Molestie in provincia: i colleghi denunciano in procura
Storia choc: «Chiusa per due ore nella stanza col dirigente». Nella missiva in risalto la sconcertante indifferenza degli organi rappresentativi dell'ente
mercoledì 30 marzo 2011
Si riaccende il caso della dipendente tranese, assunta in Provincia, che sarebbe stata vittima delle attenzioni morbose di un dirigente dell'Ente. In redazione è giunta una lettera di solidarietà dei colleghi che invitano a trattare nuovamente la vicenda. Nella missiva viene messa in risalto la sconcertante indifferenza degli organi rappresentativi dell'ente Provincia: «Nonostante la divulgazione di quanto accaduto sugli organi di informazione ad oggi alcuna azione risulta intrapresa. In particolare si precisa che l'Ente, ad oggi non ha provveduto ad avviare alcuna inchiesta interna, atta quantomeno ad appurare la veridicità di quanto divulgato a mezzo stampa, ed eventuali provvedimenti cautelari previsti dalle norme in vigore. Inoltre si ritiene opportuno precisare, che il presunto autore, delle molestie ricopre a tutt'oggi il delicatissimo incarico di direttore del settore finanziario, da cui dipende l'intera attività amministrativa dell'Ente. Questo delicato ed importante ruolo, permette allo stesso di scongiurare l'adozione di provvedimenti sanzionatori nei suoi confronti».
La lettera, inviata a diverse testate giornalistiche, a Striscia la Notizia, alla redazione de Le Iene ed alla procura della Repubblica ricostruisce una storia finora tratteggiata in maniera leggera. Attraverso consistenti stralci della stessa, ecco cosa sarebbe accaduto quel fatidico 7 marzo in Provincia. Vittima delle attenzioni del dirigente una dipendente neoassunta in servizio presso l'ufficio contabilità del personale.
«L'8 marzo, alle ore 8.45 circa, alcuni dipendenti trovavano la dipendente tranese ranicchiata in un angolo del bagno delle donne, ubicato al primo piano degli uffici provinciali della sede di Andria, in un forte stato di choc, interessata da una crisi di pianto. Soccorsa da alcune colleghe, la neoassunta riferiva di trovarsi in quello stato a causa di una brutta storia della quale non voleva riferire i particolari. Successivamente veniva soccorsa e sostenuta moralmente dalla responsabile del settore di appartenenza che provvedeva ad accompagnarla nella stanza dell'ufficio contabilità del personale, ove la giovane, riferiva in lacrime di essere stata vittima il giorno prima (7 marzo) di un tentativo di violenza sessuale e di palpeggiamenti perpetrati dal dirigente del settore finanziario. In particolare, la dipendente riferiva che il dirigente le aveva richiesto di prolungare l'orario di lavoro oltre l'orario di servizio in quanto avrebbe dovuto collaborare con lo stesso, per l'espletamento di alcuni adempimenti urgenti non prorogabili, e che tale prestazione di lavoro le sarebbe stata retribuita come prestazione di lavoro straordinario.
Dopo aver comunicato al dirigente la piena disponibilità, la dipendente si recava nella sua stanza al primo piano, dove veniva di li a poco raggiunta dall'uomo il quale, subito dopo essere entrato nella stanza dell'ufficio contabilità del personale, provvedeva a chiudere la porta. Di lì a poco, il dirigente cominciava ad assumere atteggiamenti ambigui, con discorsi a sfondo prettamente sessuale. Nonostante l'imbarazzo della dipendente, il dirigente proseguiva le sue avances avvicinandosi sempre di più alla malcapitata, accarezzandole dapprima la schiena e via via le altre parti del corpo, fino ad avvicinarsi alle parti intime. A questo punto, la ragazza reagiva mostrando disapprovazione e disagio. L'uomo, incurante di tutto ciò e facendo leva sul suo potere, continuava la violenza palpeggiando le parti intime della ragazza e tentando di baciarla sulle labbra, impedendo alla stessa di allontanarsi dalla stanza. Dopo circa due ore di tormento, decideva di desistere dalle sue assurde richieste, consentendo alla povera vittima di abbandonare la stanza e la sede degli uffici provinciali».
Nella lettera c'è anche il prosieguo della vicenda. «Dopo l'incredibile rivelazione di quanto accaduto, la responsabile del settore provvedeva a riferire quanto accaduto al dirigente del settore personale. Giunto in Provincia, il dirigente appurava quanto stesse accadendo ed ascoltava la diretta interessata su quanto accaduto. Di ciò veniva messo immediatamente a conoscenza il presidente della Bat ed il segretario generale per intraprendere gli opportuni provvedimenti. Ad oggi, nonostante la gravità dell'episodio, alcun provvedimento risulta adottato nei confronti del presunto responsabile. Inoltre, non risulta intrapresa dai rappresentanti legali dell'ente alcuna inchiesta interna atta ad appurare quantomeno la veridicità ed eventuali responsabilità di ogni natura nei confronti del presunto autore. Data la gravità dei fatti accaduti, alla loro rapida diffusione all'interno di tutti gli uffici provinciali, richiamiamo l'attenzione delle autorità finalizzate all'accertamento delle responsabilità sia dei presunti autori degli atti costituenti reato e sia delle condotte omissive degli organi rappresentativi dell'ente Provincia».
