“Non c’è Nord senza Sud”
ViviBarletta e Aislo presentano il libro di Carlo Trigilia. Il Sud, il ritardo di sviluppo: diagnosi e terapia
sabato 20 ottobre 2012
Chiusa, speriamo per sempre, la lunga stagione della questione settentrionale sbandierata dalla Lega Nord, è ora di ricominciare a parlare di Sud. Ieri sera al Circolo Unione di Barletta lo si è fatto in occasione della presentazione del libro del prof. Carlo Trigilia "Non c'è Nord senza Sud", edito da Il Mulino. La presentazione è stata inserita nel convegno organizzato da AISLO e ViviBarletta in memoria di Francesco Salerno. Molti gli interlocutori della tavola rotonda, introdotta da Raffaella Porreca Salerno, e moderata da Vincenzo Rutigliano: Francesco Saverio Coppola ('Osservatorio regionale Banche-imprese), Leonardo Cuoco ("Territorio s.p.a.) Emmanuele Daluiso, (Euroidees) Sergio Fontana (Farmalabor), Carmelo Rollo (Lega coop Puglia), Antonia Spina (assessore provinciale alle attività produttive). Per l'amministrazione comunale, assente il Sindaco Maffei, è intervenuto l'assessore al Personale, prof. Luigi Terrone.
La tesi centrale del testo, esposta magistralmente dallo stesso autore, è che, per agire efficacemente sulla questione meridionale, occorre ribaltare la prospettiva. Il Sud non è in ritardo per disattenzione o mancanza di sostegno da parte del governo centrale. Anzi, il flusso di risorse investito in questa area del Paese è stato enorme. Ma queste risorse, invece di colmare le lacune, i ritardi, i disservizi, sono state utilizzate per cementare un consenso drogato delle classi dirigenti. Uno scambio, un circolo vizioso tra elettorato in cerca di favoritismi ed eletti in cerca di riconferma e incollati a questa o quella poltrona. Oggi più che mai il Sud deve uscire da questo groviglio. Perché, proprio essendo in ritardo, il Sud può essere volano di una ripresa di crescita del Paese. Ma anche perché, dentro quelle pieghe storicamente si è insediata la malavita organizzata. Che oggi minaccia l'intero Paese. Come emerge chiaramente dal caso Lombardia/'ndrangheta. Le due condizioni per poter riuscire in questo intento sono: maggiori vincoli nell'utilizzo delle risorse; valorizzazione delle caratteristiche dei territori. Per entrambe è indispensabile una precondizione: una classe dirigente all'altezza del compito.
La tesi centrale del testo, esposta magistralmente dallo stesso autore, è che, per agire efficacemente sulla questione meridionale, occorre ribaltare la prospettiva. Il Sud non è in ritardo per disattenzione o mancanza di sostegno da parte del governo centrale. Anzi, il flusso di risorse investito in questa area del Paese è stato enorme. Ma queste risorse, invece di colmare le lacune, i ritardi, i disservizi, sono state utilizzate per cementare un consenso drogato delle classi dirigenti. Uno scambio, un circolo vizioso tra elettorato in cerca di favoritismi ed eletti in cerca di riconferma e incollati a questa o quella poltrona. Oggi più che mai il Sud deve uscire da questo groviglio. Perché, proprio essendo in ritardo, il Sud può essere volano di una ripresa di crescita del Paese. Ma anche perché, dentro quelle pieghe storicamente si è insediata la malavita organizzata. Che oggi minaccia l'intero Paese. Come emerge chiaramente dal caso Lombardia/'ndrangheta. Le due condizioni per poter riuscire in questo intento sono: maggiori vincoli nell'utilizzo delle risorse; valorizzazione delle caratteristiche dei territori. Per entrambe è indispensabile una precondizione: una classe dirigente all'altezza del compito.