Nuova maxi evasione del "mattone", indagato imprenditore già coinvolto nell'operazione "Paradisi Perduti"

Il Gip ha disposto il sequestro di oltre un milione di euro. L'operazione "Off-Shore" della Guardia di Finanza

giovedì 20 giugno 2013 11.27
I Finanzieri del Gruppo di Barletta hanno portato a termine una complessa attività di polizia tributaria e giudiziaria denominata operazione "Off-Shore", le cui indagini coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Trani, dott. Michele Ruggiero, hanno consentito di scoprire il riciclaggio di oltre un milione di euro introitati "a nero" a seguito di compravendite edilizie, in quanto conseguenza di evasione fiscale messa a punto da un noto imprenditore di Barletta, in relazione alla quale il Giudice per le indagini preliminari, a seguito di richiesta del Pubblico Ministero inquirente, ha emesso apposito decreto di sequestro preventivo.

L'attività investigativa ha consentito di acclarare che l'imprenditore edile Antonio Chiarazzo, di anni 65, già denunciato nel 2010 dalla Guardia di Finanza di Barletta nell'ambito dell'operazione "PARADISI PERDUTI" (la quale, prendendo spunto da un servizio trasmesso da "Le Iene", ricostruì il meccanismo di diversi imprenditori edili per evadere ingenti sommi: nei rogiti veniva indicato un prezzo di compravendita inferiore; la differenza rispetto all'effettivo costo degli immobili veniva pretesa a nero, e dunque in contanti, dagli acquirenti), per aver occultato al fisco negli anni 2005 e 2006 l'ingente somma di circa un milione e mezzo di euro, nel 2007 aveva acquistato da un cantiere navale italiano un panfilo (tipo Nadara 78) di oltre 23 mt. di lunghezza al prezzo di 2 milioni 300 mila euro di cui 1 milione 300 mila avrebbe dovuto essere corrisposto in denaro contante e 1 milione di euro mediante permuta dell'imbarcazione di proprietà. Tale acquisto non veniva tuttavia perfezionato. Infatti, prima di procedere al pagamento dell'importo in denaro, l'acquirente cedeva il contratto di acquisto dello yacht ad una società inglese, con rappresentante legale Marco Acquistapace, di anni 55, nato a Milano e residente a Londra (iscritto all'AIRE - Anagrafe degli italiani residenti all'estero).

I Finanzieri del Gruppo di Barletta, dopo accurate indagini svolte sul territorio nazionale ed estero, appuravano che in effetti si trattava di un atto simulato che aveva come unico scopo quello di occultare al fisco italiano l'effettiva proprietà dell'imbarcazione di valore incompatibile ed incoerente con le dichiarazioni dei redditi dell'imprenditore barlettano. Le indagini consentivano di accertare, inoltre, che la società inglese dopo aver richiesto al cantiere navale la risoluzione del contratto di costruzione della lussuosa barca, aveva adito il Tribunale di Trani – Sezione distaccata di Barletta – al fine di ottenere la restituzione della somma di oltre un milione di euro per asserito inadempimento del contratto di compravendita. La sentenza dello scorso agosto del giudizio civile incardinato davanti al Giudice monocratico di Barletta, accoglieva le richieste della società londinese ed imponeva alla società venditrice l'effettiva restituzione della somma di euro 1.120.000,00.

A seguito delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Barletta, guidate dal colonnello Giuseppe Cardellicchio, avendo acclarato che la somma di denaro era stata concretamente erogata non dalla società inglese bensì dall'imprenditore edile, effettivo acquirente del panfilo, che l'importo era del tutto sproporzionato rispetto al reddito dichiarato dallo stesso imprenditore nei due anni precedenti e nel 2007, il Giudice per le Indagini preliminari presso il Tribunale di Trani, Luca Buonvino, su richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto il sequestro preventivo dell'intera somma di euro 1.120.000,00 (ex art. 12 sexies D.L. n.306/92 e art 321, comma 2 C.p.p.) in quanto frutto di frode fiscale continuata (ex art. 3 D.Lgs. 74/2000). Ma all'atto del sequestro i finanzieri sono riusciti a bloccare una somma ben inferiore sui conti correnti bancari riconducibili all'imprenditore: circa 300mila euro.

L'imprenditore edile di Barletta dovrà rispondere del reato di trasferimento fraudolento di valori di cui all'art. 12 quinquies D.L. n.306/92 convertito nella Legge n.356/92 invece il rappresentante legale della società londinese dovrà rispondere del reato di riciclaggio di cui all'art. 648 bis C.p.. Infatti, Acquistapace compiva operazioni volte a sostituire denaro provento di evasione fiscale dell'imprenditore barlettano con un nuovo bene (imbarcazione Nadara 78) intestato fittiziamente alla società inglese da lui costituita, ostacolando l'identificazione della provenienza delittuosa delle somme di denaro impiegate nell'acquisto del bene di lusso riconducibile a Chiarazzo.

Come si ricorderà, venerdì scorso, nell'ambito del processo immediato "Paradisi Perduti" (che vede imputati 6 imprenditori edili barlettani), il pm Ruggiero ha chiesto per Chiarazzo la condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione: in aula si tornerà il 20 settembre con la parola alle difese.