Nuovo boom dell’export nel primo trimestre 2017 per la BAT
I settori più rilevanti sono il tessile, l’abbigliamento, il calzaturiero
domenica 18 giugno 2017
10.01
Diffusi dall'ISTAT i dati relativi all'export delle regioni e province italiane, che evidenziano, in un un contesto di consolidamento della crescita economica mondiale, l'incremento delle esportazioni italiane di circa il 10% nel primo trimestre del 2017, rispetto allo stesso periodo del 2016. A darne notizia è il dottor Emmanuele Daluiso, vice Presidente Euro IDEES-Bruxelles. Il positivo trend italiano ha interessato, in particolare, il Mezzogiorno e la provincia Barletta-Andria-Trani, quest'ultima cresciuta in termini di esportazioni del +10,1%.
Lo scenario di evoluzione dell'economia internazionale. Dopo un leggero rallentamento della crescita economica a livello mondiale negli ultimi due anni, il Fondo Monetario Internazionale prvede che quest'anno la crescita si collochi al +3,5%, per consolidarsi ulteriormente negli anni successivi su valori più prossimi al 4%. Si tratta di una crescita meno intensa di quella registrata negli anni primi dello scoppio della grave crisi finanzaria ed economica scoppiata fra il 2008 e il 2009, ma comunque una crescita in fase di rafforzamento. A crescere saranno soprattutto le economie emergenti e i paesi in via di sviluppo, mentre le economie avanzate e le economie della zona euro registreranno una crescita che si manterrà sotto il 2%.
Rallenta la globalizzazione. Il processo di globalizzazione dell'economia mondiale, dopo la crisi del 2008-2009, si va evolvendo in misura meno intensa rispetto al periodo pre-crisi. Il commercio internazionale, che a partire dalla costituzione dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, negli anni '90 del secolo scorso, aveva rappresentano il principale motore della crescita economica mondiale, ha smesso questo ruolo e non lo riprenderà a breve. Gli stessi paesi in via di sviluppo, in primis la Cina, che con l'Organizzazione Mondiale del Commercio hanno visto crescere il loro peso economico proprio grazie al commercio internazionale, ora stanno marciando a un ritmo più blando rispetto al passato. Gli stessi accordi raggiunti tra i paesi del G20 spingono la Cina e gli altri paesi in via di sviluppo a puntare maggiormente sulla crescita dei propri mercati interni piuttosto che sull'export. Le stesse prese di posizione protezionistiche del nuovo governo americano, se confermate, spingeranno nella direzione di una crescita meno intensa del commercio internazionale.
La crescita dell'export della BAT. In questo scenario mondiale di consolidamento della crescita economica su ritmi più blandi del passato, che crea un contesto meno favorevole alla crescita del commercio internazionale e, dunque, un contesto internazionale più competitivo, la BAT anche nel 2017 mostra segnali positivi di presenza sui mercati esteri. Nel primo trimestre del 2017 la crescita dell'export è stato in termini tendenziali, cioè rispetto al primo trimestre dello scorso anno, pari al +10,1%, contro il +9,9% della media nazionale.
Positiva per la BAT è stata anche la crescita congiunturale, cioè rispetto al quarto trimestre del 2016, pari al +1,8%, contro il -0,4% della media nazionale.
L'incremento dell'export della BAT mostra, inoltre, un trend per il 2017 superiore al ritmo di crescita del periodo 2010-2016, che è stato del +8,7%. Le buone performance della BAT emergono anche nel quadro del contesto regionale: sia la crescita tendenziale che quella congiunturale manifesta valori più elevati dei corrispondenti valori regionali.
La composizione dell'export della BAT. E' l'industria manifatturiera a contribuire fondamentalmente all'export provinciale, nella misura di oltre il 90%. Circa il 43% dell'export provinciale proviene dal settore calzaturiero, seguito dai settori dell'abbigliamento e del tessile che pesano per il 23% circa. Dunque, quasi i due terzi dell'export provinciale provengono dal cosiddetto T.A.C. (tessile, abbigliamento, calzature) e la BAT rappresenta uno dei principali distretti calzaturieri italiani. Rilevante è anche il settore agroalimentare, che complessivamente pesa per oltre il 16%.
