Montaruli: “I componenti delle due Commissioni hanno compreso le nostre ragioni"
Il Piano del Commercio deve essere rivisto
giovedì 5 marzo 2015
"Nel ringraziare sentitamente e profondamente i Presidenti e ciascun Componente le stimate II e III Commissione Consiliare del comune di Barletta – interviene Savino Montaruli, presidente Unimpresa Bat - per la grande disponibilità, capacità di ascolto e di interlocuzione rispetto ad un delicatissimo tema qual è lo strumento di programmazione, organizzazione e regolamentazione del commercio su aree pubbliche a Barletta, iscritto all'ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale, come da intesa e da impegno assunto, si invia la prima relazione basata sull'analisi preliminare dei due elementi fondanti del Piano cioè quello politico e quello tecnico. Sul piano politico gli elementi di criticità sono stati soprattutto rapportati al dato di fatto che la bozza di Piano, portata in consiglio comunale e non ancora trattata, a nostro avviso non contiene gli elementi caratterizzanti del commercio su aree pubbliche nella città di Barletta quindi trascura la reale fotografia che manifesta un diffuso ed incontrollato abusivismo commerciale che dilaga a vista d'occhio per le strade e nei mercati.
Quella bozza di Piano, portata all'attenzione del consiglio comunale, trascura inoltre completamente anche risvolti sociali derivanti dal fenomeno diffuso e non fornisce alcuna risposta a questa fortissima preoccupazione generale e non lo fa né in termini di regolarizzazione né di possibilità di integrazione all'interno della realtà mercatale locale per evitare il prevedibile aumento esponenziale del già acclarato allarme sociale che ha già manifestato, con atti negativi concreti, tutta la sua pericolosità, in più occasioni. Il Piano portato in Consiglio non considera gli elementi preliminari e fondanti dello strumento di programmazione quindi è praticamente privo delle valutazioni oggettive e statistiche relative al contesto demografico ed economico, al ruolo sociale dei mercati su area pubblica, alla metodologia strutturata del Piano e alle linee generali di pianificazione, svuotando di contenuti l'elaborato e rendendolo mero documento burocratico inconsistente specie se gli unici minimi elementi di valutazione preliminare sono rapportati ad analisi sommarie e non documentali che fanno riferimento a periodi remoti ampiamente superati da anni di mutazioni straordinarie e rivoluzionarie sia dal punto di vista sociale che economico e strutturale del territorio urbano e delle sue peculiarità, nonostante i lunghi 13 anni di ritardi accumulati dal comune di Barletta che ha visto, nel frattempo, svanire tantissime opportunità di crescita, di sviluppo e di progresso con interi settori completamente annientati dalla persistente crisi e dall'assenza di politiche capaci di rappresentare uno spiraglio minimo di rilancio e di fiducia.
Il Piano portato in consiglio comunale, inoltre, non guarda affatto alla salvaguardia e garanzia del servizio pubblico che lo strumento di programmazione deve contenere per dotare i cittadini residenti ma anche ai flussi turistici di servizi primari, soprattutto nelle periferie urbane cittadine e quindi nelle aree e nelle zone più compromesse e più trascurate. Quella bozza di Piano è priva di una riorganizzazione logistica e di una revisione della rete di mercatini rionali che, laddove esistenti, vanno completamente ripensati e dotati delle minime condizioni di idoneità igienicosanitaria e di regolamentazione funzionale mentre laddove inesistenti vanno individuati e quindi previsti in modo organico e diffuso sul territorio che in termini di popolazione e di espansione si è trasformato in modo importante geli ultimi anni. Anche relativamente alla visione che il Piano deve contenere, lo strumento precario ed approssimativo portato in consiglio comunale risulta essere privo, a nostro avviso, dei contenuti di valorizzazione commerciale del commercio su aree pubbliche non intervenendo minimamente sugli elementi di eccellenza per l'affermazione dei prodotti tipici locali nell'ambito della specializzazione richiesta dalla normativa vigente la quale attribuisce anche elementi di premialità per tale forma di commercio che rispecchia proprio le peculiarità del territorio in una visione allargata di rete strutturata e di servizio diffuso.
