«Occhi aperti sulla città», l’intervista al Comandante dei Carabinieri Andrea Iannucci
Sicurezza, controllo, lotta alla criminalità: un primo bilancio per il Comando di Barletta
mercoledì 26 marzo 2014
Nella città di Barletta è in costante aumento la richiesta di sicurezza, di camminare per le strade senza voltare lo sguardo a potenziali pericoli, di vivere il territorio in totale serenità, senza aver paura di uscire di casa. Invisibile e spesso negletta è la costante presenza delle nostre forze dell'ordine, tra cui il Comando dei Carabinieri di Barletta, il cui territorio di competenza copre un'area molto vasta che si estende da Barletta sino a Loconia, per un totale di 140mila abitanti. Centro nevralgico di questo "sguardo" severo, attento ai problemi della collettività, è la sede dell'Arma in via Pappalettere a Barletta, nelle cui stanze abbiamo incontrato il Comandante Andrea Iannucci, per raccogliere le sue impressioni e tracciare con lui un bilancio della situazione cittadina negli ultimi mesi. Non a caso quest'anno ricorre, nella giornata del 5 giugno, il bicentenario dell'Arma dei Carabinieri, in una situazione generale caratterizzata da tagli alle forze dell'ordine e di inasprimento della criminalità cittadina: «Siamo riusciti a percorrere questi 200 anni di storia – introduce il Comandante - e riusciremo a sopravvivere nonostante tutto».
Raccogliendo l'umore dell'opinione pubblica nell'ultimo periodo, in città preoccupa soprattutto il susseguirsi di furti, e tentati furti, in appartamento. Cosa ci può dire in merito?
«Quest'anno abbiamo eseguito 18 arresti per furti di automobili, in appartamento, o per strada. Su Barletta il numero dei furti è in leggera diminuzione: l'anno scorso, al 24 marzo, erano avvenuti 231 furti, quest'anno invece siamo a 211 furti, quindi il dato numerico è in leggero calo. Su Canosa invece la situazione è opposta, con furti in lieve aumento, considerando che si tratta soprattutto di furti commessi in fondi rurali a danno delle cabine elettriche Stiamo seguendo questa situazione con servizi specifici in campagna, anche di notte. La difficoltà sta essenzialmente nel fatto che si tratta di pozzi artesiani sparsi nelle campagne: bisognerà valutare se attivare una campagna per allarmare questi pozzi, così nel momento del danno, arriverebbe prontamente il segnale d'allarme. Tutto questo viene ad incidere sulla percezione della sicurezza da parte dei cittadini: un furto in abitazione è sempre qualcosa di molto traumatico, si ritrova invaso l'ambiente familiare in cui ognuno di noi si rifugia. Noi cerchiamo di essere quanto più vicini possibili in casi di genere: quando veniamo allertati, quanto meno ci rechiamo sul posto per fare un sopralluogo e cercare di individuare eventuali tracce. Ora avvieremo un'ulteriore campagna di prevenzione con servizi mirati nelle diverse aree di città, per recuperare anche la fascia oraria mattutina, oltre che dalle 12 alle 22, fascia oraria maggiormente sensibile, in cui avviene il maggior numero di furti. L'obiettivo è individuare gli orari maggiormente colpiti, quali zone e chi è soprattutto a colpire».
Vengono colpevolizzati soprattutto i cittadini di nazionalità romena e i nomadi che a Barletta hanno un presidio ormai stabile da anni. C'è un riscontro a questo pensiero diffuso?
«Non è sempre così. Spesso le vittime fanno riferimento a persone con accento locale, nel 99% dei casi con accento non barlettano ma comunque dell'hinterland. E' vero, spesso si colpevolizzano gli stranieri ma non sono sempre loro i responsabili. Tra le 18 persone tratte in arresto a inizio anno, solo una percentuale minima è di stranieri».
Restando sull'argomento, uno sguardo particolare può essere destinato ai Giardini De Nittis: anche se non sussistono reati veri e propri, si tratta comunque di una situazione di decoro pubblico e di disagio sociale, con gruppi di persone che bivaccano e addirittura lavano i panni nell'acqua della fontana pubblica (come testimoniato dal video girato da un nostro lettore e recentemente pubblicato nella nostra sezione iReport, ndr).
