Non solo ex teleferica, «il degrado nell'ex distilleria è sotto gli occhi di tutti»
Tra i ruderi vivono tanti migranti, con una situazione ben visibile anche dal nuovo attraversamento pedonale
venerdì 13 settembre 2024
16.03
Il reportage giornalistico andato in onda durante la trasmissione "Fuori dal coro" su Rete4 ha riproposto la grave problematica dell'accoglienza dei migranti sul nostro territorio, in particolare in questo periodo legato alla stagionalità della raccolta dei prodotti agricoli. La questione, purtroppo, non è confinabile solo all'ex stazione della teleferica sulla Litoranea di Ponente: di situazioni analoghe, se non peggiori, ne è piena la città.
Una di queste, riguarda, e non da breve tempo, i ruderi della ex distilleria. «Non c'è neanche bisogno di addentrarsi in una fitta vegetazione o scavalcare muri... è tutto "in vetrina" ben visibile dalla rete di recinzione del nuovo passaggio pedonale che collega via Vittorio Veneto e viale Marconi» segnalano alcuni residenti della zona.
Continua la loro denuncia: «Sporcizia, trascuratezza, abbandono, rifiuti, escrementi, luoghi impropri e pericolosi (muri e tetti pericolanti), condizioni di vita al limite dell'umano, degrado intollerabile per gli abitanti della zona ma soprattutto per le persone costrette a vivere in tali condizioni. Da Via Reichlin invece l'accesso è rappresentato da un vergognoso "buco": in questo foro, ricavato sfondando la parete dei manufatti della ex-distilleria, vivono decine di "persone" in stato di assoluta indigenza e povertà, in condizioni igienico-sanitarie inimmaginabili. Tutto questo a due passi dal centro città, davanti alla stazione dei bus, di fronte agli uffici della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco, nei pressi dell'Ufficio Anagrafe ed attiguo all'Auditorium Gos».
«Una vergognosa e totale indifferenza degli enti e delle istituzioni non più tollerabile - riferiscono - un contesto che meriterebbe ben altra attenzione da parte dell'Amministrazione Comunale. Sappiamo che la problematica è più grave e ampia e riveste scelte di politica nazionale ma occorre fare comunque una riflessione approfondita a livello locale su queste modalità di "accoglienza" e trovare subito delle soluzioni un minimo "dignitose". Non si può più continuare a fingere che queste persone non esistano, che questo ed altri posti, in cui trovano rifugio, non esistano. Non possiamo più girarci dall'altro lato, anche perché li vediamo chiari e nitidi nel loro degrado, non più nascosti ma "a vista"».
Una di queste, riguarda, e non da breve tempo, i ruderi della ex distilleria. «Non c'è neanche bisogno di addentrarsi in una fitta vegetazione o scavalcare muri... è tutto "in vetrina" ben visibile dalla rete di recinzione del nuovo passaggio pedonale che collega via Vittorio Veneto e viale Marconi» segnalano alcuni residenti della zona.
Continua la loro denuncia: «Sporcizia, trascuratezza, abbandono, rifiuti, escrementi, luoghi impropri e pericolosi (muri e tetti pericolanti), condizioni di vita al limite dell'umano, degrado intollerabile per gli abitanti della zona ma soprattutto per le persone costrette a vivere in tali condizioni. Da Via Reichlin invece l'accesso è rappresentato da un vergognoso "buco": in questo foro, ricavato sfondando la parete dei manufatti della ex-distilleria, vivono decine di "persone" in stato di assoluta indigenza e povertà, in condizioni igienico-sanitarie inimmaginabili. Tutto questo a due passi dal centro città, davanti alla stazione dei bus, di fronte agli uffici della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco, nei pressi dell'Ufficio Anagrafe ed attiguo all'Auditorium Gos».
«Una vergognosa e totale indifferenza degli enti e delle istituzioni non più tollerabile - riferiscono - un contesto che meriterebbe ben altra attenzione da parte dell'Amministrazione Comunale. Sappiamo che la problematica è più grave e ampia e riveste scelte di politica nazionale ma occorre fare comunque una riflessione approfondita a livello locale su queste modalità di "accoglienza" e trovare subito delle soluzioni un minimo "dignitose". Non si può più continuare a fingere che queste persone non esistano, che questo ed altri posti, in cui trovano rifugio, non esistano. Non possiamo più girarci dall'altro lato, anche perché li vediamo chiari e nitidi nel loro degrado, non più nascosti ma "a vista"».