Questi e molti altri sono gli elementi "politici" di cui il Piano, che è stato frettolosamente portato in Consiglio, a nostro avviso è carente o addirittura trascura completamente facendo di questo importantissimo ed atteso strumento un elemento che nasce già vecchio e che quindi, così come concepito, a nostro avviso, addirittura alimenterebbe la già drammatica crisi occupazionale in quanto invece di ricercare elementi di sviluppo della rete commerciale integrata va a sottrarre posti di lavoro in quanto l'enorme mole di concessioni ed autorizzazioni elargite con disinvoltura e generosità utilizzando la formula della "temporaneità e della provvisorietà" viene completamente ignorata quindi anche coloro che ne hanno usufruito ripetutamente nel tempo hanno consolidato la loro attività d'impresa avendo ottenuto anche per decenni la reiterazione di tale elargizione e quindi si troverebbero, da un giorno all'altro, praticamente senza alcuna possibilità di poter operare vanificando investimenti che in taluni casi, come in quello di alcuni chioschi amovibili, ammontano anche a molte decine di migliaia di euro per le sole attrezzature di vendita e questo costituirebbe ulteriore elemento di attrito e di conflittualità istituzionale con conseguenze imprevedibili. Dal punto di vista puramente tecnico, il Piano portato in Consiglio Comunale trascura elementi fondamentali che sono espressamente previsti dalle nuove vigenti norme in materia secondo le quali il Piano deve dare certezza e trasparenza all'attività del commercio su aree pubbliche quindi deve contenerne tutti gli elementi atti a garantire queste caratteristiche. Sono state evidenziate, inoltre, carenze di riferimenti normativi che addirittura comprometterebbero la reale applicabilità di quel Piano, avendo trascurata la puntuale formalizzazione delle procedure fondamentali da attuarsi nella gestione dell'attività come i casi di trasferimento dei mercati, di istituzione di nuovi mercati, di formulazione delle graduatorie e di tantissimi altri elementi basilari per riconoscere i diritti acquisiti degli operatori e garantire la corretta applicazione della norma che disciplina anche le Fiere ed altre attività su aree pubbliche.
A Proposito degli aspetti "tecnici", considerata la espressa richiesta dei componenti della II e III Commissione Consiliare fatta ai responsabili delle Associazioni di Categoria che hanno inteso assumersi la responsabilità e l'onore di partecipare all'assise di martedì 3 marzo scorso, di produrre il documento, esso sarà inviato a breve con i rilievi tecnico-operativi con le osservazioni delle quali ciascun rappresentante del Popolo potrà, se lo vorrà ma non potrebbe essere diversamente, trattare in Consiglio affinché il risultato sia l'approvazione di un Piano del Commercio su Aree Pubbliche migliorativo e soprattutto rispettoso delle disposizioni vigenti e con forte connotazione propulsiva. Ai fini del proseguo del rapporto positivo e proficuo intrapreso dall'Amministrazione Comunale di Barletta anche con le Associazioni di Categoria realmente operative e svincolate dalla cultura del polisindacato, grazie all'operosità e all'intraprendenza delle due Commissioni Consiliari cui siamo grati, è opportuno ricondurre la discussione all'interno del solco normativo il quale prevede che: "il Regolamento persegue le finalità di riqualificazione e sviluppo delle attività di commercio su aree pubbliche e, in particolare, dei mercati e delle fiere, al fine di migliorare le condizioni di lavoro degli operatori e le possibilità di acquisto dei consumatori; di trasparenza del mercato, della concorrenza, della libertà di impresa e della circolazione delle merci; della tutela del consumatore, con particolare riferimento alla possibilità di approvvigionamento, al servizio di prossimità, all'assortimento e alla sicurezza dei prodotti; di efficienza, modernizzazione e sviluppo della rete distributiva nonché di evoluzione dell'offerta, anche al fine del contenimento dei prezzi; di pluralismo ed equilibrio tra le diverse tipologie delle strutture distributive e le diverse forme di vendita, con particolare riguardo al riconoscimento e alla valorizzazione del ruolo delle piccole e medie imprese; della valorizzazione e salvaguardia del servizio commerciale nelle aree urbane e rurali e la promozione del territorio e delle risorse comunali." A leggere la bozza del Piano portata in Consiglio Comunale, tutti questi elementi, almeno noi, non li vediamo ancora definiti o ben definiti".
