Non bisogna rassegnarsi alla compravendita del voto

Le dichiarazioni in diretta dallo stand di Barlettalife. I nostri redattori sono mobilitati in corso Vittorio Emanuele

giovedì 2 giugno 2011 19.41
Dallo stand di Barlettalife collocato di fronte ad Eraclio, in diretta vi riportiamo le dichiarazioni dei tanti cittadini barlettani che hanno deciso di lasciare una loro opinione ai nostri redattori.

Ci ha raggiunti Angelo Nardelli, a cui chiediamo:
Ci dobbiamo rassegnare alla compravendita del voto?
Penso di no, penso che Barletta vada in qualche modo cambiata. Sappiamo che Maffei è una bravissima persona ma non un politico di polso per prendere alcune importanti decisioni per la città, adesso ha un treno buono per farsi rispettare. La compravendita c'è stata in queste elezioni, sia da parte della destra che della sinistra: dobbiamo lottare per fare una politica pulita e queste cose non ci devono abbattere. Oggi con la sua nuova giunta Maffei non deve farsi mettere i piedi in testa, deve far capire alla gente dove sta l'errore della compravendita: in politica è un limite essere una brava persona, rispetto Maffei come persona, ma quando si arriva alla compravendita dei voti credo che sbagliamo tutti quanti.

Con molta passione ci rilascia una dichiarazione Luigi DelNegro, candidato alle scorse elezioni (e felice dei suoi 27 voti!):
Non bisogna rassegnarsi perchè rassegnarsi significa accettare l'eutanasia, il suicidio della nostra città. Barletta ha perso il treno della democrazia, e ora piange lacrime di coccodrillo perchè chi piange è colpevole: per il silenzio che manca nel dialogo aperto con la cittadinanza, nel far crescere questa città e per il modo di essere educati. Necessita ora una nuova integrazione sociale e non settoriale che non lasci in mano ai potentati il gusto di fare e disfare la nostra esistenza. Bisogna debellare questo cancro che non è incurabile, per fare in modo che questa città riacquisti anche a livello nazionale il prestigio che aveva anni fa.

Interviene anche Victor Rivera Magos, che risponde ad alcune nostre domande.
E' impossibile secondo te eliminare questo fenomeno ormai strettamente radicato nella politica barlettana?
Non so fino a che punto il fenomeno sia radicato, corposo ma non eccesivamente radicato. E' un fatto di responsabilità della società, dai nuclei famigliari fino all'università, tutti gli educatori dovrebbero farsi carico di una nuova istruzione democratica. Però è vero che è fortemente presente: in quanto fenomeno culturale è nella sfera delle abitudini difficili da debellare, solo un grande spavento collettivo può riuscire a incidere.

Da dove si dovrebbe cominciare a debellare il fenomeno? Da chi compra o da chi si lascia comprare?
Dove c'é richiesta c'é mercato: finchè ci saranno elettori che non danno valore al voto, il fenomeno resisterà. Il fatto discende soprattutto da una disabitudine alla politica. E' tutto un problema culturale. Come fenomeno di discultura va affrontato in maniera trasversale e "a tenaglia": tutti devono essere educati al voto, alla politica, alla democrazia, alla conoscenza.

Sulla questione "voti comprati" è intervenuta ai nostri microfoni Giuliana Damato:
Compravendita dei voti: rassegnarsi o no?
Decisamente no, non dobbiamo rassegnarci. È una pratica comparsa da poco con prepotenza econ altrettanta prepotenza e insistenza dobbiamo mobilitarci per debellarla. Sono convinta che la demotivazione dei cittadini, la distanza dalla politica, i cattivi esempi e lo scarso senso di responsabilità lasceranno il passo ad un nuovo modo di essere cittadini. Il vento che spira in queste ore in Italia lascia ben sperare. Nonostante creda a manifestazioni come il flash mob odierno, è attraverso la giustizia che bisogna fare il grosso. Quello che mi domando, e domando anche a voi, è: perché le inchieste in corso in tutta italia sul voto di scambio non trovano, se non in rari casi, conclusione? E perché noi tutti, oltre a mobilitarci, non cominciamo a rivolgerci alla Magistratura ed effettuare regolari denunce?