La lettera, su carta intestata della Provincia, racconta questa verità. Adesso non è più possibile far finta di nulla. Un'indagine va aperta per fare chiarezza ed appurare la veridicità di queste gravissime affermazioni. La storia, grottesca, rischia di danneggiare ulteriormente l'immagine e la credibilità di tutto l'Ente.
La lettera, inviata a diverse testate giornalistiche, a Striscia la Notizia, alla redazione de Le Iene ed alla procura della Repubblica ricostruisce una storia finora tratteggiata in maniera leggera. Attraverso consistenti stralci della stessa, ecco cosa sarebbe accaduto quel fatidico 7 marzo in Provincia. Vittima delle attenzioni del dirigente una dipendente neoassunta in servizio presso l'ufficio contabilità del personale.
«L'8 marzo, alle ore 8.45 circa, alcuni dipendenti trovavano la dipendente tranese ranicchiata in un angolo del bagno delle donne, ubicato al primo piano degli uffici provinciali della sede di Andria, in un forte stato di choc, interessata da una crisi di pianto. Soccorsa da alcune colleghe, la neoassunta riferiva di trovarsi in quello stato a causa di una brutta storia della quale non voleva riferire i particolari. Successivamente veniva soccorsa e sostenuta moralmente dalla responsabile del settore di appartenenza che provvedeva ad accompagnarla nella stanza dell'ufficio contabilità del personale, ove la giovane, riferiva in lacrime di essere stata vittima il giorno prima (7 marzo) di un tentativo di violenza sessuale e di palpeggiamenti perpetrati dal dirigente del settore finanziario. In particolare, la dipendente riferiva che il dirigente le aveva richiesto di prolungare l'orario di lavoro oltre l'orario di servizio in quanto avrebbe dovuto collaborare con lo stesso, per l'espletamento di alcuni adempimenti urgenti non prorogabili, e che tale prestazione di lavoro le sarebbe stata retribuita come prestazione di lavoro straordinario.
Dopo aver comunicato al dirigente la piena disponibilità, la dipendente si recava nella sua stanza al primo piano, dove veniva di li a poco raggiunta dall'uomo il quale, subito dopo essere entrato nella stanza dell'ufficio contabilità del personale, provvedeva a chiudere la porta. Di lì a poco, il dirigente cominciava ad assumere atteggiamenti ambigui, con discorsi a sfondo prettamente sessuale. Nonostante l'imbarazzo della dipendente, il dirigente proseguiva le sue avances avvicinandosi sempre di più alla malcapitata, accarezzandole dapprima la schiena e via via le altre parti del corpo, fino ad avvicinarsi alle parti intime. A questo punto, la ragazza reagiva mostrando disapprovazione e disagio. L'uomo, incurante di tutto ciò e facendo leva sul suo potere, continuava la violenza palpeggiando le parti intime della ragazza e tentando di baciarla sulle labbra, impedendo alla stessa di allontanarsi dalla stanza. Dopo circa due ore di tormento, decideva di desistere dalle sue assurde richieste, consentendo alla povera vittima di abbandonare la stanza e la sede degli uffici provinciali».
Nella lettera c'è anche il prosieguo della vicenda. «Dopo l'incredibile rivelazione di quanto accaduto, la responsabile del settore provvedeva a riferire quanto accaduto al dirigente del settore personale. Giunto in Provincia, il dirigente appurava quanto stesse accadendo ed ascoltava la diretta interessata su quanto accaduto. Di ciò veniva messo immediatamente a conoscenza il presidente della Bat ed il segretario generale per intraprendere gli opportuni provvedimenti. Ad oggi, nonostante la gravità dell'episodio, alcun provvedimento risulta adottato nei confronti del presunto responsabile. Inoltre, non risulta intrapresa dai rappresentanti legali dell'ente alcuna inchiesta interna atta ad appurare quantomeno la veridicità ed eventuali responsabilità di ogni natura nei confronti del presunto autore. Data la gravità dei fatti accaduti, alla loro rapida diffusione all'interno di tutti gli uffici provinciali, richiamiamo l'attenzione delle autorità finalizzate all'accertamento delle responsabilità sia dei presunti autori degli atti costituenti reato e sia delle condotte omissive degli organi rappresentativi dell'ente Provincia».
La lettera, su carta intestata della Provincia, racconta questa verità. Adesso non è più possibile far finta di nulla. Un'indagine va aperta per fare chiarezza ed appurare la veridicità di queste gravissime affermazioni. La storia, grottesca, rischia di danneggiare ulteriormente l'immagine e la credibilità di tutto l'Ente.