Morì di Covid al "Dimiccoli" di Barletta, la procura chiede rinvio a giudizio per due medici
I fatti risalgono al novembre 2020
giovedì 11 maggio 2023
12.53
La Procura di Trani, con il pm Giovanni Lucio Vaira, ha richiesto il rinvio a giudizio per due medici, uno in servizio al pronto soccorso, l'altro alla guardia medica indagati di omicidio colposo nell'inchiesta sulla morte della 41enne tranese Antonia Abbatangelo, avvenuta il 19 novembre del 2020 all'ospedale "Dimiccoli" di Barletta.
Nel nosocomio della città della Disfida, la donna è stata ricoverata per sei giorni, dopo aver atteso undici ore prima di essere accettata ed ottenere un posto letto. Secondo la ricostruzione dell'accaduto la 41enne, il giorno precedente del suo ricovero a Barletta, dopo una settimana in cui tosse e febbre sembravano gestibili e i sintomi del contagio si facevano sempre più evidenti, era stata accompagnata dai familiari al pronto soccorso dell'ospedale di Trani, che non era attrezzato per le cure Covid. Da qui la donna sarebbe stata rimandata a casa.
La mattina seguente fu accompagnata al Dimiccoli dove, dopo esser stata sottoposta ad un tampone - risultato positivo - le accertarono una "broncopolmonite bilaterale con caratteristiche radiologiche tipiche della polmonite da Covid- 19 in fase avanzata", infiammazione che peggiorò nel giro di pochi giorni. Trasportata nel reparto di rianimazione ed intubata, morì poco dopo. A seguito del decesso l'Asl Bat intervenne per spiegare quanto accaduto e avviò un'indagine interna mentre la Procura di Trani aprì un fascicolo d'inchiesta iscrivendo nel registro degli indagati i nomi dei 18 operatori sanitari che hanno gestito la paziente fino al decesso, dal medico di medicina generale, a quelli del pronto soccorso di Trani, della guardia medica e dell'ospedale di Barletta.
Il legale della famiglia Abbatangelo, l'avvocato Giorgia Di Savino, si è opposto alla richiesta di archiviazione formulata dalla procura nei confronti dei sanitari indagati, portando il giudice per le indagini preliminari di Trani, Marina Chiddo, a predisporre l'imputazione coatta e un fascicolo processuale: tra i capi di imputazione anche il reato di rifiuto e omissione di atti di ufficio. Il prossimo 26 settembre si terrà l'udienza preliminare davanti al gup, Lucia Anna Altamura.
Nel nosocomio della città della Disfida, la donna è stata ricoverata per sei giorni, dopo aver atteso undici ore prima di essere accettata ed ottenere un posto letto. Secondo la ricostruzione dell'accaduto la 41enne, il giorno precedente del suo ricovero a Barletta, dopo una settimana in cui tosse e febbre sembravano gestibili e i sintomi del contagio si facevano sempre più evidenti, era stata accompagnata dai familiari al pronto soccorso dell'ospedale di Trani, che non era attrezzato per le cure Covid. Da qui la donna sarebbe stata rimandata a casa.
La mattina seguente fu accompagnata al Dimiccoli dove, dopo esser stata sottoposta ad un tampone - risultato positivo - le accertarono una "broncopolmonite bilaterale con caratteristiche radiologiche tipiche della polmonite da Covid- 19 in fase avanzata", infiammazione che peggiorò nel giro di pochi giorni. Trasportata nel reparto di rianimazione ed intubata, morì poco dopo. A seguito del decesso l'Asl Bat intervenne per spiegare quanto accaduto e avviò un'indagine interna mentre la Procura di Trani aprì un fascicolo d'inchiesta iscrivendo nel registro degli indagati i nomi dei 18 operatori sanitari che hanno gestito la paziente fino al decesso, dal medico di medicina generale, a quelli del pronto soccorso di Trani, della guardia medica e dell'ospedale di Barletta.
Il legale della famiglia Abbatangelo, l'avvocato Giorgia Di Savino, si è opposto alla richiesta di archiviazione formulata dalla procura nei confronti dei sanitari indagati, portando il giudice per le indagini preliminari di Trani, Marina Chiddo, a predisporre l'imputazione coatta e un fascicolo processuale: tra i capi di imputazione anche il reato di rifiuto e omissione di atti di ufficio. Il prossimo 26 settembre si terrà l'udienza preliminare davanti al gup, Lucia Anna Altamura.