«Ciò che noi consigliamo ai cittadini è, nel caso di qualsiasi azione che sia contro l'ordine e la sicurezza pubblica, di chiamare il 112: in qualsiasi circostanza, ci sarà sempre qualcuno che risponderà e che si recherà con un'autovettura sul posto. Noi operiamo all'interno del Piano Coordinato di Controllo del Territorio, per il quale sostanzialmente la città è divisa in due settori: il settore A, che corrisponde al centro, e il settore B, che corrisponde alla periferia. La linea di divisione è quella della ferrovia, e con la Polizia, con cadenza settimanale ci invertiamo i settori. E' solo questione di competenza territoriale quindi se, in caso di chiamata, interveniamo noi o loro. Spesso veniamo chiamati perché ci segnalano casi di cittadini rumeni che vengono trovati ubriachi a terra. Ora, soprattutto dopo l'omicidio Marinel, c'è un'attenzione molto molto più alta in città su questo versante. La situazione è sempre monitorata: quando tra queste persone trovate in stato di ebbrezza rinveniamo qualcuno con mandati di cattura o di arresto, questi vengono prontamente eseguiti. Gli occhi sono sempre aperti, soprattutto su situazioni del genere».
La città di Barletta si muove a diverse velocità, così come la percezione di sicurezza e le condizioni di vita, tenendo presente il malanimo della periferia. Qual è la sua idea sullo stato di sicurezza delle nostre periferie?
«Partendo dal tema rifiuti, vengono organizzati servizi ad hoc col Nucleo Operativo Ecologico: ogni qualvolta si rilevano casi di discariche abusive, si operano dei servizi mirati per verificare se quel materiale può stare o meno lì. Inoltre il territorio viene monitorato attraverso riprese aree del Nucleo Elicotteri che, con cadenza settimanale, procede a dei sorvoli su tutto il territorio tra Bat e Bari, per verificare se ci sono discariche abusive in aperta campagna o in zone periferiche della città».
E per quanto riguarda la questione microcriminalità e gruppi di ragazzini che si rendono protagonisti di piccoli reati?
«Il tema riguarda in generale tutta la città, non solo la periferia. Lo scorso mese, ad esempio, abbiamo arrestato in zona Sette Frati due minorenni e un maggiorenne, trovati con 6 dosi di cocaina e 12 di marijuana».
Come funzionano le sinergie e il dialogo con gli altri presidi di forze armate, con la Prefettura e l'amministrazione comunale?
«Il rapporto è ottimo con le altre forze dell'ordine, ci incontriamo con cadenza quasi settimanale, per affrontare strategie investigative e operative, anche al fine di creare un raccordo sugli obiettivi della criminalità; oltre ad essere comunque amici nella vita privata di tutti i giorni. Per quanto riguarda il profilo istituzionale con l'amministrazione comunale e la Prefettura, con il sindaco e il comandante della Polizia Municipale ci sono rapporti quotidiani: qualsiasi spunto possa essere interessante per le altre forze di polizia, ci accordiamo e proponiamo servizi migliori. Un esempio concreto è avvenuto in seguito all'ordinanza sulla prostituzione (che dovrebbe essere a breve rinnovata): venivano svolti servizi in sinergia tra Carabinieri, Polizia Municipale e Polizia di Stato, in modo che eventuali trasgressori dell'ordinanza venissero subito bloccati.
Se dovesse trarre un bilancio del periodo del suo Comando, quali sono i punti di merito e le note positive per la città di Barletta, e quali invece le situazioni da migliorare?