Quella bozza di Piano, portata all'attenzione del consiglio comunale, trascura inoltre completamente anche risvolti sociali derivanti dal fenomeno diffuso e non fornisce alcuna risposta a questa fortissima preoccupazione generale e non lo fa né in termini di regolarizzazione né di possibilità di integrazione all'interno della realtà mercatale locale per evitare il prevedibile aumento esponenziale del già acclarato allarme sociale che ha già manifestato, con atti negativi concreti, tutta la sua pericolosità, in più occasioni. Il Piano portato in Consiglio non considera gli elementi preliminari e fondanti dello strumento di programmazione quindi è praticamente privo delle valutazioni oggettive e statistiche relative al contesto demografico ed economico, al ruolo sociale dei mercati su area pubblica, alla metodologia strutturata del Piano e alle linee generali di pianificazione, svuotando di contenuti l'elaborato e rendendolo mero documento burocratico inconsistente specie se gli unici minimi elementi di valutazione preliminare sono rapportati ad analisi sommarie e non documentali che fanno riferimento a periodi remoti ampiamente superati da anni di mutazioni straordinarie e rivoluzionarie sia dal punto di vista sociale che economico e strutturale del territorio urbano e delle sue peculiarità, nonostante i lunghi 13 anni di ritardi accumulati dal comune di Barletta che ha visto, nel frattempo, svanire tantissime opportunità di crescita, di sviluppo e di progresso con interi settori completamente annientati dalla persistente crisi e dall'assenza di politiche capaci di rappresentare uno spiraglio minimo di rilancio e di fiducia.
Il Piano portato in consiglio comunale, inoltre, non guarda affatto alla salvaguardia e garanzia del servizio pubblico che lo strumento di programmazione deve contenere per dotare i cittadini residenti ma anche ai flussi turistici di servizi primari, soprattutto nelle periferie urbane cittadine e quindi nelle aree e nelle zone più compromesse e più trascurate. Quella bozza di Piano è priva di una riorganizzazione logistica e di una revisione della rete di mercatini rionali che, laddove esistenti, vanno completamente ripensati e dotati delle minime condizioni di idoneità igienicosanitaria e di regolamentazione funzionale mentre laddove inesistenti vanno individuati e quindi previsti in modo organico e diffuso sul territorio che in termini di popolazione e di espansione si è trasformato in modo importante geli ultimi anni. Anche relativamente alla visione che il Piano deve contenere, lo strumento precario ed approssimativo portato in consiglio comunale risulta essere privo, a nostro avviso, dei contenuti di valorizzazione commerciale del commercio su aree pubbliche non intervenendo minimamente sugli elementi di eccellenza per l'affermazione dei prodotti tipici locali nell'ambito della specializzazione richiesta dalla normativa vigente la quale attribuisce anche elementi di premialità per tale forma di commercio che rispecchia proprio le peculiarità del territorio in una visione allargata di rete strutturata e di servizio diffuso.
