Monti, Fornero, il TG3, la sinistra, la linguistica. Governo in lacrime.
Articolo determinativo dei ministri in carica. Non piangiamoci su
domenica 12 febbraio 2012
9.37
Una mia riflessione. Non vi sarà sfuggita una piccola polemica, di gusto squisitamente linguistico, gravitata attorno alla ministra Elsa Fornero e riportata da alcune riviste e quotidiani non in prima e nemmeno in elzeviro. Tuttavia era piuttosto sottile e merita memoria; si valutava e disquisiva riguardo una piuttosto realistica concezione androcentrica della lingua Italiana, declinata nell'accezione di usare l'articolo determinativo femminile per indicare un ruolo (o ellitticamente, anche solo il cognome). Ad esempio -così citava l'articolo descrivendo il ministro- dire che in quel momento parlava "LA" Fornero o "LA" ministra Fornero. Difficile notare o udire il teoricamente omologo "IL" Monti, riservando invece un correttissimo "IL" presidente Monti.
Non prendo posizione, ma ragionandoci su in tipico orario da meditazione post prandiale, ho pensato si trattasse di un rigurgito femminista in salsa transatlantico pur rendendomi conto che questo mio era, per sua stessa natura, un pensiero maschile e dunque androcentrico. Sforzandomi di astrarre, trovo invece molta verità nell'uniformare non solo il ruolo (giusto opinare che oltre a MINISTRA Fornero è validissimo anche MINISTRO Fornero) ma anche la linguistica applicata. Se non esiste "LO" Sculco (quasi dispregiativo in antiche accezioni liceali) non dovrebbe esistere "LA" Fornero. E ammetto che Ella potrebbe considerarlo altrettanto dispregiativo o quantomeno fastidioso. Ammetto inoltre che i più avrebbero androcentricamente considerato questo, un discorso ozioso.
Se siete sopravvissuti a questo incipit, arrivo al punto, vera illuminazione del pensiero stesso: giornalisticamente nessun direttore o redattore si sarebbe mai sognato di dare a questa tematica uno spazio superiore di quello che abitualmente viene concesso alla nascita in cattività dell'orca lacustre del Nepal (e lo capisco pure), ma su Raitre, il cui Tg rimane espressione mai sopita nè nascosta di un quasi estremo senso "di sinistra", di innovazione ma forse più di innovazionismo, appare in un articolo del probissimo telegiornale appena detto, nell'edizione delle 14.30, riguardante un incontro tra Confindustria e Governo, che "Marcegaglia incontra Fornero a Palazzo Castoro per discutere del sesso degli angeli" come si sarebbe detto, senza risultar così strano, in tempi antichi di un ipotetico "Montezemolo incontra Berlusconi / Prodi / Amato / D'alema" senza svegliare miei neuroni abitualmente meglio dirottati.
Quindi "La Fornero" diventa a tutti gli effetti "Fornero". Non piangiamoci su. Lo considero comunque un giusto raggiungimento lessicale, quasi un apice culturale prima ancora che di costume; un po' meno contento della tempistica. Questo velocissimo assorbimento della "lezione" da parte del Tg3 rende la procedura stucchevole e poco ragionata. Sempre che vi sia stata un'utenza in grado di percepirla.
Insomma bene così, però quanto siete innovatori voi. Innovazionisti pardon.
Non prendo posizione, ma ragionandoci su in tipico orario da meditazione post prandiale, ho pensato si trattasse di un rigurgito femminista in salsa transatlantico pur rendendomi conto che questo mio era, per sua stessa natura, un pensiero maschile e dunque androcentrico. Sforzandomi di astrarre, trovo invece molta verità nell'uniformare non solo il ruolo (giusto opinare che oltre a MINISTRA Fornero è validissimo anche MINISTRO Fornero) ma anche la linguistica applicata. Se non esiste "LO" Sculco (quasi dispregiativo in antiche accezioni liceali) non dovrebbe esistere "LA" Fornero. E ammetto che Ella potrebbe considerarlo altrettanto dispregiativo o quantomeno fastidioso. Ammetto inoltre che i più avrebbero androcentricamente considerato questo, un discorso ozioso.
Se siete sopravvissuti a questo incipit, arrivo al punto, vera illuminazione del pensiero stesso: giornalisticamente nessun direttore o redattore si sarebbe mai sognato di dare a questa tematica uno spazio superiore di quello che abitualmente viene concesso alla nascita in cattività dell'orca lacustre del Nepal (e lo capisco pure), ma su Raitre, il cui Tg rimane espressione mai sopita nè nascosta di un quasi estremo senso "di sinistra", di innovazione ma forse più di innovazionismo, appare in un articolo del probissimo telegiornale appena detto, nell'edizione delle 14.30, riguardante un incontro tra Confindustria e Governo, che "Marcegaglia incontra Fornero a Palazzo Castoro per discutere del sesso degli angeli" come si sarebbe detto, senza risultar così strano, in tempi antichi di un ipotetico "Montezemolo incontra Berlusconi / Prodi / Amato / D'alema" senza svegliare miei neuroni abitualmente meglio dirottati.
Quindi "La Fornero" diventa a tutti gli effetti "Fornero". Non piangiamoci su. Lo considero comunque un giusto raggiungimento lessicale, quasi un apice culturale prima ancora che di costume; un po' meno contento della tempistica. Questo velocissimo assorbimento della "lezione" da parte del Tg3 rende la procedura stucchevole e poco ragionata. Sempre che vi sia stata un'utenza in grado di percepirla.
Insomma bene così, però quanto siete innovatori voi. Innovazionisti pardon.