Nasce il Coordinamento provinciale della Bat contro gli inceneritori e le centrali a biomasse
Domani la presentazione
lunedì 12 aprile 2010
11.21
Domani, 13 aprile, presso la sede della Provincia di Barletta – Andria – Trani, ad Andria, presso l'istituto Umberto I, ci sarà una conferenza stampa per presentare agli organi di informazione il coordinamento No Biomasse e Inceneritori provinciale. L'incontro è fissato per le 17.00. Il coordinamento ha già ottenuto i primi importanti risultati: a Barletta il sindaco Maffei ha deciso di sospendere l'iter del progetto di costruzione della centrale da 37 MW della "Tre Tozzi Renewable Energy Spa"; a Trinitapoli la Commissione Consiliare "Politica del territorio" ha espresso all'unanimità parere negativo sul progetto della ditta "Energie Verdi Trinitapoli Srl" per la costruzione della centrale elettrica a biomasse di 56 MW.
Queste due decisioni, se da una parte ci soddisfano e ricompensano dell'impegno profuso per mobilitare cittadini e forze sociali del territorio, dall'altra non ci devono far allentare la guardia su quanto accade nella provincia. Sono infatti ancora attive le procedure di autorizzazione per gli impianti di Canosa di Puglia e Trani. Quello di Canosa desta notevole preoccupazione perché prevede l'utilizzo di biomasse solide e assimilate, vale a dire rifiuti. Questo impianto sarebbe, anche per i cittadini dei comuni limitrofi, una iattura perché le polveri inquinanti disperse nell'aria dai camini degli inceneritori si diffondono per decine di chilometri.
Il Coordinamento è il naturale punto di arrivo della mobilitazione dei tanti comitati spontanei dei comuni della BAT per fermare la costruzione di impianti di incenerimento. Prima a Canosa, poi a Trani, a San Ferdinando, Trinitapoli, Barletta, Andria e Bisceglie, i comitati hanno agito con modalità diverse ma accomunati dalla stessa volontà di difendere ambiente e salute contro un modello di sviluppo mosso solo dalla logica del profitto. Ora, uniti, reclamiamo il diritto di farci sentire rispetto a situazioni tenute colpevolmente sotto silenzio anche dal mondo politico. Pertanto, consapevoli che la battaglia per uno sviluppo eco compatibile si combatta soprattutto con l'informazione e la cultura, abbiamo deciso di costituire anche un Comitato Tecnico-Scientifico che approfondisca e diffonda le conoscenze sui temi dell'energia e dello smaltimento dei rifiuti anche attraverso conferenze e seminari.
Alessandro Zagaria-Coordinamento No Biomasse e Inceneritori.
Queste due decisioni, se da una parte ci soddisfano e ricompensano dell'impegno profuso per mobilitare cittadini e forze sociali del territorio, dall'altra non ci devono far allentare la guardia su quanto accade nella provincia. Sono infatti ancora attive le procedure di autorizzazione per gli impianti di Canosa di Puglia e Trani. Quello di Canosa desta notevole preoccupazione perché prevede l'utilizzo di biomasse solide e assimilate, vale a dire rifiuti. Questo impianto sarebbe, anche per i cittadini dei comuni limitrofi, una iattura perché le polveri inquinanti disperse nell'aria dai camini degli inceneritori si diffondono per decine di chilometri.
Il Coordinamento è il naturale punto di arrivo della mobilitazione dei tanti comitati spontanei dei comuni della BAT per fermare la costruzione di impianti di incenerimento. Prima a Canosa, poi a Trani, a San Ferdinando, Trinitapoli, Barletta, Andria e Bisceglie, i comitati hanno agito con modalità diverse ma accomunati dalla stessa volontà di difendere ambiente e salute contro un modello di sviluppo mosso solo dalla logica del profitto. Ora, uniti, reclamiamo il diritto di farci sentire rispetto a situazioni tenute colpevolmente sotto silenzio anche dal mondo politico. Pertanto, consapevoli che la battaglia per uno sviluppo eco compatibile si combatta soprattutto con l'informazione e la cultura, abbiamo deciso di costituire anche un Comitato Tecnico-Scientifico che approfondisca e diffonda le conoscenze sui temi dell'energia e dello smaltimento dei rifiuti anche attraverso conferenze e seminari.
Alessandro Zagaria-Coordinamento No Biomasse e Inceneritori.
