«Non ci stiamo, noi non apriamo i nostri negozi la domenica»
La nota del comitato "Quasi mai di domenica". Un passo indietro rispetto a questa sfrenata frenesia
domenica 22 gennaio 2012
«Leggiamo con estremo interesse l'ulteriore intervento stampa del Co.Di.Com. Puglia (http://www.barlettalife.it/magazine/notizie/domani-i-negozi-saranno-aperti-o-chiusi) in quanto condividiamo la loro posizione in merito alla mancata tutela del piccolo commercio a livello nazionale, nelle stanze dove si decide, in pochi che non sono affatto rappresentativi, il nostro futuro e quello delle nostre famiglie». Questo l'incipit del comitato regionale "Quasi mai di Domenica" proprio in giorni in cui dal governo Monti si discute e propone di tante problematiche, ma su questa il comitato non transige: «in merito alle aperture domenicali non stiamo neanche a rimarcare la tanta confusione che le amministrazioni comunali continuano ad ingenerare forse per mischiare le carte e come al solito declinare, declinare e declinare; non ci interessa perché comunque NON APRIAMO I NOSTRI NEGOZI LA DOMENICA».
«Questo lo abbiamo sempre dimostrato e continueremo a dimostrarlo perché non barattiamo la nostra dignità con il desiderio di alcuni potentati e loro affiancatori e adulatori di avvantaggiare la grande economia in grado di "distribuire". Anche domenica prossima 22 gennaio 2012, quindi, negozi tutti chiusi e speriamo che anche la grande distribuzione possa fare un passo indietro rispetto a questa sfrenata frenesia così come auspichiamo che anche coloro che non hanno ancora avuto la forza, il coraggio, la libertà, la facoltà, l'autodeterminazione, l'indipendenza e la sovranità di intervenire sull'argomento, diventato molto scomodo specie per chi deve chiedere sempre permessi ad altri per poter liberamente esprimere le proprie opinioni, il più delle volte soppresse, possano intervenire, anche per difendere la sacralità della domenica. Salvare la domenica non è una facoltà ma un dovere, anche umano. Noi la pensiamo così.»
«Questo lo abbiamo sempre dimostrato e continueremo a dimostrarlo perché non barattiamo la nostra dignità con il desiderio di alcuni potentati e loro affiancatori e adulatori di avvantaggiare la grande economia in grado di "distribuire". Anche domenica prossima 22 gennaio 2012, quindi, negozi tutti chiusi e speriamo che anche la grande distribuzione possa fare un passo indietro rispetto a questa sfrenata frenesia così come auspichiamo che anche coloro che non hanno ancora avuto la forza, il coraggio, la libertà, la facoltà, l'autodeterminazione, l'indipendenza e la sovranità di intervenire sull'argomento, diventato molto scomodo specie per chi deve chiedere sempre permessi ad altri per poter liberamente esprimere le proprie opinioni, il più delle volte soppresse, possano intervenire, anche per difendere la sacralità della domenica. Salvare la domenica non è una facoltà ma un dovere, anche umano. Noi la pensiamo così.»