Barlettani ingrati e stolti, muore il trabucco
Colpevole disinteresse per il monumento alla cultura marinara
lunedì 13 aprile 2015
10.24
Il tempo e il disinteresse sono stati ingrati per il trabucco di Barletta. L'attesa è finita: si è proceduto all'abbattimento della struttura dopo gli ultimi tentativi di messa in sicurezza. Era pericolante, ma resisteva.
Nell'ultimo periodo era stato transennato, come se le transenne potessero porre un argine all'incuria e al disinteresse che hanno eroso dalle fondamenta la struttura, ancor prima dell'abbattimento. Il tempo e le intemperie sono state ingrate con il nostro antico trabucco, e tanto male hanno procurato le promesse non mantenute, le frasi da campagna elettorale, i progetti mai portati a termine. Perché la storia del trabucco è ben nota a chi di dovere: parla di difficoltà nei passaggi di proprietà, di freni burocratici, e soprattutto di mancanza di energie da dedicare a questa fetta di storia che per molti era superficiale, marginale.
Ma la storia più preziosa è quella dei nostri giorni, che quotidianamente ci scorre davanti agli occhi, come il trabucco, monumento alla cultura semplice della nostra città, all'animo marinaro delle generazioni che ci hanno preceduto, alla silenziosa vita quotidiana di qualche decennio fa.
Il trabucco è nudo, non rimane altro che i suoi resti. Avrà senso parlare adesso di ricostruzione? Cosa ne sarà della nostra identità culturale?
Nell'ultimo periodo era stato transennato, come se le transenne potessero porre un argine all'incuria e al disinteresse che hanno eroso dalle fondamenta la struttura, ancor prima dell'abbattimento. Il tempo e le intemperie sono state ingrate con il nostro antico trabucco, e tanto male hanno procurato le promesse non mantenute, le frasi da campagna elettorale, i progetti mai portati a termine. Perché la storia del trabucco è ben nota a chi di dovere: parla di difficoltà nei passaggi di proprietà, di freni burocratici, e soprattutto di mancanza di energie da dedicare a questa fetta di storia che per molti era superficiale, marginale.
Ma la storia più preziosa è quella dei nostri giorni, che quotidianamente ci scorre davanti agli occhi, come il trabucco, monumento alla cultura semplice della nostra città, all'animo marinaro delle generazioni che ci hanno preceduto, alla silenziosa vita quotidiana di qualche decennio fa.
Il trabucco è nudo, non rimane altro che i suoi resti. Avrà senso parlare adesso di ricostruzione? Cosa ne sarà della nostra identità culturale?