I paesi di destinazione dell'export della BAT. La crescita meno intensa delle economie avanzate e della zona euro, come dicevo in precedenza, ha spinto anche la BAT a guardare in termini sempre più consistenti ai mercati in via di sviluppo. L'export verso l'UE continua, comunque, a rappresentare oltre la metà dell'export provinciale. I principali paesi europei sono la Francia (15,5%) e la Germania (10,8%), seguono su livelli più contenuti il Regno Unito (5,2%) e la Spagna (4,5%).
Fra i Paesi extra-europei prevale il mercato albanese, con oltre il 23%, che è anche il pincipale mercato estero della BAT. E' noto che in Albania ci sono stati importanti investimenti di aziende locali e quindi i flussi esportativi verso questo paese sono fondamentalmente rappresentati dai semilavorati utilizzati da queste imprese. Altri mercati extra europei più rilevanti sono il Medio-Oriente(circa il 6%) e gli Stati Uniti 2%).
Le principali criticità dell'export della BAT e gli obiettivi futuri. Pur a fronte dei positivi risultati qui esposti, l'export della BAT presenta dei punti di criticità che in una prospettiva futura di mediolungo periodo, non possono essere sottovalutati. A livello mondiale diventa sempre più importante la capacità di crescita dei settori a maggiore contenuto tecnologico, gran parte della sfida innovativa è proprio sulle nuove tecnologie. Non a caso una delle politiche europee più rilevanti è proprio quella del sostegno alle attività di Ricerca e Sviluppo.
La BAT a questo riguardo mostra tutta la sua debolezza. Ben l'85% dell'export provinciale è infatti legato a settori considerati a basso contenuto tecnologico, esponendosi così fortemente alla concorrenza dei paesi in via di sviluppo, che possono contare sul costo della manodopera più basso. Qualcosa comunque sembra muoversi: i settori a medio-alta tecnologia tra il 2010 e il 2016 hanno mostrato un trend di lieve crescita. Nel complesso, comunque, il peso dell'export sul valore della ricchezza complessivamente prodotta dalla BAT, cioè il prodotto interno lordo, rimane modesta, sotto il 10%, contro il 25%della media nazionale.
L'incremento del peso dell'export sul prodotto interno lordo e la crescita dell'export legato a settori con un maggiore conteuto tecnologico sono dunque tra i principali obiettivi che l'economia della BAT dovrebbe perseguire per dare anche un contributo a migliorare il tasso di occupazione. Questi obiettivi dovrebbero diventare l'essenza di una nuova strategia di sviluppo territoriale, che dovrebbero vedere le istituzioni locali e le rappresentaze delle organizzazioni imprenditoriali e sindacali fortemente impegnate a disegnare.
Lo scenario di evoluzione dell'economia internazionale. Dopo un leggero rallentamento della crescita economica a livello mondiale negli ultimi due anni, il Fondo Monetario Internazionale prvede che quest'anno la crescita si collochi al +3,5%, per consolidarsi ulteriormente negli anni successivi su valori più prossimi al 4%. Si tratta di una crescita meno intensa di quella registrata negli anni primi dello scoppio della grave crisi finanzaria ed economica scoppiata fra il 2008 e il 2009, ma comunque una crescita in fase di rafforzamento. A crescere saranno soprattutto le economie emergenti e i paesi in via di sviluppo, mentre le economie avanzate e le economie della zona euro registreranno una crescita che si manterrà sotto il 2%.
Rallenta la globalizzazione. Il processo di globalizzazione dell'economia mondiale, dopo la crisi del 2008-2009, si va evolvendo in misura meno intensa rispetto al periodo pre-crisi. Il commercio internazionale, che a partire dalla costituzione dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, negli anni '90 del secolo scorso, aveva rappresentano il principale motore della crescita economica mondiale, ha smesso questo ruolo e non lo riprenderà a breve. Gli stessi paesi in via di sviluppo, in primis la Cina, che con l'Organizzazione Mondiale del Commercio hanno visto crescere il loro peso economico proprio grazie al commercio internazionale, ora stanno marciando a un ritmo più blando rispetto al passato. Gli stessi accordi raggiunti tra i paesi del G20 spingono la Cina e gli altri paesi in via di sviluppo a puntare maggiormente sulla crescita dei propri mercati interni piuttosto che sull'export. Le stesse prese di posizione protezionistiche del nuovo governo americano, se confermate, spingeranno nella direzione di una crescita meno intensa del commercio internazionale.
