l'enogastronomia. Se le strutture percepiscono la presenza e il supporto dell'Ente Parco Regionale, unito alla possibilità di accedere a finanziamenti sicuramente si sentiranno motivati ad effettuare le necessarie modifiche alla struttura adattandola allo scopo e realizzando in tal modo una serie di vantaggi: diffusione delle strutture ricettive lungo le ciclovie; maggiore interesse per cicloturisti locali che userebbero la bici per brevi escursioni giornaliere; disponibilità di risorse da distribuire tra le aziende del territorio del Parco; marketing e promozione turistica della propria strutture coniugando la promozione del territorio".
Conclude Dellisanti: "Altro aspetto da non sottovalutare è il supporto logistico da fornire ai cicloturisti che solo attraverso una serie di strutture diffuse e collegate in rete già presenti sulle ciclovie potrebbero generare la svolta economica della valorizzazione territoriale."
«Il solitario occupante abusivo ha trovato ricovero in quello stesso immobile dove ha parcheggiato la sua bici (che ironia!) ed evidentemente ci sta così tanto bene e ci abita, pur fra tante privazioni ed in condizioni igieniche quanto mai precarie così da prendere la tintarella dopo aver steso i panni al sole… Evidente appare lo stato di abbandono e di generale degrado dell'ex casa cantoniera, lasciata a se stessa nonostante rientri fra le cosiddette priorità rispetto anche alla candidatura per eventuali contributi comunitari e, perché, del Piano Nazionale di Ripresa e Relisienza scaturante dalla pandemia in corso… Tutto questo accade in un'area evidentemente sprovvista dei necessari controlli da parte della Provincia che cerca di rivalutare i propri beni demaniali mente risente della povertà di quelle risorse necessarie a controllare il loro uso e, soprattutto, la conservazione del bene in quanto tale.
E' ormai trascorso quasi un anno da lunedì 22 marzo 2021, scadenza dell'avviso pubblico della Provincia di Barletta Andria Trani sulle "manifestazioni di interesse per la partecipazione alla procedura di concertazione e successiva gestione, degli interventi di realizzazione di due Albergabici dalle funzioni complesse a servizio della Ciclo-via della Valle dell'Ofanto" come passaggio successivo alla costituzione del Contrato di fiume della Bassa e Media Valle dell'Ofanto con un documento d'intenti sottoscritto da una chilometrica lista di soggetti (fra pubblici, associativi e privati) aderenti, compreso il nostro Comitato.
Perplesso il geologo prof. Ruggiero Maria Dellisanti, autore del saggio "Le risorse dell'Ofanto" (2009 Stilo Editore) e personalità del mondo scientifico, oggi impegnato nel Consorzio Slow Ofanto: a lui sono state intitolare le grotte scoperte nell'omonimo geosito a Minervino. "Nutro alcune perplessità, mentre condivido l'idea degli Albergabici che avevo chiamato Stazioni di Posta, nel mio saggio Le Risorse dell'Ofanto – Stilo Editrice ed. 2009, con lo scopo di realizzare uno scambio tra le auto del turista in arrivo, con bici a disposizione delle strutture ricettive, e percorrere le ciclovie della valle dell'Ofanto, nell'ottica di una mobilità sostenibile e di valorizzazione del territorio tra ambiente e agriturismi esistenti."
Due gli albergabici proposti: sulla diga del Locone (manufatti e aree sulla diga del Locone di proprietà del Demanio – Ramo Bonifiche in concessione al Consorzio di Bonifica Terre d'Apulia) ed a Canne della Battaglia (casa cantoniera sulla S.P. 21 (ex S.P. 3) km. 6+500 di proprietà provinciale). In entrambi i casi mediante il recupero di proprietà immobiliari destinate a questo nuovo scopo.
"Non condivido l'idea che la manifestazione d'interesse possa riguardare il recupero di strutture dove il soggetto privato, a cui la manifestazione d'interesse è rivolta, debba recuperare, ristrutturare, adattare e soprattutto gestire una struttura che rimane sempre di proprietà pubblica, anche se ciò avvenisse intercettando finanziamenti nazionali e comunitari.
IL PROBLEMA DELLA GESTIONE, nel recupero funzionale dei due immobili, è l'aspetto di maggiore criticità che non consentirebbe adeguate presenze lungo la ciclovia valle del fiume Ofanto. A regime le strutture potrebbero ospitare solo tra le 8 e 10 presenze, poche per ottenere un utile di gestione di tipo stagionale" puntualizza Dellisanti.
"La mia proposta è invece quella di destinare alle strutture già funzionanti quali gli agriturismi le risorse disponibili, coinvolgendoli per effettuare piccoli cambiamenti e trasformarli in Albergabici-agrituristici, coniugando l'ambiente il territorio e l'enogastronomia. Se le strutture percepiscono la presenza e il supporto dell'Ente Parco Regionale, unito alla possibilità di accedere a finanziamenti sicuramente si sentiranno motivati ad effettuare le necessarie modifiche alla struttura adattandola allo scopo e realizzando in tal modo una serie di vantaggi: diffusione delle strutture ricettive lungo le ciclovie; maggiore interesse per cicloturisti locali che userebbero la bici per brevi escursioni giornaliere; disponibilità di risorse da distribuire tra le aziende del territorio del Parco; marketing e promozione turistica della propria strutture coniugando la promozione del territorio".
Conclude Dellisanti: "Altro aspetto da non sottovalutare è il supporto logistico da fornire ai cicloturisti che solo attraverso una serie di strutture diffuse e collegate in rete già presenti sulle ciclovie potrebbero generare la svolta economica della valorizzazione territoriale."