Questi e molti altri sono gli elementi "politici" di cui il Piano, che è stato frettolosamente portato in Consiglio, a nostro avviso è carente o addirittura trascura completamente facendo di questo importantissimo ed atteso strumento un elemento che nasce già vecchio e che quindi, così come concepito, a nostro avviso, addirittura alimenterebbe la già drammatica crisi occupazionale in quanto invece di ricercare elementi di sviluppo della rete commerciale integrata va a sottrarre posti di lavoro in quanto l'enorme mole di concessioni ed autorizzazioni elargite con disinvoltura e generosità utilizzando la formula della "temporaneità e della provvisorietà" viene completamente ignorata quindi anche coloro che ne hanno usufruito ripetutamente nel tempo hanno consolidato la loro attività d'impresa avendo ottenuto anche per decenni la reiterazione di tale elargizione e quindi si troverebbero, da un giorno all'altro, praticamente senza alcuna possibilità di poter operare vanificando investimenti che in taluni casi, come in quello di alcuni chioschi amovibili, ammontano anche a molte decine di migliaia di euro per le sole attrezzature di vendita e questo costituirebbe ulteriore elemento di attrito e di conflittualità istituzionale con conseguenze imprevedibili. Dal punto di vista puramente tecnico, il Piano portato in Consiglio Comunale trascura elementi fondamentali che sono espressamente previsti dalle nuove vigenti norme in materia secondo le quali il Piano deve dare certezza e trasparenza all'attività del commercio su aree pubbliche quindi deve contenerne tutti gli elementi atti a garantire queste caratteristiche. Sono state evidenziate, inoltre, carenze di riferimenti normativi che addirittura comprometterebbero la reale applicabilità di quel Piano, avendo trascurata la puntuale formalizzazione delle procedure fondamentali da attuarsi nella gestione dell'attività come i casi di trasferimento dei mercati, di istituzione di nuovi mercati, di formulazione delle graduatorie e di tantissimi altri elementi basilari per riconoscere i diritti acquisiti degli operatori e garantire la corretta applicazione della norma che disciplina anche le Fiere ed altre attività su aree pubbliche.
A Proposito degli aspetti "tecnici", considerata la espressa richiesta dei componenti della II e III Commissione Consiliare fatta ai responsabili delle Associazioni di Categoria che hanno inteso assumersi la responsabilità e l'onore di partecipare all'assise di martedì 3 marzo scorso, di produrre il documento, esso sarà inviato a breve con i rilievi tecnico-operativi con le osservazioni delle quali ciascun rappresentante del Popolo potrà, se lo vorrà ma non potrebbe essere diversamente, trattare in Consiglio affinché il risultato sia l'approvazione di un Piano del Commercio su Aree Pubbliche migliorativo e soprattutto rispettoso delle disposizioni vigenti e con forte connotazione propulsiva. Ai fini del proseguo del rapporto positivo e proficuo intrapreso dall'Amministrazione Comunale di Barletta anche con le Associazioni di Categoria realmente operative e svincolate dalla cultura del polisindacato, grazie all'operosità e all'intraprendenza delle due Commissioni Consiliari cui siamo grati, è opportuno ricondurre la discussione all'interno del solco normativo il quale prevede che: "il Regolamento persegue le finalità di riqualificazione e sviluppo delle attività di commercio su aree pubbliche e, in particolare, dei mercati e delle fiere, al fine di migliorare le condizioni di lavoro degli operatori e le possibilità di acquisto dei consumatori; di trasparenza del mercato, della concorrenza, della libertà di impresa e della circolazione delle merci; della tutela del consumatore, con particolare riferimento alla possibilità di approvvigionamento, al servizio di prossimità, all'assortimento e alla sicurezza dei prodotti; di efficienza, modernizzazione e sviluppo della rete distributiva nonché di evoluzione dell'offerta, anche al fine del contenimento dei prezzi; di pluralismo ed equilibrio tra le diverse tipologie delle strutture distributive e le diverse forme di vendita, con particolare riguardo al riconoscimento e alla valorizzazione del ruolo delle piccole e medie imprese; della valorizzazione e salvaguardia del servizio commerciale nelle aree urbane e rurali e la promozione del territorio e delle risorse comunali." A leggere la bozza del Piano portata in Consiglio Comunale, tutti questi elementi, almeno noi, non li vediamo ancora definiti o ben definiti".