«Sono arrivato qui il 25 agosto, da allora ad oggi è stata un'esperienza sempre più entusiasmante che mi fa sentire sempre più onorato di questo incarico. Numerosi obiettivi li abbiamo raggiunti, tra i quali i due traguardi più importanti sono stati: prima di tutto, dare alla cittadinanza un senso di sicurezza in seguito al caso Marinel, considerando il modo brutale in cui è avvenuto l'omicidio e come è stato rinvenuto il corpo (con le conseguenti difficoltà tecniche per il recupero del cadavere), abbiamo notato che nella cittadinanza si era creato un alone di terrore. Riuscire a risolvere il caso in quattro giorni è stato sicuramente un ottimo punto a favore per la percezione della sicurezza. Un altro importante problema che speriamo sia stato risolto una volta per tutte è quello dell'assalto ai tir, operazione preceduta da numerose riunioni di coordinamento con la Prefettura: speriamo di aver garantito un minimo di tranquillità non solo agli autotrasportatori, ma anche all'intera città di Barletta. Nell'immediato, sicuramente uno dei nostri obiettivi è quello di far sentire la popolazione sempre più sicura. Questo obiettivo può essere raggiunto solo se i cittadini segnalano costantemente e tempestivamente i fatti che si verificano: noi Carabinieri siamo qui al loro servizio, basta una telefonata e noi interveniamo, compatibilmente con le numerosissime emergenze della città».
Raccogliendo l'umore dell'opinione pubblica nell'ultimo periodo, in città preoccupa soprattutto il susseguirsi di furti, e tentati furti, in appartamento. Cosa ci può dire in merito?
«Quest'anno abbiamo eseguito 18 arresti per furti di automobili, in appartamento, o per strada. Su Barletta il numero dei furti è in leggera diminuzione: l'anno scorso, al 24 marzo, erano avvenuti 231 furti, quest'anno invece siamo a 211 furti, quindi il dato numerico è in leggero calo. Su Canosa invece la situazione è opposta, con furti in lieve aumento, considerando che si tratta soprattutto di furti commessi in fondi rurali a danno delle cabine elettriche Stiamo seguendo questa situazione con servizi specifici in campagna, anche di notte. La difficoltà sta essenzialmente nel fatto che si tratta di pozzi artesiani sparsi nelle campagne: bisognerà valutare se attivare una campagna per allarmare questi pozzi, così nel momento del danno, arriverebbe prontamente il segnale d'allarme. Tutto questo viene ad incidere sulla percezione della sicurezza da parte dei cittadini: un furto in abitazione è sempre qualcosa di molto traumatico, si ritrova invaso l'ambiente familiare in cui ognuno di noi si rifugia. Noi cerchiamo di essere quanto più vicini possibili in casi di genere: quando veniamo allertati, quanto meno ci rechiamo sul posto per fare un sopralluogo e cercare di individuare eventuali tracce. Ora avvieremo un'ulteriore campagna di prevenzione con servizi mirati nelle diverse aree di città, per recuperare anche la fascia oraria mattutina, oltre che dalle 12 alle 22, fascia oraria maggiormente sensibile, in cui avviene il maggior numero di furti. L'obiettivo è individuare gli orari maggiormente colpiti, quali zone e chi è soprattutto a colpire».
Vengono colpevolizzati soprattutto i cittadini di nazionalità romena e i nomadi che a Barletta hanno un presidio ormai stabile da anni. C'è un riscontro a questo pensiero diffuso?
«Non è sempre così. Spesso le vittime fanno riferimento a persone con accento locale, nel 99% dei casi con accento non barlettano ma comunque dell'hinterland. E' vero, spesso si colpevolizzano gli stranieri ma non sono sempre loro i responsabili. Tra le 18 persone tratte in arresto a inizio anno, solo una percentuale minima è di stranieri».
Restando sull'argomento, uno sguardo particolare può essere destinato ai Giardini De Nittis: anche se non sussistono reati veri e propri, si tratta comunque di una situazione di decoro pubblico e di disagio sociale, con gruppi di persone che bivaccano e addirittura lavano i panni nell'acqua della fontana pubblica (come testimoniato dal video girato da un nostro lettore e recentemente pubblicato nella nostra sezione iReport, ndr).
«Ciò che noi consigliamo ai cittadini è, nel caso di qualsiasi azione che sia contro l'ordine e la sicurezza pubblica, di chiamare il 112: in qualsiasi circostanza, ci sarà sempre qualcuno che risponderà e che si recherà con un'autovettura sul posto. Noi operiamo all'interno del Piano Coordinato di Controllo del Territorio, per il quale sostanzialmente la città è divisa in due settori: il settore A, che corrisponde al centro, e il settore B, che corrisponde alla periferia. La linea di divisione è quella della ferrovia, e con la Polizia, con cadenza settimanale ci invertiamo i settori. E' solo questione di competenza territoriale quindi se, in caso di chiamata, interveniamo noi o loro. Spesso veniamo chiamati perché ci segnalano casi di cittadini rumeni che vengono trovati ubriachi a terra. Ora, soprattutto dopo l'omicidio Marinel, c'è un'attenzione molto molto più alta in città su questo versante. La situazione è sempre monitorata: quando tra queste persone trovate in stato di ebbrezza rinveniamo qualcuno con mandati di cattura o di arresto, questi vengono prontamente eseguiti. Gli occhi sono sempre aperti, soprattutto su situazioni del genere».