La crescita dell'export della BAT. In questo scenario mondiale di consolidamento della crescita economica su ritmi più blandi del passato, che crea un contesto meno favorevole alla crescita del commercio internazionale e, dunque, un contesto internazionale più competitivo, la BAT anche nel 2017 mostra segnali positivi di presenza sui mercati esteri. Nel primo trimestre del 2017 la crescita dell'export è stato in termini tendenziali, cioè rispetto al primo trimestre dello scorso anno, pari al +10,1%, contro il +9,9% della media nazionale.
Positiva per la BAT è stata anche la crescita congiunturale, cioè rispetto al quarto trimestre del 2016, pari al +1,8%, contro il -0,4% della media nazionale.
L'incremento dell'export della BAT mostra, inoltre, un trend per il 2017 superiore al ritmo di crescita del periodo 2010-2016, che è stato del +8,7%. Le buone performance della BAT emergono anche nel quadro del contesto regionale: sia la crescita tendenziale che quella congiunturale manifesta valori più elevati dei corrispondenti valori regionali.
La composizione dell'export della BAT. E' l'industria manifatturiera a contribuire fondamentalmente all'export provinciale, nella misura di oltre il 90%. Circa il 43% dell'export provinciale proviene dal settore calzaturiero, seguito dai settori dell'abbigliamento e del tessile che pesano per il 23% circa. Dunque, quasi i due terzi dell'export provinciale provengono dal cosiddetto T.A.C. (tessile, abbigliamento, calzature) e la BAT rappresenta uno dei principali distretti calzaturieri italiani. Rilevante è anche il settore agroalimentare, che complessivamente pesa per oltre il 16%.
I paesi di destinazione dell'export della BAT. La crescita meno intensa delle economie avanzate e della zona euro, come dicevo in precedenza, ha spinto anche la BAT a guardare in termini sempre più consistenti ai mercati in via di sviluppo. L'export verso l'UE continua, comunque, a rappresentare oltre la metà dell'export provinciale. I principali paesi europei sono la Francia (15,5%) e la Germania (10,8%), seguono su livelli più contenuti il Regno Unito (5,2%) e la Spagna (4,5%).
Fra i Paesi extra-europei prevale il mercato albanese, con oltre il 23%, che è anche il pincipale mercato estero della BAT. E' noto che in Albania ci sono stati importanti investimenti di aziende locali e quindi i flussi esportativi verso questo paese sono fondamentalmente rappresentati dai semilavorati utilizzati da queste imprese. Altri mercati extra europei più rilevanti sono il Medio-Oriente(circa il 6%) e gli Stati Uniti 2%).
Le principali criticità dell'export della BAT e gli obiettivi futuri. Pur a fronte dei positivi risultati qui esposti, l'export della BAT presenta dei punti di criticità che in una prospettiva futura di mediolungo periodo, non possono essere sottovalutati. A livello mondiale diventa sempre più importante la capacità di crescita dei settori a maggiore contenuto tecnologico, gran parte della sfida innovativa è proprio sulle nuove tecnologie. Non a caso una delle politiche europee più rilevanti è proprio quella del sostegno alle attività di Ricerca e Sviluppo.
La BAT a questo riguardo mostra tutta la sua debolezza. Ben l'85% dell'export provinciale è infatti legato a settori considerati a basso contenuto tecnologico, esponendosi così fortemente alla concorrenza dei paesi in via di sviluppo, che possono contare sul costo della manodopera più basso. Qualcosa comunque sembra muoversi: i settori a medio-alta tecnologia tra il 2010 e il 2016 hanno mostrato un trend di lieve crescita. Nel complesso, comunque, il peso dell'export sul valore della ricchezza complessivamente prodotta dalla BAT, cioè il prodotto interno lordo, rimane modesta, sotto il 10%, contro il 25%della media nazionale.
L'incremento del peso dell'export sul prodotto interno lordo e la crescita dell'export legato a settori con un maggiore conteuto tecnologico sono dunque tra i principali obiettivi che l'economia della BAT dovrebbe perseguire per dare anche un contributo a migliorare il tasso di occupazione. Questi obiettivi dovrebbero diventare l'essenza di una nuova strategia di sviluppo territoriale, che dovrebbero vedere le istituzioni locali e le rappresentaze delle organizzazioni imprenditoriali e sindacali fortemente impegnate a disegnare.