Le richieste del Coordinamento alle istituzioni sono le seguenti:
1. Bloccare ogni nuovo impianto industriale che bruci materiali naturali o sintetici (centrali elettriche, inceneritori, sansifici, ecc.). È noto che ogni tipo di combustione provoca la dispersione di micro particelle che restano sospese nell'aria e se inalate sono altamente dannose per la salute. Pertanto, per il principio di cautela, è indispensabile ridurre progressivamente il ricorso ad ogni processo di combustione, soprattutto se ad alte temperature.
2. Impedire la costruzione di centrali elettriche a biomasse in Puglia. Produciamo già quasi il doppio del nostro fabbisogno energetico. Chiediamo, dunque, che la regione blocchi la costruzione delle nuove centrali a biomasse, progettate e proposte da grandi aziende del nord con il solo scopo di sfruttare il business dei certificati verdi. Oltre al danno per la salute, l'uso di biomasse comporta l'impoverimento dei nostri terreni e la deforestazione dei paesi in via di sviluppo.
3. Programmare l'uscita progressiva dal carbone e dal petrolio grazie all'utilizzo di sole e vento. Per rendere efficaci le misure stabilite dal Protocollo di Kyoto e dai più recenti accordi internazionali per la riduzione delle emissioni climalteranti è necessario che all'aumento delle fonti rinnovabili corrisponda una diminuzione progressiva delle fonti tradizionali (carbone e petrolio). La diffusione dell'eolico è già a buon punto mentre arranca il fotovoltaico, soprattutto di tipo domestico ed è quindi necessario che regione e comuni intervengano con incentivi a sostegno di questo settore. Manca ancora una politica di uscita dai combustibili fossili.
4. Bloccare la realizzazione degli inceneritori di rifiuti. La scelta dell'incenerimento, oltre ad essere altamente nociva per la salute, è contraria alla logica della riduzione dei rifiuti e anzi ne stimola la produzione. Il ciclo dei rifiuti si chiude con politiche di riduzione, riuso e riciclo e attraverso una raccolta differenziata spinta(opzione rifiuti zero), adottando, ad esempio, il sistema di raccolta porta a porta che nei paesi più evoluti sta dando ottimi risultati.
1. Bloccare ogni nuovo impianto industriale che bruci materiali naturali o sintetici (centrali elettriche, inceneritori, sansifici, ecc.). È noto che ogni tipo di combustione provoca la dispersione di micro particelle che restano sospese nell'aria e se inalate sono altamente dannose per la salute. Pertanto, per il principio di cautela, è indispensabile ridurre progressivamente il ricorso ad ogni processo di combustione, soprattutto se ad alte temperature.
2. Impedire la costruzione di centrali elettriche a biomasse in Puglia. Produciamo già quasi il doppio del nostro fabbisogno energetico. Chiediamo, dunque, che la regione blocchi la costruzione delle nuove centrali a biomasse, progettate e proposte da grandi aziende del nord con il solo scopo di sfruttare il business dei certificati verdi. Oltre al danno per la salute, l'uso di biomasse comporta l'impoverimento dei nostri terreni e la deforestazione dei paesi in via di sviluppo.
3. Programmare l'uscita progressiva dal carbone e dal petrolio grazie all'utilizzo di sole e vento. Per rendere efficaci le misure stabilite dal Protocollo di Kyoto e dai più recenti accordi internazionali per la riduzione delle emissioni climalteranti è necessario che all'aumento delle fonti rinnovabili corrisponda una diminuzione progressiva delle fonti tradizionali (carbone e petrolio). La diffusione dell'eolico è già a buon punto mentre arranca il fotovoltaico, soprattutto di tipo domestico ed è quindi necessario che regione e comuni intervengano con incentivi a sostegno di questo settore. Manca ancora una politica di uscita dai combustibili fossili.
4. Bloccare la realizzazione degli inceneritori di rifiuti. La scelta dell'incenerimento, oltre ad essere altamente nociva per la salute, è contraria alla logica della riduzione dei rifiuti e anzi ne stimola la produzione. Il ciclo dei rifiuti si chiude con politiche di riduzione, riuso e riciclo e attraverso una raccolta differenziata spinta(opzione rifiuti zero), adottando, ad esempio, il sistema di raccolta porta a porta che nei paesi più evoluti sta dando ottimi risultati.