Morte Motaki, i legali ipotizzano omicidio colposo
La tesi dei tre fratelli del marocchino sarà inoltrata in un esposto al Pm
lunedì 4 agosto 2014
9.09
Potrebbe esserci stata un'omissione di soccorso da parte dei ferrovieri della stazione di Barletta alla base della morte di Jiliali Motaki, avvenuta il 20 febbraio 2012 nei pressi della stazione di Barletta. Questa la tesi-riportata questa mattina sulla Gazzetta del Nord Barese- raccolta nell'esposto che i tre fratelli del marocchino scomparso all'età di 47 anni, Momahed, Hassan e Salah Motaki, presenteranno attraverso gli avvocati Luigi Peschechera, Marco Benedini e Francesco Filograsso dell'associazione "Nessuno dimentichi Abele" presenterà nei prossimi giorni al pm della tribunale di Trani Antonio Savasta.
Motaki fu ritrovato esanimo il 19 febbraio del 2012 intorno alle 16: il treno regionale "8349" partito da Foggia e diretto a Bari effettuò una "fermata straordinaria" perchè a terra, vicino ai binari e a faccia in giù, il macchinista aveva visto un uomo disteso sulla massicciata, senza però soccorrerlo adeguatamente-si legge nell'esposto-«a causa della condotta negligente dei ferrovieri che sono imputati». L'uomo fu però ritrovato cadavere il giorno dopo alle 9 lungo la tratta ferroviaria all'altezza dell'incrocio tra via Fracanzano e via Achille Bruni «unicamente a causa delle informazioni errate fornite da due degli indagati». Infatti il capotreno scese dal mezzo alla visione del corpo ancora vivo di Motaki, ma dalla sala comando arrivò l'ordine a riprendere la marcia senza attendere i soccorsi che sarebbero stati comunque chiamati. «Non solo ci fu condotta negligente-rimarca l'avvocato Filograsso-ma anche una serie di omissioni delle norme antinfortunistiche che hanno contribuito a determinare il decesso».
I tre imputati, nel dettaglio Luigi Cisaria, dipendente di Trenitalia-Protezione Aziendale di Bari, Domenico Tina, dirigente della Centrale operativa in servizio presso la sala comando e controllo di Rfi e Rocchino Mastropieri, il capotreno, dovranno rispondere di omissione di soccorso: la prima udienza a loro carico è fissata per il 16 marzo 2015.
Motaki fu ritrovato esanimo il 19 febbraio del 2012 intorno alle 16: il treno regionale "8349" partito da Foggia e diretto a Bari effettuò una "fermata straordinaria" perchè a terra, vicino ai binari e a faccia in giù, il macchinista aveva visto un uomo disteso sulla massicciata, senza però soccorrerlo adeguatamente-si legge nell'esposto-«a causa della condotta negligente dei ferrovieri che sono imputati». L'uomo fu però ritrovato cadavere il giorno dopo alle 9 lungo la tratta ferroviaria all'altezza dell'incrocio tra via Fracanzano e via Achille Bruni «unicamente a causa delle informazioni errate fornite da due degli indagati». Infatti il capotreno scese dal mezzo alla visione del corpo ancora vivo di Motaki, ma dalla sala comando arrivò l'ordine a riprendere la marcia senza attendere i soccorsi che sarebbero stati comunque chiamati. «Non solo ci fu condotta negligente-rimarca l'avvocato Filograsso-ma anche una serie di omissioni delle norme antinfortunistiche che hanno contribuito a determinare il decesso».
I tre imputati, nel dettaglio Luigi Cisaria, dipendente di Trenitalia-Protezione Aziendale di Bari, Domenico Tina, dirigente della Centrale operativa in servizio presso la sala comando e controllo di Rfi e Rocchino Mastropieri, il capotreno, dovranno rispondere di omissione di soccorso: la prima udienza a loro carico è fissata per il 16 marzo 2015.