Modello Amiu Puglia: l'aggregazione può essere una soluzione per la Bar.S.A.?

Incontro con il presidente dell’azienda barese Gianfranco Grandaliano

giovedì 1 maggio 2014
A cura di Edoardo Centonze
La gestione delle società partecipate e delle municipalizzate in tempo di spending review. E' stato questo il tema dell'incontro tenutosi martedì sera, nella sede del Partito Democratico di Barletta, che ha avuto come ospite Gianfranco Grandaliano, presidente di Amiu Bari, l'azienda spa del Comune di Bari che gestisce il ciclo dei rifiuti nel capoluogo pugliese, nella quale è di recente entrato anche il Comune di Foggia, con il 30% di quote di partecipazione. «10 anni fa l'azienda aveva decine di milioni di perdite - ha raccontato Grandaliano - La nuova amministrazione di Bari ribaltò poi la prospettiva, guardando all'azienda municipalizzata come un'impresa industriale, che doveva essere messa nelle condizioni che le consentissero una collocazione sul mercato. Abbiamo poi avviato il risanamento anche a Foggia, con l'ok della regione Puglia. Oggi, con Amiu Puglia, siamo davanti ad un caso raro per il Sud, che invece è già un esempio diffuso al Nord».

«Creare un soggetto unico regionale per bloccare la "colonizzazione" dall'esterno (il riferimento è alle grandi aziende del centro e del nord Italia ndr), e gestire un settore come quello dei rifiuti per portare ricchezza sul territorio - è questa la prospettiva futura che Grandaliano sostiene, alla luce del progetto della nascente Amiu Puglia, che vedrà la partecipazione dei comuni di Bari e Foggia - Ci auguriamo che altre società partecipate pubbliche vorranno collaborare con noi». L'affermazione è sembrata essere in qualche modo rivolta alla realtà barlettana di Bar.S.A: un'eventualità che, come ha puntualizzato lo stesso Grandaliano, prevederebbe un iter comunque complesso di almeno 2-3 anni. «Più una società è grande, più diminuisce la capacità di pressione della politica».

«La spending review prevista dal commissario Cottarelli ha previsto che vi siano forme di aggregazione - ha precisato Grandaliano - L'indirizzo che è stato dato dal legislatore è quello di preservare i servizi pubblici locali che siano produttivi, in mano pubblica, e di tagliare invece i rami secchi. Per i servizi strumentali, il legislatore ha previsto la collocazione sul mercato - e ha ribadito - Dobbiamo darci da fare con queste forme di aggregazione».

Nel corso della discussione è emerso anche il tema dei centri di raccolta, su cui è ormai ampia la polemica politica a Barletta. «A Bari ne abbiamo cinque - ha raccontato Grandaliano - Sono state previste premialità per i cittadini, che si sono attuate con sconti sulla Tares e buoni spesa. La registrazione al momento del conferimento avviene mediante la tessera sanitaria. E' un processo che ci porta verso l'attuazione di una tariffazione puntuale». Inevitabile poi il cenno alla raccolta differenziata, con un particolare riferimento al porta a porta: «La raccolta differenziata non è una modalità di raccolta, ma un'educazione del cittadino. La modalità di raccolta deve essere individuata in base alla configurazione urbanistica di una città: ad esempio in un centro storico è più adatta la raccolta porta a porta, mentre in zone con strade ampie sono preferibili isole ecologiche di prossimità. Quello che è certo è che il processo industriale della differenziata parte dal cittadino».