La città di Barletta si muove a diverse velocità, così come la percezione di sicurezza e le condizioni di vita, tenendo presente il malanimo della periferia. Qual è la sua idea sullo stato di sicurezza delle nostre periferie?
«Partendo dal tema rifiuti, vengono organizzati servizi ad hoc col Nucleo Operativo Ecologico: ogni qualvolta si rilevano casi di discariche abusive, si operano dei servizi mirati per verificare se quel materiale può stare o meno lì. Inoltre il territorio viene monitorato attraverso riprese aree del Nucleo Elicotteri che, con cadenza settimanale, procede a dei sorvoli su tutto il territorio tra Bat e Bari, per verificare se ci sono discariche abusive in aperta campagna o in zone periferiche della città».
E per quanto riguarda la questione microcriminalità e gruppi di ragazzini che si rendono protagonisti di piccoli reati?
«Il tema riguarda in generale tutta la città, non solo la periferia. Lo scorso mese, ad esempio, abbiamo arrestato in zona Sette Frati due minorenni e un maggiorenne, trovati con 6 dosi di cocaina e 12 di marijuana».
Come funzionano le sinergie e il dialogo con gli altri presidi di forze armate, con la Prefettura e l'amministrazione comunale?
«Il rapporto è ottimo con le altre forze dell'ordine, ci incontriamo con cadenza quasi settimanale, per affrontare strategie investigative e operative, anche al fine di creare un raccordo sugli obiettivi della criminalità; oltre ad essere comunque amici nella vita privata di tutti i giorni. Per quanto riguarda il profilo istituzionale con l'amministrazione comunale e la Prefettura, con il sindaco e il comandante della Polizia Municipale ci sono rapporti quotidiani: qualsiasi spunto possa essere interessante per le altre forze di polizia, ci accordiamo e proponiamo servizi migliori. Un esempio concreto è avvenuto in seguito all'ordinanza sulla prostituzione (che dovrebbe essere a breve rinnovata): venivano svolti servizi in sinergia tra Carabinieri, Polizia Municipale e Polizia di Stato, in modo che eventuali trasgressori dell'ordinanza venissero subito bloccati.
Se dovesse trarre un bilancio del periodo del suo Comando, quali sono i punti di merito e le note positive per la città di Barletta, e quali invece le situazioni da migliorare?
«Sono arrivato qui il 25 agosto, da allora ad oggi è stata un'esperienza sempre più entusiasmante che mi fa sentire sempre più onorato di questo incarico. Numerosi obiettivi li abbiamo raggiunti, tra i quali i due traguardi più importanti sono stati: prima di tutto, dare alla cittadinanza un senso di sicurezza in seguito al caso Marinel, considerando il modo brutale in cui è avvenuto l'omicidio e come è stato rinvenuto il corpo (con le conseguenti difficoltà tecniche per il recupero del cadavere), abbiamo notato che nella cittadinanza si era creato un alone di terrore. Riuscire a risolvere il caso in quattro giorni è stato sicuramente un ottimo punto a favore per la percezione della sicurezza. Un altro importante problema che speriamo sia stato risolto una volta per tutte è quello dell'assalto ai tir, operazione preceduta da numerose riunioni di coordinamento con la Prefettura: speriamo di aver garantito un minimo di tranquillità non solo agli autotrasportatori, ma anche all'intera città di Barletta. Nell'immediato, sicuramente uno dei nostri obiettivi è quello di far sentire la popolazione sempre più sicura. Questo obiettivo può essere raggiunto solo se i cittadini segnalano costantemente e tempestivamente i fatti che si verificano: noi Carabinieri siamo qui al loro servizio, basta una telefonata e noi interveniamo, compatibilmente con le numerosissime emergenze della città».