Non solo otto marzo, per quali donne?
La Bat ancora silente sulle molestie alla dipendente. Le “altre” donne restano inascoltate
martedì 6 marzo 2012
Anche quest'anno la provincia di Barletta-Andria-Trani promuove un ciclo di iniziative dal riconoscibile titolo "Non solo otto marzo", che dedica alle donne nei giorni che accompagnano e seguono la festa della donna. Sulla locandina primeggiano tre modelli di scarpa con vistoso tacco a spillo, ognuno rappresentante il tema su cui ci si vorrà soffermare, riprendendo – involontariamente? – la copertina di un bestseller all-women come "Il Diavolo veste Prada". La Provincia quindi indossa i suoi più inusuali tacchi per presentarsi alle donne del territorio, dialogando di imprenditoria, green economy, migrazione, stereotipi. L'immagine colpisce l'immaginario, ma sono queste le donne della provincia che in questo momento bisogna celebrare?
Come numerose e assordanti volte ricordato sulle pagine di Barlettalife, nessuna delle donne della sesta provincia (dall'assessore promotrice di questi eventi alle colleghe dipendenti) ha parlato e rimproverato l'amaro episodio della "palpata", ingrato omaggio dello scorso marzo, a poche ore dalle celebrazioni più festose per le donne tutte. Oggi si parla di economia, di impresa, di donne instancabili lavoratrici, ma un pensiero al mondo della violenza, a casa e sul luogo di lavoro, perché negarlo? Perché continuare a chiudere gli occhi di fronte a casi estremi che meriterebbero migliori attenzioni? In questo otto marzo che si avvicina, Barletta e la provincia tutta forse non ricorderanno più le cinque donne scomparse sotto le macerie del crollo di via Roma. Perché non commemorare queste realtà, realtà concrete di donne che si spogliano dei migliori tailleur per impiegarsi in lavori umili, per contribuire al reddito della famiglia, lontane dalle agiate poltrone della politica?
L'otto marzo la provincia lo vuole celebrare su quei tacchi a spillo: noi vorremmo che omaggiassero questa festa con le pantofole della casalinga, o con le scarpe da ginnastica dell'operaia, o ancora meglio a piedi nudi, per unificare tutte le tipologie di Donna più semplici e invisibili.
Come numerose e assordanti volte ricordato sulle pagine di Barlettalife, nessuna delle donne della sesta provincia (dall'assessore promotrice di questi eventi alle colleghe dipendenti) ha parlato e rimproverato l'amaro episodio della "palpata", ingrato omaggio dello scorso marzo, a poche ore dalle celebrazioni più festose per le donne tutte. Oggi si parla di economia, di impresa, di donne instancabili lavoratrici, ma un pensiero al mondo della violenza, a casa e sul luogo di lavoro, perché negarlo? Perché continuare a chiudere gli occhi di fronte a casi estremi che meriterebbero migliori attenzioni? In questo otto marzo che si avvicina, Barletta e la provincia tutta forse non ricorderanno più le cinque donne scomparse sotto le macerie del crollo di via Roma. Perché non commemorare queste realtà, realtà concrete di donne che si spogliano dei migliori tailleur per impiegarsi in lavori umili, per contribuire al reddito della famiglia, lontane dalle agiate poltrone della politica?
L'otto marzo la provincia lo vuole celebrare su quei tacchi a spillo: noi vorremmo che omaggiassero questa festa con le pantofole della casalinga, o con le scarpe da ginnastica dell'operaia, o ancora meglio a piedi nudi, per unificare tutte le tipologie di Donna più semplici e invisibili.