Nella 167 la polvere che vola è cenere politica
Un incontro tra residenti e consiglieri dell’opposizione
domenica 20 settembre 2015
«Trent'anni fa in Via Petrarca era la stessa cosa. Questa zona è da sempre trascurata dalle amministrazioni barlettane; il loro modo di risolvere i problemi è mettere il brecciolino e le transenne quando ci allaghiamo»; «Ogni volta che escono al balcone i miei bambini respirano polvere. Io quella polvere la metterei nei sacchi e li andrei a mettere al Comune, così vediamo se capiscono le condizioni in cui viviamo»; «Noi abbiamo firmato, è vero, ma siamo venuti ad abitare qui perché avevamo il coltello alla gola. Per molti di noi queste sono le prime e uniche case di proprietà e una famiglia che non poteva più pagare l'affitto ha avuto fretta di traslocare, nonostante le condizioni da Terzo Mondo». Queste sono solo alcune degli sfoghi dei cittadini barlettani che hanno incontrato i consiglieri d'opposizione Dario Damiani, capogruppo di Forza Italia, Flavio Basile, capogruppo Adesso Puoi e presidente della commissione Lavori Pubblici, e Gennaro Cefola, capogruppo di Nuova Generazione. «L'11 settembre avrebbero dovuto darci una risposta concreta, chiedevamo solo una firma, ma il sindaco non ha convocato la persona che doveva firmare. Questi i capricci a cui la commissione deve sottostare; una commissione senza segretario per mancanza di fondi e burlata continuamente dalle mosse politiche» tuona così Basile, affiancato da Damiani: «L'azienda appaltatrice, nonché esecutrice dei lavori, non ha ancora ricevuto le chiavi per cominciare a lavorare; il 5 luglio eravamo a un passo, ma ora siamo nuovamente bloccati».
Alla luce di queste parole, i cittadini presenti esprimono la volontà di agire per vie legali, denunciare i responsabili di questi ritardi e fare un esposto alla Procura della Repubblica per richiedere l'accesso agli atti, anche quelli contabili per verificare la validità economica delle promesse politiche. Per accertarsi che quei 12-15 milioni di euro stiano ancora nelle casse comunali e che siano sufficienti a risolvere la gravità dei problemi. La treccia a tre code tra politica tecnica e diritto si fa sempre più fitta e difficile da sciogliere; ci prova il Presidente della commissione Lavori Pubblici, che non nasconde i suoi dissapori con l'assessore competente Azzurra Pelle. E' lui a dar tempo al dirigente Guerra (da poco subentrato dopo le dimissioni di Gianrodolfo Dibari), perché «giustamente, deve leggere per bene le carte e rendersi conto della situazione» e all'ingegner Palmitessa e ad integrarli nella prossima riunione di commissione (data e orario da concordare con i cittadini presenti). Tra questi ultimi, ci sono i vari rappresentanti e i Comitati, i quali suggeriscono un sit-in pacifico a Palazzo di città. L'esasperazione è tanta e Cefola ne comprende la portata: «So bene quanto le lungaggini della giustizia siano insopportabili per chi vive un disagio quotidiano; per questo vi invito ad organizzare tutte le forze del quartiere per andare sotto al Comune e far sentire le voci da contribuenti, cittadini, genitori». Sit-in e riunione di Commissione non hanno una data precisa, ma entro dieci giorni qualcosa-dicono- si muoverà di certo.
Tra i presenti interviene una signora, rappresentante di quattro condominii di Via Romanelli, che racconta una "bella" storia: C'era un anno fa (esattamente a giugno 2014), la sottoscritta e alcuni avvocati del quartiere che, per grazia ricevuta, dopo aver inviato raccomandate e petizioni dei residenti, furono convocati dal sindaco e dall'assessore Pelle. A parte il fatto che sembravano scesi dalle nuvole, come se non vivessero a Barletta, vennero a conoscenza di una nostra manifestazione e mi chiamarono per bloccare tutto e per convocarci alle 11 a Palazzo di Città. Per incanto, c'erano tutti: abbiamo parlato del capitolo pietoso sulla spazzatura e di tutti i disservizi della nostra periferia, il cui solo racconto mise tutti nel panico. Dopo due giorni, incontro qui sotto casa, accidentalmente, l'ingegner Di Bari con un tecnico, i quali da subito mi dicono che non si può parlare di asfalto. Al che io chiedo di metterci almeno nelle condizioni di sopravvivere all'inverno (2014-2015) e la pezza trovata è quella di mettere dei paletti alle estremità della strada, in modo da non far passare le macchine e non generare polvere. Ora, questa assurdità ovviamente non viene attuata e all'indomani troviamo due camion a coprire la strada di brecciolino. Sfortuna vuole che il giorno dopo piove e tutto viene vanificato. A questo punto, incontro di nuovo l'ingegnere, il quale-stringendomi la mano-mi garantisce che a ottobre (sempre 2014) sarebbero partiti i lavori. Per sugellare la promessa-aggiunge un altro residente-fu diffuso persino un comunicato stampa a firma di sindaco e assessore. A ottobre nulla si mosse e venimmo convocati per ascoltare i "non so" e gli "ora vediamo". Parte l'azione legale, ancora in corso oggi dopo un anno».
