Nei cuori e nel vento è vivo il ricordo di Pietro Mennea

Due anni fa la scomparsa del campione barlettano

sabato 21 marzo 2015
A cura di Ida Vinella
Esattamente due anni fa la corsa verso il cielo del campione barlettano divenne il nuovo record di Mennea, atleta ammirato da tutti, uomo incompreso e molto spesso "segreto", come titola il documentario a lui dedicato che proprio in questi giorni sta facendo il giro nelle scuole della provincia. A due anni dalla scomparsa resta davvero vivo il ricordo della "Freccia del Sud", e mancano ormai pochi giorni alla fiction omonima targata Rai, che andrà in onda domenica 29 e lunedì 30 – dopo un lieve slittamento di date – proprio su Raiuno, in prima serata.

Adesso il ricordo è luminoso, accecante come i riflettori che sono sempre stati puntati sulla vita sportiva di Pietro Mennea, più riservato nella vita quotidiana di tutti i giorni. Naturalmente anche il Comune di Barletta porgerà la sua commemorazione al campione: in collaborazione con il CONI è stato organizzato per lunedì alle ore 19.00, nella Galleria del Teatro "Curci", un momento di omaggio nello spirito della manifestazione che caratterizzò l'intitolazione al campione olimpico del lungomare di Ponente, "Pietro Mennea… la corsa continua". Le associazioni sportive ricorderanno l'atleta in un susseguirsi di testimonianze. Ospiti d'eccezione, gli atleti Veronica Inglese e Domenico Ricatti. Nella giornata di oggi invece Poste Italiane diffonde un nuovo annullo filatelico speciale dedicato all'indimenticabile campione mondiale e la speciale cartolina commemorativa a tiratura limitata, negli spazi dell'ufficio postale di corso Garibaldi 37 dalle ore 9.00 alle 13.00.

Tra i tanti ricordi, ecco quello di Ruggiero Mennea, delegato della Fondazione Pietro Mennea Onlus: «Per me Pietro era come un fratello, una radice profonda capace di tenere tutto in un abbraccio. Un amico sempre onesto e leale. Un campione mondiale che ha dato tanto alla mia città, Barletta, e soprattutto ai colori della bandiera italiana. Un uomo a cui sono legato, oltre che da affetti familiari, dalla condivisione dei principi cui si è ispirato nella sua limpidissima ed eccezionale carriera agonistica. È stato esempio di professionalità per tantissime generazioni di ragazzi e di sportivi, un modello di vita che ha insegnato a correre e sognare. Personalmente, ho avuto la fortuna di percorrere la mia strada restando sempre in contatto con lui, e posso affermare con orgoglio di aver conosciuto tutte le sfaccettature della personalità di Pietro: il campione, il grande uomo, il visionario. Caparbio, grintoso, determinato, con una dedizione e abnegazione fuori dal comune. La sua voglia di arrivare, la sua serietà, il suo agonismo, non hanno avuto eguali; era uno stacanovista: pane e atletica. Tanto istrionico in pista, quanto riservato e schivo nella vita. Si apriva solo con una cerchia ristretta di amici, amava circondarsi delle persone a lui più vicine e vere. Non era un uomo da ribalta, lavorava lontano dai riflettori. Molti lo hanno considerato diffidente e solitario, a me piace definirlo discreto, umile e modesto. Le sue dimostrazioni di affetto erano fatte di pochi gesti, di complicità sottili e comunione di intenti. Chi non ha avuto la fortuna di seguirlo e di conoscerlo ha perso una grande occasione di crescita morale, etica, umana e culturale: ma di lui, fortunatamente, resterà per sempre la memoria. Pietro è stato il più veloce del mondo, riuscendo a marchiare a fuoco un pezzo di storia unico, consegnando Barletta, la Puglia, l'Italia, sul podio del Mondo».