Nel nostro stand ha fatto capolino anche Carlo Di Bello, che è intervenuto dando un giudizio sulla giornata:
Come giudica l'iniziativa di questo pomeriggio?
Credo che l'iniziativa di oggi pomeriggio sia lodevole e degna di ammirazione. La pratica della compravendita è diffusa in questa città. A questo proposito sottolinerei che al di là dell'alterazione dei risultati e dell'illegalità di questa pratica, ci sono 2 aspetti fondamentali: chi decide di acquistare il voto è bene che si allontani dalla cosa pubblica. Chi compra il voto è un esempio da non seguire. Ma è altrettanto deprecabile il comportamento degli elettori che vendono il voto. Chi vende il proprio voto, anche per 50- 100-200 euro inquina il risultato elettorale, mortificano e avviliscono i risultati. Dico con forza a chi si espone a questa disgraziata pratica che è bene che si vergognino, sia coloro i quali lo hanno venduto, sia coloro che l'hanno acquistato. Vergognatevi,vergognatevi, e ancora vergognatevi!!

A condannare la compravendita dei voti è intervenuto anche Giovanni Cassandro:
Ci si deve rassegnare alla pratica della compravendita del voto, diffusa sia durante questa tornata elettorale che durante le precedenti, in maniera bilaterale, o è un "male" che può essere debellato, combattuto?
Credo si possa assolutamente combattere, ma non con le armi di cui disponiamo. Bisognerebbe fare una proposta parlamentare per combattere questa deplorevole pratica. Bisogna evitare lo spoglio sezione per sezione, perché così si ha il controllo capillare delle sezioni, ma bisogna evitare lo spoglio per edificio. Mi spiego: i votanti e i candidati possono avere soltanto i voti assegnati al partito e le preferenze che il candidato ha avuto nell'edificio scolastico dove sono allocate le sezioni. In questa maniera si eviterebbe il controllo del voto e non si consentirebbe la compravendita della propria coscienza, che è la cosa più grave. Se troviamo parlamentari disposti a perseguire questa pratica e ad avallare questa tesi, il fenomeno della compravendita dei voti verrà debellato.

Interviene Ettore Bergamaschi che risponde alla domanda:
Qual è la sua opinione sull'attuale situazione politica a Barletta?
Bisogna valutare adeguatamente questo 'scadimento' della politica e mi chiedo da dove potrebbe iniziare la rinascita civile e morale di Barletta. Per mesi ho scritto sugli scandali edilizi, ma in questo momento non mi sento di presentare il senso della nostra frustrazione in quanto ci sono degli indagati e mi chiedo come mai non emergano le responsabilità'. Mi chiedo qual e' stato il ruolo delle cooperative e dei sindacati in questa vicenda di appartamenti dozzinali rifilato alla povera gente che aveva bisogno di un tetto.

Interviene Giuseppe Gammarrota, che risponde alla domanda:
La compravendita del voto, pratica diffusa sia durante questa tornata che durante le precedenti, crede che sia un male debellabile, oppure bisogna rassegnarsi a questa pratica, male atavico delle consultazioni politiche?
Mai rassegnarsi. Ci sono degli strumenti che possono essere utilizzati, uno per tutti è quello che i rappresentanti di lista siano davvero rappresentanti di lista e non rappresentanti dei consiglieri, cosa che non è prevista da nessuna parte. I partiti devono riappropriarsi del proprio ruolo politico e devono non solo i candidati che sono nelle liste, ma anche chi li rappresenta. Se questo fosse fatto qualche giorno prima da parte dei partiti, cisarebbe più informazione. E quindi i giovani, che si affacciano a questa pratica, sarebbero quanto meno informati su quanto vanno a fare. I rappresentanti di lista hanno un ruolo importante, come gli scrutatori, e devono essere una delle variabili di questo processo democratico. Bisogna lavorare su questo, a mio avviso.

Interviene Franco Damiani, che esprime in merito la seguente opinione:
Abbiamo superato ogni limite, ma la rassegnazione forse non è una cosa umana, perché prima o poi tutti sperano che qualcosa cambi. Ma è necessario che di fronte a queste denunce qualcuno debba anche intervenire. Noi abbiamo, in queste ultime elezioni, qualcuno che scattava foto nei seggi. Ci sono stati casi nelle precedenti tornate. In questi casi, la magistratura che fa? Se sta facendo qualcosa, spero che si individui chi attua questa pratica, che è abbastanza diffusa. Lo si fa con naturalezza, sanno che non succederà niente. Per un giovane è abberrante vendere il proprio voto. È una pratica malsana. Gli istituti vanno chiusi quando avviene lo spoglio. Se questo venisse rispettato il 60-70% della compravendita dei voti sparirebbe. Se questi ragazzi non potessero più stare fuori dai seggi, questo non avverrebbe più.

La dichiarazione del Sig. Ignazio:
Quando si vende il proprio voto si rinuncia al proprio diritto di critica, perché si perde il potere di criticare il ruolo e il compito degli amministratori. Se usi il voto come merce di scambio, non c'è possibilità di portare critiche costruttive alle amministrazioni che si susseguono.