Basta allungare lo sguardo oltre la cinquantina di cittadini intervenuti ieri mattina in Via Romanelli (pochissimi), per sentirsi sul set di "Le mani sulla città": «Niente affanni e niente preoccupazioni, tutto guadagno e nessun rischio. Noi dobbiamo fare solo in modo che il Comune porti le strade, le fogne, l'acqua, il gas, la luce e il telefono». Peccato che strade e fogna bianca siano inesistenti, acqua, gas e luce siano stati servizi che il cittadino si è guadagnato andando a bussare da nomade alle dimore politiche e che al telefono chi amministra il paese non risponda. L'ira collettiva sta sforando i confini di questo scempio, che ha dalla SS16bis la sua fotografia migliore. Ma basta guardare dall'alto; bisogna andare fin giù ai box per beccare le creature di una sporcizia morale che sembra non conoscere vergogna.
Alla luce di queste parole, i cittadini presenti esprimono la volontà di agire per vie legali, denunciare i responsabili di questi ritardi e fare un esposto alla Procura della Repubblica per richiedere l'accesso agli atti, anche quelli contabili per verificare la validità economica delle promesse politiche. Per accertarsi che quei 12-15 milioni di euro stiano ancora nelle casse comunali e che siano sufficienti a risolvere la gravità dei problemi. La treccia a tre code tra politica tecnica e diritto si fa sempre più fitta e difficile da sciogliere; ci prova il Presidente della commissione Lavori Pubblici, che non nasconde i suoi dissapori con l'assessore competente Azzurra Pelle. E' lui a dar tempo al dirigente Guerra (da poco subentrato dopo le dimissioni di Gianrodolfo Dibari), perché «giustamente, deve leggere per bene le carte e rendersi conto della situazione» e all'ingegner Palmitessa e ad integrarli nella prossima riunione di commissione (data e orario da concordare con i cittadini presenti). Tra questi ultimi, ci sono i vari rappresentanti e i Comitati, i quali suggeriscono un sit-in pacifico a Palazzo di città. L'esasperazione è tanta e Cefola ne comprende la portata: «So bene quanto le lungaggini della giustizia siano insopportabili per chi vive un disagio quotidiano; per questo vi invito ad organizzare tutte le forze del quartiere per andare sotto al Comune e far sentire le voci da contribuenti, cittadini, genitori». Sit-in e riunione di Commissione non hanno una data precisa, ma entro dieci giorni qualcosa-dicono- si muoverà di certo.
Tra i presenti interviene una signora, rappresentante di quattro condominii di Via Romanelli, che racconta una "bella" storia: C'era un anno fa (esattamente a giugno 2014), la sottoscritta e alcuni avvocati del quartiere che, per grazia ricevuta, dopo aver inviato raccomandate e petizioni dei residenti, furono convocati dal sindaco e dall'assessore Pelle. A parte il fatto che sembravano scesi dalle nuvole, come se non vivessero a Barletta, vennero a conoscenza di una nostra manifestazione e mi chiamarono per bloccare tutto e per convocarci alle 11 a Palazzo di Città. Per incanto, c'erano tutti: abbiamo parlato del capitolo pietoso sulla spazzatura e di tutti i disservizi della nostra periferia, il cui solo racconto mise tutti nel panico. Dopo due giorni, incontro qui sotto casa, accidentalmente, l'ingegner Di Bari con un tecnico, i quali da subito mi dicono che non si può parlare di asfalto. Al che io chiedo di metterci almeno nelle condizioni di sopravvivere all'inverno (2014-2015) e la pezza trovata è quella di mettere dei paletti alle estremità della strada, in modo da non far passare le macchine e non generare polvere. Ora, questa assurdità ovviamente non viene attuata e all'indomani troviamo due camion a coprire la strada di brecciolino. Sfortuna vuole che il giorno dopo piove e tutto viene vanificato. A questo punto, incontro di nuovo l'ingegnere, il quale-stringendomi la mano-mi garantisce che a ottobre (sempre 2014) sarebbero partiti i lavori. Per sugellare la promessa-aggiunge un altro residente-fu diffuso persino un comunicato stampa a firma di sindaco e assessore. A ottobre nulla si mosse e venimmo convocati per ascoltare i "non so" e gli "ora vediamo". Parte l'azione legale, ancora in corso oggi dopo un anno».
Basta allungare lo sguardo oltre la cinquantina di cittadini intervenuti ieri mattina in Via Romanelli (pochissimi), per sentirsi sul set di "Le mani sulla città": «Niente affanni e niente preoccupazioni, tutto guadagno e nessun rischio. Noi dobbiamo fare solo in modo che il Comune porti le strade, le fogne, l'acqua, il gas, la luce e il telefono». Peccato che strade e fogna bianca siano inesistenti, acqua, gas e luce siano stati servizi che il cittadino si è guadagnato andando a bussare da nomade alle dimore politiche e che al telefono chi amministra il paese non risponda. L'ira collettiva sta sforando i confini di questo scempio, che ha dalla SS16bis la sua fotografia migliore. Ma basta guardare dall'alto; bisogna andare fin giù ai box per beccare le creature di una sporcizia morale che sembra non conoscere vergogna.